Un’immagine che propone una curiosa quanto simpatica scena. Siamo nell'estate del 1943 e vediamo un gruppo di Vigili del Fuoco “speciali” che seguono tre cani nella loro “sgambettatura” quotidiana. Sono alcuni dei pompieri appartenenti alla Squadra Cinofili del Comando di Torino, che in bicicletta accompagnano i loro amici da ricerca. Uno dei tanti momenti di preparazione e di mantenimento dell'operatività dei cani durante i terribili anni di guerra.
L'impiego degli animali da ricerca fu fondamentale nell'individuazione delle persone sepolte nei rifugi, bloccate tra le enormi masse di detriti. Lea, Vera, Blitz, accompagnati da Giuseppe Antonietta, Matteo Lacchio e Antonio Grassotti, furono attivissimi e grazie al loro fiuto fu possibile soccorrere le persone e individuare le vittime, altrimenti introvabili nei tanti edifici bombardati tra il mese di novembre 1942 fino alla fine del 1944.
La foto ci mostra un altro dettaglio. Importante e determinante che derivava, come lo è ancora oggi, dalla fiducia incondizionata che deve stabilirsi tra il cane e il suo conduttore. Il dettaglio ci mostra Lea al fianco del suo accompagnatore Giuseppe Antonietta, priva di guinzaglio.
Per la delicatezza del compito a loro affidato, i cani godevano di un trattamento attento e rigoroso regolamentato da norme ben precise. Ogni mattina alla sveglia il conduttore doveva «verificare lo stato guardare occhi, piedi […] accompagnarlo in apposito luogo e […] lasciarlo in libertà per una mezz'ora». Bisognava «successivamente procedere alla pulizia del cane e del canile, lavando e disinfettando accuratamente il pavimento».
Particolari attenzioni venivano richieste ai conduttori affinché i cani non fossero per nessun motivo «affidati ad altri. Nessuno all'infuori del conduttore deve toccarli, chiamarli e molto meno dar loro da mangiare. […] il cane non dev'essere dominato con la paura e con la violenza, ma bensì con la persuasione. Sono quindi proibite le azioni violente e le percosse». Anche l'alimentazione aveva le sue regole da osservare che prevedeva una somministrazione giornaliera di 2500 calorie. Gli altri cani che componevano il nucleo cinofilo, si chiamavano Pacio, Pasturi 2° e Turco, ed erano accompagnati rispettivamente dai pompieri Attilio Grandi, Carlo Ariotti, Aldo Leto, Mario De Bernardi, Silvio Peris e Antonio Furbatto.
Nei duri anni di guerra alcuni di loro perirono per problemi di salute, causati dallo stress e dalla fatica del continuo impiego, che ne mise a dura prova la resistenza. Al termine della guerra i cani superstiti non più impiegati nei servizi di guerra, poterono godersi il meritato riposo coccolati dai pompieri. Un rapporto di affetto legava ormai gli uomini ai preziose animali, tanto che il lupo alsaziano Vera per finire in tranquillità i suoi giorni, fu affidato il 30 marzo 1950 al vigile Grassotti, uno dei conduttori «senza aver versato alcun compenso ma al patto di tenere l'animale presso di se per far la guardia alla propria abitazione e di non farne in alcun modo e per nessun motivo fonte di lucro».