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8 Settembre 2022
18:01

La foto del bonobo che tiene in braccio la mangusta: cibo o “animale domestico”?

Una foto scattata da Christian Ziegler mostra un bonobo che accudisce delicatamente tra le sue braccia una piccola mangusta. La scimmia stava effettivamente prendendosi cura del mammifero oppure voleva mangiarlo?

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L'immagine catturata tra le foreste della Repubblica democratica del Congo ritrae un giovane bonobo maschio che tiene dolcemente tra le braccia una piccola mangusta, in un momento dall'impatto emotivo ed empatico dirompente. È il bellissimo scatto di Christian Ziegler, che è stato selezionato per il prestigioso concorso Wildlife Photographer of the Year, il più importante evento al mondo dedicato alla fotografia naturalistica.

Primatologi ed esperti si chiedono se il primate stesse davvero accudendo e "coccolando" la mangusta, quasi come se fosse il suo "animale domestico", oppure se il suo comportamento possa in realtà essere spiegato in maniera più fredda. Una prima analisi, la più "cruda" e razionale, l'ha infatti fornita lo stesso Ziegler, che per riuscire a scattare questa foto ha seguito e osservato per molti giorni il gruppo di bonobo nella foresta.

L'ipotesi della preda

Sui suoi social l'autore ha infatti commentato così: «Teneva l'animale con cura, accudendolo anche mentre saliva su un albero per mangiare frutta assieme al resto del gruppo. Ma probabilmente questa non è una relazione davvero innocente; i bonobo occasionalmente mangiano carne ed è probabile che questa giovane mangusta sia stata catturata quando sua madre è stata cacciata e mangiata dal resto del gruppo».

I bonobo (Pan paniscus), a differenza dei cugini scimpanzé (Pan troglodytes), sono considerati primati estremamente pacifici e solitamente si nutrono quasi esclusivamente di vegetali e frutta. Di tanto in tanto, però, integrano la loro dieta erbivora con proteine animali come uova, insetti e piccoli vertebrati, compresi altri primati. L'ipotesi della preda è stata inoltre avallata anche dalla primatologa Barbara Fruth del Max Planck Institute, direttrice del LuiKotale Bonobo Project che studia questa specie sul campo da circa 20 anni.

«Quando i bonobo catturano una preda non la uccidono immediatamente, ma iniziano a mangiarla quando è ancora viva – ha commentato la dottoressa Fruth – Ma occasionalmente, se il pasto è stato già abbondante e la scimmia è sazia, trattiene la preda viva quasi come fosse un animale domestico. Di solito, questi piccoli animali vengono mangiati successivamente ed è quello che probabilmente è stato immortalato nella foto». Storia finita, quindi? Non proprio.

Empatia e altruismo nelle grandi scimmie

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Le grandi scimmie antropomorfe, come oranghi, gorilla, scimpanzé e bonobo, appunto, hanno più volte dimostrato in cattività e non solo, di essere in grado di provare empatia e solidarietà anche verso altre specie animali. Uno dei casi più noti e senza dubbio quello di Koko, la gorilla di pianura occidentale che parlava il linguaggio dei segni. Un giorno chiese un gattino come regalo di Natale e per lungo tempo se ne prese cura come se fosse il suo cucciolo. Quando poi il micio fu investito, lei reagì comunicando con i segni "male, triste e pianto". Nelle sue percezioni da gorilla era evidente l'immedesimazione per la triste sorte del gatto che aveva adottato.

L'enorme complessità emotiva e cognitiva dei bonobo, quindi, non ci permettono di escludere a priori altre possibilità, compresa quella che vede il giovane maschio intento a prendersi cura in maniera consapevole della piccola mangusta. Supposizione che nemmeno la dottoressa Barbara Fruth si sente di scartare totalmente: «I bonobo sono famosi per la loro natura gentile, empatica e pacifica. Sappiamo che in cattività si prendono cura di individui diversi dalla loro specie. In natura, è molto improbabile che un bonobo possa farlo a lungo termine, ma potrebbero per attirare l’interesse degli altri membri del gruppo e quindi migliorare il suo status sociale» ha aggiunto.

Alla fine il giovane bonobo non ha comunque mangiato la mangusta, lasciandola andare via libera e illesa. Che la stesse trattenendo come animale domestico, cibo o per semplice curiosità non lo sapremo mai, d'altronde come raccontiamo sempre su Kodami, qualsiasi tipo di analisi sull'etologia e i pensieri degli animali, saranno sempre e inevitabilmente antropocentrici, perché la vita e il comportamento di un animale non potranno mai essere adeguatamente raccontati, se non dal nostro punto di vista parziale.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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