È un atto di una crudeltà inaudita quello accaduto a Treviso, lungo le sponde del canale Siletto. Un ragazzo di 27 anni ha ucciso a sassate una folaga che stava covando le sue uova, il tutto sotto gli occhi di turisti e testimoni sconvolti. L'uccello acquatico era diventato una vera e propria mascotte della zona, poiché si lasciava osservare e fotografare anche da distanza ravvicinata. Purtroppo però la sua nidificazione, che tutti stavano osservando con affetto e curiosità, è stata brutalmente interrotta da un gesto di una violenza inaudita.
Il ragazzo sarebbe stato individuato anche grazie alle immagini di videosorveglianza della zona ed era già noto alle forze dell'ordine. Gli agenti della Polizia Locale lo hanno rintracciato e denunciato mentre le uova del nido, solo due rimaste purtroppo intatte, sono state recuperate e affidate a un Centro di Recupero. La coppia di folaghe che viveva da tempo sulla Roggia, nel cuore della città, era ormai conosciuta da tutti, ed era diventata un esempio eccezionale di convivenza con la biodiversità urbana.
Il ragazzo dovrà ora rispondere di maltrattamento e uccisione di animale, tra l'altro di un uccello selvatico protetto. Le folaghe (Fulica atra) sono infatti uccelli acquatici stanziali molto comuni lungo canali, fiumi e specchi d'acqua, anche in città. Come tutta la fauna selvatica italiana sono protette, soprattutto durante il delicato periodo della nidificazione, dove è punibile anche solo il disturbo.
I motivi che hanno spinto il 27enne a uccidere così brutalmente un uccello indifeso non sono noti, ma il gesto è la prova lampante di quanta strada ancora c'è da fare nell'educazione al rispetto nei confronti degli altri animali. Affrontare il tema complesso e delicato del maltrattamento animale è fondamentale e, ancora oggi, purtroppo una priorità.
«Non ho parole – ha commentato su Facebook Alessandro Manera, assessore alla politiche ambientali – Tutti noi abbiamo amato, passando per via Fiumicelli accanto ai Giardini di Sant'Andrea, la famiglia di folaghe che avevano nidificato a ridosso del ponte».
Il futuro delle due uova rimaste orfane è ora affidato alle mani degli esperti del CRAS, che utilizzeranno un'incubatrice fino al momento della schiusa e della nascita dei pulcini. Una volta nati e svezzati i piccoli saranno poi liberati in natura, con la speranza che riusciranno a portare avanti ciò che invece è stato crudelmente impedito al loro genitore.