Il mondo naturale è sempre pieno di sorprese e incontri inaspettati. E così anche una semplice passeggiata fotografica può portare a nuove e interessanti scoperte. La birdwatcher Clare Jacobs era infatti con sua figlia Megan, paleontologa dell'Università di Portsmouth, nella riserva naturale costiera di Newtown Harbour, sull'isola di Wight, quando è riuscita a fotografare un'interazione inedita e curiosa tra una foca grigia e un'aquila di mare.
Mentre il rapace si avvicinava all'acqua, a un certo punto è emersa una foca che ha prima "abbaiato" verso l'uccello e poi ha sputato un getto d'acqua nella sua direzione.
Clare e Megan Jacobs, insieme al paleontologo David Martill dell'Università di Portsmouth, hanno poi descritto questo comportamento, mai visto prima e di certo poco amichevole, in un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista della Isle of Wight Natural History and Archaeological Society.
Secondo gli stessi autori, si tratta di un comportamento difensivo mai osservato prima e con cui la foca ha cercato probabilmente di allontanare l'aquila per difendere una preda appena catturata e ambita da entrambi, quasi certamente un pesce.
«Gli avvistamenti di foche grigie e aquile di mare sono piuttosto frequenti sull'Isola di Wight, ma finora non sono mai state riportate interazioni tra queste due specie – ha detto Megan Jacobs sul portale dell'università – Questa è la prima segnalazione di un'interazione tra i due predatori e il primo report di foche grigie che utilizzano lo sputo come mezzo di difesa o per allontanare un intruso che arriva dall'alto». Sputare non è del resto un comportamento molto comune nel repertorio comportamentale degli altri animali.
Si osserva abitualmente solo negli esseri umani, ovviamente, e in pochi altri vertebrati, come cammelli, lama e alpaca, ma anche in alcune specie di serpenti che sputano il veleno e in alcuni pesci che "sparano" forti getti d'acqua per colpire le prede. In questo caso, tuttavia, sembrerebbe essere un efficace comportamento difensivo, probabilmente facilitato dall'aumento recente della competizione tra queste due specie. Se le foche grigie (Halichoerus grypus), che possono superare i due metri di lunghezza, sono una presenza fissa in zona da tempo, non si può dire esattamente lo stesso dei rapaci.
L'aquila di mare o aquila di mare codabianca (Haliaeetus albicilla), la specie più grande d'Europa, era stata infatti cacciata fino all'estinzione in Regno Unito e in buona parte dell'Europa già nel 1800. Fortunatamente, grazie a numerosi progetti di reintroduzione la specie, anche se ancora non si riproduce sull'isola di Wight sta lentamente tornando a popolare la Gran Bretagna. Entrambi i predatori cacciano però prevalentemente pesci, come merluzzi e aringhe, e sono state segnalate anche predazioni da parte delle aquile sui cuccioli di foca.
È perciò possibile presupporre, secondo gli autori, che le foche non siano così felici di avere sempre più spesso le aquile intorno. Queste foto, quindi, rappresentano un raro e incredibile documento su un comportamento nuovo e pressoché sconosciuto, che è inoltre un chiaro promemoria su quanto ancora resta da scoprire sulle abitudini e le interazioni tra gli animali. Inoltre, ci ricorda anche di come la natura e gli animali siano sempre in perenne cambiamento, pronti ad adattarsi rapidamente all'ambiente che cambia e all'arrivo, in questo caso, di nuovi e fastidiosi vicini volanti.