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16 Luglio 2023
10:37

La FIP fa strage di gatti a Cipro: sono più di 300.000 i gatti morti in 6 mesi

La FIP, la peritonite infettiva felina colpisce l'isola di Cipro e i gatti muoiono uno dopo l'altro. Al momento i casi ufficialmente registrati sono 107, ma gli esperti ritengono invece che il numero reale sia molto più alto a causa dell'enorme popolazione di gatti randagi che vivono liberi in tutto paese.

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gatto

È davvero una strage di gatti quella che sta avvenendo a Cipro a causa della FIP, ovvero la peritonite infettiva felina, un ceppo di Coronavirus molto dannoso per i piccoli felini, ma incapace di infettare l’essere umano. A lanciare l’allarme sono stati i medici veterinari dell’isola che hanno stimato in oltre 300mila gli animali sia domestici sia randagi morti nel giro di sei mesi.

Un numero che purtroppo continua ad aumentare settimana dopo settimana e che si teme possa diffondersi rapidamente in tutto il mondo. A parlare di cifre così importanti riguardo alle vittime sono il capo della PAWS, la Cat Protection and Welfare Society dell’isola e il vicepresidente di Cyprus Voice for Animals, anche se al momento i casi accertati e ufficialmente registrati dal ministero dell’Agricoltura sono 107. Ma gli esperti ritengono invece che il numero reale sia molto più alto a causa dell'enorme popolazione di gatti randagi del paese.

Cipro è conosciuta da alcuni come "l'isola dei gatti" proprio per la sua grande popolazione di felini randagi, si pensa addirittura che questa sia pari o addirittura superiore alla popolazione umana che è di circa un milione di persone. Sul motivo per cui ci sia una così grande presenza di gatti sull’isola ci sono diverse teorie: una di queste suggerisce che siano stati inizialmente introdotti per controllare la popolazione di serpenti che infestava l'isola, un'altra che fossero stati portati dai marinai per controllare la presenza dei topi sulle navi e nei porti.

Ma quale che sia la vera storia, nel tempo sono cresciuti moltissimo di numero e adesso vagano liberamente per le strade, nei villaggi e nelle città e i ciprioti li ritengono parte integrante della loro cultura. Molti si prendono cura di loro offrendogli cibo e rifugio e molti ristoranti e caffè li accolgono come veri e propri ospiti considerandoli parte della loro atmosfera unica. E adesso sono tutti molto preoccupati per questa epidemia che uccide i felini su entrambi i lati dell'isola divisa, come è noto, tra Grecia e Turchia dal 1974.

Il timore più grande è che il virus si faccia strada in Europa e in Gran Bretagna, diventando un'altra pandemia, in questo caso decisamente meno controllabile di Covid. E le notizie in tal senso non sembrerebbero buone secondo le parole del vicepresidente della Pancyprian Veterinary Association, Demetris Epaminondas, che ha dichiarato che si sospettano altri focolai nel vicino Libano, Israele e Turchia. Il ministero dell'Agricoltura ha detto che sta esaminando tutte le possibili opzioni per tenere sotto controllo la diffusione, ma molti pet mate hanno fatto ricorso a misure disperate per non far soffrire i loro animali domestici.

La peritonite infettiva felina è una malattia virale grave che colpisce i gatti. È causata da un Coronavirus felino (FCoV) che si verifica in due forme: il coronavirus felino enterico (FECV) e il coronavirus felino della peritonite infettiva (FIPV). La FIP è considerata una malattia opportunistica, che significa che si verifica quando il virus FCoV muta nel suo tipo FIPV all'interno del gatto infetto. La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto con le feci di un gatto infetto, anche se non è ancora del tutto chiaro come si verifichi la mutazione nel FIPV.

Ci sono due forme principali di FIP: la forma "ascitica" e la forma "granulomatosa". La prima è caratterizzata dalla presenza di liquido addominale e può causare letargia, febbre, perdita di peso, anoressia e un addome disteso. La seconda coinvolge organi specifici come i reni, il fegato, il sistema nervoso centrale e può causare sintomi correlati all'organo colpito.

Attualmente non esiste una cura efficace per la malattia né tantomeno un vaccino che possa prevenirlo e il trattamento, infatti, è principalmente sintomatico mirato più che altro ad alleviare i sintomi e a migliorare la qualità di vita del gatto. La prevenzione, del resto, non è per nulla facile perché si basa principalmente sulla riduzione dell'esposizione al virus FCoV che si può ottenere mantenendo una buona igiene, isolando i gatti infetti e riducendo il sovraffollamento, tutte indicazioni che se possono essere fattibili con i gatti domestici, diventano un vero problema con le migliaia di quelli liberi.

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Simona Sirianni
Giornalista
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