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29 Maggio 2024
13:17

La dieta vegana fa stare meglio i cani? Un nuovo studio dice che non ci sono dati attendibili

Studi precedenti si erano basati sulla percezione degli umani di riferimento, ora i ricercatori puntano a trovare dati scientifici per capire quanto una dieta vegana o vegetariana ma anche una a base di sola carne incide davvero sulla salute del cane.

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Negli ultimi anni sono diversi gli studi che hanno riportato risultati positivi rispetto all'alimentazione a base vegetale per i cani, eliminando dunque carne e altri derivati di origine animale. Proprio l'analisi di queste ricerche ha portato però altri esperti a domandarsi quanto la percezione degli esseri umani avesse avuto rilevanza rispetto a altri fattori importanti da considerare come l'età, le visite veterinarie e lo stato di salute in generale. Ciò che è emerso è che ad oggi non è possibile stabilire con dati evidenti che un tipo di alimentazione sia migliore di un'altra o che non dare carne al cane comporti che il suo stato di salute rimanga uguale in termini di benessere generale.

La nuova ricerca, pubblicata su Plos il 15 maggio 2024, spiega infatti che:  «In uno studio recente sono state identificate associazioni tra lo stato di salute del cane riportato dalle persone di riferimento e la dieta, per cui quelli nutriti con una alimentazione vegana erano percepiti come più sani. Tuttavia, lo studio è stato limitato perché non ha considerato possibili fattori di confusione derivanti da variabili non incluse nell’analisi. Lo scopo del presente studio è stato quello di estendere questi risultati precedenti, utilizzando diverse tecniche di modellazione e includendo più variabili, per identificare i più importanti predittori della percezione della salute del cane da parte delle persone».

Alle persone intervistate, dunque, questa volta sono stati posti quesiti relativi allo stato di salute degli animali per comprendere se fossero soggetti sani o con patologie e gli è stato chiesto anche di dare informazioni precise sull'età, le cure veterinarie ricevute, l'utilizzo di eventuali farmaci, la taglia e la razza del cane. Tutte variabili, secondo i ricercatori, fondamentali per avere un quadro più chiaro su quanto poi effettivamente l'alimentazione vegetale possa o meno aver influito sulla salute dell'animale.

«Per quanto riguarda l'esito significativo della malattia, i farmaci ricevuti, le visite veterinarie, l'età del cane e sono stati ancora una volta i predittori più importanti. Qualsiasi contributo derivante dalla variabile della dieta vegana del cane è stato invece trascurabile – sottolineano gli esperti – I risultati del presente studio estendono la ricerca precedente utilizzando lo stesso set di dati e suggeriscono che la dieta ha un impatto limitato sullo stato di salute del cane percepito dalla persona di riferimento: sono invece più importanti l'età del cane, la frequenza delle visite veterinarie e la somministrazione di farmaci».

Lo studio mette di fronte a una maggiore attenzione su ciò che effettivamente può fare bene in campo alimentare al cane indipendentemente dalle scelte etiche degli esseri umani. Nelle intenzioni degli studiosi, infatti, non vi è una contrarietà ma la volontà di fare luce sul rapporto stesso che abbiamo con il nostro miglior amico e sulle scelte che facciamo "al posto suo".

E' molto interessante, infatti e infine, leggere il passaggio in cui si parla anche della dieta raw, ovvero quando si sceglie di alimentare il cane con sola carne cruda. «Vi è un crescente interesse da parte delle persone nell’alimentazione di diete non convenzionali, come quelle che utilizzano ingredienti crudi o ingredienti di origine vegetale (diete vegetariane o vegane). In un recente sondaggio condotto nel Regno Unito, il 7% e quasi l’1% degli umani di riferimento di animali domestici hanno riferito di nutrire il proprio cane rispettivamente con una dieta cruda o vegana. Il veganismo è una scelta alimentare sempre più popolare tra gli esseri umani, con recenti sondaggi che indicano che il 2-3%, il 4% e il 3% delle persone nel Regno Unito, in Europa e negli Stati Uniti, rispettivamente, sono vegani. Sebbene sia ancora raro l’uso di diete a base vegetale (vegane o vegetariane) per i cani sta diventando sempre più popolare, in particolare tra coloro che sono vegani. È interessante notare che anche la popolarità delle diete crude è in aumento, con lo stesso sondaggio che suggerisce che il 7% della popolazione di persone utilizza questo metodo, una proporzione simile a quella riportata in un recente studio internazionale, dove il 9% dei cani vengono nutriti esclusivamente con cibi crudi. La ragione principale che le persone adducono per considerare una dieta a base vegetale è la preoccupazione per il benessere degli animali, mentre coloro che alimentano diete crude ritengono che queste siano più “naturali” e più sane degli alimenti commerciali, nonostante l’assenza di prove a sostegno di ciò. Nonostante la loro crescente popolarità, permangono preoccupazioni riguardo alla sicurezza dell’alimentazione con alimenti non convenzionali; sia per i cibi vegani che crudi in termini di adeguatezza nutrizionale. Per gli alimenti crudi, ci sono ulteriori preoccupazioni circa la contaminazione, sia da parte di batteri patogeni che di batteri resistenti a molteplici antimicrobici».

Come ha scritto Maria Mayer, veterinaria esperta in nutrizione e membro del comitato scientifico di Kodami, le domande da porsi in merito sono dunque prima di tutto altre e attengono alla conoscenza della specie: «Quando si parla dell’argomento cibo vegano/vegetariano per cane e anche per gatto, spesso sento dire “ma nelle crocchette ci stanno gli amidi, quindi sono in grado di digerirli e quindi possiamo considerarli onnivori”. In realtà non è così. La definizione di onnivoro o di carnivoro fa riferimento infatti alle capacità enzimatiche e metaboliche dell'organismo. I carnivori sono animali che ricavano il glucosio, combustibile necessario a tutti gli organismi per vivere, prevalentemente da proteine, poiché ne hanno le capacità, geneticamente determinate. In particolare, i carnivori “creano” glucosio a partire dalle proteine animali, che sono ricche di aminoacidi gluconeogenetici. La divisione filogenetica tra carnivori, onnivori e erbivori non va cercata quindi banalmente nel “cosa mangiano in natura”, ma in queste vie metaboliche e nelle peculiarità anatomiche dell'animale».

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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