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23 Gennaio 2021
8:53

La detenzione di Papillon: dopo la bocciatura del Tar si punta alla Corte di Giustizia europea

Papillon, l'orso M49, è stato catturato e messo nel centro faunistico di Casteller. Dopo che la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha respinto l'appello delle associazioni animaliste relativo alla richiesta di annullare le ordinanze di cattura firmate dalla Provincia autonoma di Trento il prossimo passo potrebbe essere adire la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

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Giornalista
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Forse la storia di M49, l’orso che tutti conoscono come Papillon, potrebbe arrivare davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Dopo che la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha respinto l'appello delle associazioni animaliste relativo alla richiesta di annullare le ordinanze di cattura dell'orso M49 firmate dalla Provincia autonoma di Trento, la Lega Nazionale Difesa del Cane, che aveva presentato il ricorso al TAR, sta infatti valutando con i suoi avvocati questo ulteriore passaggio per non far cadere nel dimenticatoio la lotta per la liberazione degli orsi prigionieri nel Centro faunistico di Casteller.

I motivi per cui il Tar ha bocciato il ricorso

Il ricorso era stato presentato dopo una prima bocciatura da parte del Tar. Secondo la Corte, presieduta da Franco Frattini, erano «sussistenti i presupposti per l'esercizio del potere contingibile e urgente» sulla base dei quali la Provincia aveva deciso di emettere gli atti contestati. «A fronte del silenzio del ministero – aveva aggiunto la Corte – il presidente della Provincia ha fatto ricorso al potere di carattere eccezionale che gli consentiva di pervenire, attraverso un procedimento più snello, al risultato oggetto della richiesta di autorizzazione (catturare l’orso)». Insomma secondo il Consiglio di Stato la decisione del Presidente della Provincia Fugatti di imprigionare Papillon è legittima anche perché, ricorda la Corte, il ricorso all'ordinanza contestata «è ammesso anche dal Pacobace», cioè il Piano d'Azione interregionale per la conservazione dell'Orso bruno sulle Alpi centro-orientali.

Lascia sperare quanto però sottolinea la Corte e cioè che «la possibilità riconosciuta al presidente della Provincia di catturare e tenere in captivazione permanente specie protette non esonera lo stesso dall'assicurare all'esemplare un habitat il più vicino possibile a quello naturale, per non costringere tale esemplare a vivere in uno stato di abbrutimento». E questo potrebbe essere in contrasto con quanto affermato da molti: gli orsi, tra cui Papillon, che vivono al Casteller soffrono perché ridotti a spazi insufficienti per le loro esigenze etologiche.

«Un orso che non ha mai aggredito le persone»

Tanti i commenti negativi da parte del mondo dell’animalismo italiano.«Oggi è un giorno triste per la natura e per gli animali. L’uomo nei panni di giudice del Consiglio di Stato ha decretato la galera a vita di un animale fiero, timido e nato libero, il povero M49 – ha commentato Animal Aid sui suoi canali social –  Questo orso, accusato di essere confidente e pericoloso per le comunità trentine, senza che abbia mai aggredito persone, ormai sarà destinato a rimanere chiuso in una cella di 6×2 m per tutto il resto della sua vita».

«Il Consiglio di Stato, respingendo l’appello delle associazioni animaliste contro le ordinanze di cattura e captivazione dell’orso Papillon, ha ferito la sensibilità della maggioranza degli italiani che volevano libertà del plantigrado.- ha commentato Rinaldo Sidoli portavoce di Alleanza Ecologista APE – Oggi è stata scritta la più brutta pagina sui diritti degli animali in quanto la detenzione a vita di M49 non rispetta le caratteristiche etologiche dell’animale selvatico. Ricordiamo che questa specie è abituata a spostarsi anche in un raggio di 50 chilometri e imprigionarlo in un area inferiore al mezzo ettaro è maltrattamento». Sidoli ha inoltre fatto riferimento anche alla famosa relazione dei Carabinieri che riferiva sulle cattive condizioni dell’orso dopo l’unico sopralluogo effettuato a Casteller. Nella relazione gli uffici specializzati Cites dei Carabinieri sottolineavano come «M49 ha smesso di alimentarsi e scarica tutte le sue energie contro la saracinesca della tana». La relazione era uno dei punti chiave su cui si sono basate tutte le argomentazioni che puntano ad arrivare alla liberazione di Papillon. Un argomento forte che i gruppi animalisti hanno fatto proprio e che Sidoli non ha dimenticato di sottolineare.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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