Un anno fa, precisamente durante il mese di febbraio, un terribile episodio di maltrattamento a danno di una ventina di cani, anche cuccioli, e di altri animali tra cui alcuni furetti e conigli e persino una pecora era stato segnalato a Vittoria, in provincia di Ragusa, dai volontari Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali).
A seguito della denuncia partita dai volontari erano scattate delle indagini condotte dal personale del servizio sanitario dell’Asp che avevano permesso di rintracciare dentro una proprietà privata di Vittoria una situazione di maltrattamento perpetrata a danno di alcuni animali. I cani venivano detenuti a catena o ingabbiati, verosimilmente usati per le attività di caccia e insieme ad esemplari di furetto, anch’essi purtroppo utilizzati da alcuni bracconieri in modo illecito.
I cani erano stati ritrovati in cattive condizioni igienico sanitarie, denutriti e costretti tra i propri escrementi a vivere in spazi angusti e ristretti, sicuramente non in linea con le proprie esigenze.
Ora, a distanza di un anno, in seguito ad un controllo effettuato in merito a questa situazione di maltrattamento, i volontari dell'Oipa hanno reso noto che: «nulla è cambiato. Gli animali sono detenuti sempre nelle stesse pessime condizioni dell’anno addietro e questo non fa altro che sottolineare l’inefficienza delle leggi a tutela degli animali, che di fatto non riescono ad intervenire in modo efficace».
«Poco o niente – conferma a Kodami il responsabile delle guardie zoofile dell’Oipa Ragusa, Riccardo Zingaro – è cambiato rispetto alla situazione segnalata da noi volontari lo scorso anno – Abbiamo ripetuto un controllo a distanza di un anno e nel reportage abbiamo inserito nuovamente gli stessi indici di maltrattamento: abbiamo trovato infatti ancora animali tenuti a catena, altri ingabbiati mentre alcuni erano liberi in una specie di recinto. Solo in questo caso il soggetto già precedentemente segnalato, si è adeguato alla prescrizione che l’Asp gli aveva dato, ordinando di costruire uno spazio per permettere agli animali di vivere in condizioni più discrete, ma per il resto non è cambiato niente».
Un sequestro di tipo amministrativo: questo era stato il provvedimento indirizzato al soggetto detentore degli animali, dopo l’accertamento dei maltrattamenti condotto dal personale Asp e dalle guardie Zoofile.
«Il sequestro di tipo solo amministrativo si traduce di fatto in un affido degli animali allo stesso detentore, per cui questa è una grossa falla del sistema che deve essere necessariamente attenzionata e cambiata – continua Zingaro – i cani sono stati dati in custodia sempre allo stesso soggetto che li ha detenuti in quelle condizioni, con l’unica differenza che si è dovuto adeguare a delle prescrizioni che, nella realtà, poco cambiano le cose, perché gli animali sono comunque costretti a vivere una vita lontana dalla tutela e dall’assicurazione di un benessere psico fisico».
In seguito alla verifica condotta, che ha permesso di constatare la permanenza del maltrattamento a danno degli animali, Zingaro ha nuovamente sollecitato l’Asp e la Polizia Municipale, segnalando come, nonostante un sequestro e delle prescrizioni di legge rivolte al soggetto detentore, i cani siano costretti a vivere ancora in condizioni non adeguate.
«Purtroppo, spesso, si procede con un sequestro non penale, perché materialmente mancano i posti nelle strutture per accogliere dieci, venti, trenta animali. Ma comunque nessuno procede a controlli regolari delle situazioni già segnalate se non i volontari – conclude Zingaro – Non è più possibile gestire situazioni di estrema urgenza, come questa, tappando qualche buco con soluzioni temporanee. E’ ora di agire, prevedendo delle leggi che davvero tutelino gli animali, che sono ancora vittime di crudeltà da parte dell’uomo e dell’assenza delle istituzioni».