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29 Ottobre 2023
9:24

La denuncia di Nino Frassica: «Sappiamo che il nostro Hiro è trattenuto da persone»

Dopo quasi un mese di aggiornamenti riguardo alle ricerche del gatto Hiro della famiglia di Nino Frassica scomparso a Spoleto, è lo stesso comico a lanciare una vera bomba. Secondo quello che dice la coppia in un nuovo video su Instagram, il micio sarebbe in sostanza stato rubato e loro sanno da chi.

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Non si è ancora potuto scrivere la parola fine sulla triste storia del gatto Hiro, il Sacro di Birmania di Nino Frassica scomparso e ancora non ritrovato a Spoleto dove l’attore e la moglie erano temporaneamente ospitati per le riprese della nuova stagione della fiction Don Matteo. Dopo quasi un mese di aggiornamenti riguardo alle ricerche sugli account Instagram della coppia, ieri è lo stesso comico a lanciare una vera bomba: «Qui abbiamo finito e ora siamo in partenza per Roma. Sappiamo però che Hiro è trattenuto in una casa di Piazza Campello a Spoleto. Abbiamo fatto di tutto per farcelo ridare, ma nulla. A questo punto confidiamo nel fatto che una volta tornati a Roma possano rilasciarlo. Siamo disposti ad aumentare la ricompensa a 10mila euro. Grazie a tutti, attendiamo notizie».

La storia di Hiro comincia all'incirca i primi di ottobre, quando una mattina il gatto scompare lasciando nella più totale angoscia la celebre coppia. Essendo molto seguiti sui social, prima Frassica e a seguire la moglie Barbara Exignotis, hanno cominciato subito a postare su Instagram gli aggiornamenti sulle ricerche. Con il passare dei giorni, la storia è diventata una vera e propria avventura che ha visto aggiungersi particolari su particolari: prima la ricompensa, poi i cani molecolari, poi l’accusa alla vicina colpevole secondo loro di averlo cacciato da casa sua spaventandolo e disorientandolo, dopo che il gatto per sbaglio si era intrufolato nell’appartamento della signora dalla finestra. Quindi la ricompensa tolta per il caos che si era venuto a creare nelle ricerche, che aveva visto Spoleto riempirsi di persone di altre città arrivate per cercare il micio. Ancora rimettendo la ricompensa per poi arrivare a ieri con l’ultimo appello e l’ultima sconcertante notizia: Hiro sarebbe stato sostanzialmente rubato.

Il post lanciato da Frassica si è ovviamente riempito di commenti, il primo dei quali ha posto la più ovvia delle domande, quella che probabilmente tutti si sono fatti ascoltando l'attore nel video: come mai non è stata fatta denuncia ai carabinieri, dal momento che conoscono chi tiene il gatto e che il micio ha il microchip? Il motivo, spiegato da Frassica sarebbe che non avendo le prove del furto, dovrebbe fare una denuncia di scomparsa che servirebbe a ben poco in questa situazione» visto che evidentemente Hiro tra le mani di queste persone individuate dalla coppia, nessuno lo ha visto.

A spiegare ancora meglio cosa sta succedendo è Exignotis, la quale tra i commenti offre alcune spiegazioni in più: «Il nostro Hiro non è scappato, è questo il punto. Le abbiamo provate tutte e quando abbiamo scoperto che lo avevano questi due pazzi abbiamo provato di tutto. Ma è stato tutto inutile, non ci fanno entrare. Queste persone sono malate. Accumulatori di gatti belli. Sappiamo chi sono e siamo stati anche a casa loro una volta e ho trovato i peli di Hiro. Quasi tutti sanno e non parlano».

Accuse molto forti, in effetti, per una storia dai contorni poco chiari, onestamente, dove diciamo che, al momento, a rimetterci è il gatto conteso, che chiaramente non ha colpe, se non quella di essere per natura curioso tanto da uscire dalla sua casa per andare a scoprire il mondo all’esterno, non pensando minimamente di poter essere messo in mezzo a tutta questa insolita e assurda vicenda, più umana che animale.

In quanto agli accumulatori seriali, qualora fosse dimostrato quello che pensa la moglie di Frassica sugli individui che dovrebbero avere preso il povero Hiro, per quanto nel nostro Paese, non esista nessuna legge a livello nazionale che stabilisca un numero massimo di animali con cui si può convivere, a livello locale, invece, vi sono numerosi regolamenti che, con l’obiettivo di garantire il benessere degli stessi, ma anche una adeguata igiene pubblica, pongono un limite al numero di animali che è possibile detenere.

Solitamente, però, questi numeri sono abbastanza ridotti e facendo principalmente riferimento a cani e gatti si attestano intorno a un massimo di dieci. Il problema è che nel caso degli accumulatori seriali gli animali raccolti sono ben di più tanto che la maggior parte delle volte arrivano a un numero talmente alto da rendere praticamente impossibile farli vivere in condizioni sostenibili sia da un punto di vista igienico-sanitario sia da quello del benessere loro ma anche delle persone. La detenzione in queste condizioni, seppure non esista un reato specifico con cui punirla, integra però altre fattispecie di reato e principalmente quelle di “detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze” e “maltrattamento di animali”.

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Simona Sirianni
Giornalista
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