«La corrida è peccato»: il blitz degli animalisti in Vaticano

Un gruppo di attivisti della PETA ha fatto un blitz in Vaticano durante l'udienza del mercoledì di Papa Francesco per chiedere di condannare la corrida.

8 Agosto 2024
16:04
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Un gruppo di attivisti della PETA hanno fatto un blitz in Vaticano durante l'udienza del mercoledì di Papa Francesco per chiedere di condannare la corrida. Le due attiviste hanno scavalcato le transenne e correndo per i corridoi hanno mostrato al Pontefice un cartello con la scritta "La corrida è peccato", poco dopo sono state fermate e scortate fuori dalle guardie svizzere.

«Poiché numerosi Paesi stanno saggiamente vietando questa forma malata di "intrattenimento", Papa Francesco deve immediatamente denunciare questo sport di sangue e tagliare i vergognosi legami della Chiesa cattolica con la corrida», hanno dichiarato in una nota.

Non è la prima volta che il gruppo internazionale per la tutela degli animali chiede al Papa di esporsi per denunciare lo sfruttamento nei confronti dei tori impiegati nella corrida, era già successo a gennaio dello scorso anno, quando due attivisti avevano fatto irruzione nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura durante la celebrazione dei Secondi Vespri. Il copione è sempre lo stesso: superare i cancelli, mostrare i cartelli e poi essere fermati dalle guardie svizzere.

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Foto di Esa Ennelin via Peta

La Peta con questi gesti torna a sottolineare il legame esistente tra la Chiesa e questi spettacoli crudeli: «Sua Santità Papa Francesco ha scritto nella sua enciclica Laudato si' che "ogni atto di crudeltà verso qualsiasi creatura è ‘contrario alla dignità umana'". Già nel XVI secolo , Papa Pio V, che nel frattempo è stato canonizzato, aveva proibito le corride, che aveva descritto come "crudeli" e contrarie alla "pietà e alla carità cristiana". Eppure i preti cattolici officiano cerimonie religiose nelle arene e persino assistono i toreri in cappelle costruite all'interno delle arene».

In realtà, nonostante l'enciclica Laudato si', Francesco non si è mai dimostrato particolarmente incline ad ascoltare le posizioni degli amanti degli animali. Al contrario, spesso nei suoi interventi pubblici ha condannato le famiglie con animali, ritenendo questo rapporto sostitutivo di quello genitoriale. Anche a seguito del blitz in Vaticano il Papa non ha speso parole di alcun genere rispetto all'appello degli attivisti.

Le corride quindi continuano con la benedizione delle autorità della Chiesa, nonostante la crudeltà che permea ogni aspetto di questa tradizione. I tori che entrano nelle arene affrontano prima i picadores che lo colpiscono con le lance nella schiena e sul collo, poi sopraggiungono i banderilleros, armati di piccole lance, i quali feriscono ulteriormente l'animale facendolo correre in cerchio per disorientarlo. Solo a questo punto entra in scena il matador, chiamato anche l'espada, che ha lo scopo di finire il toro trafiggendolo con un colpo della lunga spada, mirando alla vena aorta oppure ai polmoni.

Uno spettacolo che in Spagna attrae sempre meno persone, ma che prosegue nelle arene delle maggiori città, dove continua a richiamare turisti interessati a uno spettacolo di sangue.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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