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6 Maggio 2024
17:20

La controversa caccia ai gatti ferali aperta in Nuova Zelanda torna a far discutere

La caccia al gatto organizzata in Nuova Zelanda per tutelare la fauna selvatica l'anno scorso era stata chiusa, dopo le proteste degli animalisti. Tuttavia, l’organizzatore Mat Bailey ha affermato che le controversie sono servite solo a fare più pubblicità all’evento di quest'anno.

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La caccia ai gatti ferali indetta nella regione neozelandese di North Canterbury aveva già suscitato notevoli polemiche lo scorso anno, scatenando proteste a livello internazionale che si sono concluse con la decisione di cancellare la categoria nella competizione del 2023, revocata però dopo alcune settimane. Quest’anno, l’organizzatore Mat Bailey ha dichiarato che le controversie sono state un’ottima pubblicità e si prevede che il numero di cacciatori aumenti per la stagione del 2024.

A detta di Bailey, ciò che li spinge ad organizzare questo evento è la tutela delle specie selvatiche autoctone. Fin da quando i gatti furono domesticati per la prima volta oltre 9.000 anni fa, noi esseri umani li abbiamo portati in giro per il globo praticamente ovunque, introducendoli in tutti i continenti a eccezione dell'Antartide, dove gli esemplari fuggiti e rinselvatichiti hanno dato vita a popolazioni ferali di predatori alloctoni.

Il gatto domestico, infatti, non è solo una delle specie più diffuse del pianeta, ma anche una delle più problematiche per la biodiversità globale. Nonostante la piccola taglia e l'aspetto tenero che li ha resi uno degli animali più amati in assoluto, i gatti liberi di vagare e cacciare altri animali sono infatti causa, inconsapevolmente, di un problema ecologico: si stima che siano oltre 2.000 le specie predate dai gatti in tutto il mondo, tra cui 350 di queste già a rischio di estinzione.

Solo in Nuova Zelanda si stima che i gatti ferali uccidano fino a 100 milioni di uccelli ogni anno, oltre a numerosi pipistrelli, lucertole e altre specie autoctone e vulnerabili, e in più possono diffondere malattie tra altri animali domestici da allevamento. È chiaro che le popolazioni di questi animali debbano quindi essere controllate e gestite sapientemente da esperti competenti, mentre la spettacolarizzazione della loro morte attraverso tornei di caccia è ben lontana dall’essere una soluzione accettabile.

L'anno scorso, i cacciatori hanno eliminato 242 gatti, un numero di cui Bailey ha detto di essere fiero e che spera di superare quest’anno, poiché tutte le polemiche del 2023 hanno portato maggiore interesse sull’evento. «Ogni tipo di pubblicità è una buona pubblicità», ha infatti dichiarato l’organizzatore al The New Zealand Herald. Quest’anno la competizione si svolgerà dal 28 giugno al 30 giugno, mentre la caccia ai gatti ferali è aperta già dal 30 aprile fino alla data di fine dell’evento.

Bailey, poi, ha “rassicurato” i manifestanti, spiegando che i gatti domestici non saranno coinvolti in quanto tra le regole è specificato che è necessario trovarsi a 10 km al di fuori delle aree residenziali e che gli animali ferali saranno catturati tramite trappole che ne consentano l’identificazione con scansione dei microchip prima dell’abbattimento effettivo. «Date un'occhiata agli articoli sugli uccelli – ha detto Bailey – Ci vogliono solo uno o due gatti per eliminare 50 nidi. Se potessimo avere un paese senza gatti ferali, vedremmo uccelli nei cortili di tutto il paese […] Questi animali devono morire».

Wayne Beggs, direttore delle operazioni del Dipartimento di Conservazione, conferma che ci sono numerosi esempi in tutta la Nuova Zelanda in cui la fauna selvatica è stata colpita dai gatti selvatici, ma non esistono regole centralizzate sulla gestione dei gatti come invece esistono per i cani. Per quanto il problema della conservazione della fauna autoctona sia evidente è necessario trovare una modalità consona al controllo delle popolazioni di gatti ferali, animali importati e liberati dallo stesso essere umano che ora vuole sterminarli.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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