La sua conchiglia fusiforme può crescere fino a 60 cm di lunghezza ed è tra le più ricercate da turisti, curiosi e collezionisti. Si chiama Triplofusus giganteus, è il mollusco simbolo della Florida e la sua popolazione potrebbe essere vicina al collasso. Secondo un nuovo studio, condotto dalla University of South Florida e pubblicato su PLOS ONE, questo gasteropode gigante fino a poco fa considerato abbondante e incredibilmente longevo, è molto più a rischio estinzione di quanto si pensasse finora. Studiando i tassi di crescita e l'età riproduttiva delle femmine, i ricercatori hanno infatti scoperto che sono sempre più piccoli, meno longevi e si riproducono poco.
Le conchiglie giganti di Triplofusus giganteus sono state raccolte per oltre un secolo da cacciatori di conchiglie, collezionisti o semplici turisti. Questo enorme gasteropode predatore, tra i più grandi invertebrati al mondo, vive lungo la costa atlantica delle Americhe, dallo della Carolina del Nord, fino allo Yucatán nel golfo del Messico.
Fino a qualche tempo fa i ricercatori credevano che questo lumaca potesse vivere addirittura per mezzo secolo, e che era quindi in grado di riprodursi numerose volte nella vita riuscendo così a rimpiazzare in qualche modo i numerosi esemplari raccolti a scopo commerciale. Ma non è così.
Studiando i tassi di crescita del guscio negli esemplari conservati nei musei, i ricercatori sono riuscite a stimare in maniera più precisa la sua durata massima di vita, la velocità con cui cresce, l'età della prima deposizione delle uova e il numero massimo di stagioni riproduttive delle femmine. Per farlo hanno analizzato le bande chimiche della conchiglia, riuscendo a contarle come fossero gli anelli di un albero e misurando così la sua velocità di crescita annua.
A differenza degli anelli degli alberi, che sono visibili, le bande chimiche possono però essere rilevate solo attraverso analisi geochimiche di alcuni isotopi mediante la sclerocronologia, la disciplina che studia e misura la crescita delle parti dure e mineralizzate degli organismi, come ossa, denti e appunto conchiglie.
Dai risultati è emerso che Triplofusus giganteus non vive affatto fino a 50 anni e nemmeno per decenni. La lunghezza media della sua vita è stata stimata in "appena" otto o massimo dieci anni. Inoltre, analizzando i picchi nei livelli di carbonio nella conchiglia, hanno anche scoperto che le femmine non iniziano a riprodursi prima dei sei anni di vita, riducendo così la finestra temporale per dar vita alle nuove generazioni ad appena due o quattro anni.
Questo è un cambiamento drammatico rispetto alla precedenti convinzioni che le femmine potessero riprodursi per molti anni, e nonostante ogni singola femmina può deporre fino a 28mila uova l'anno, questo significa che stiamo raccogliendo molti più esemplari di quelli che nascono in natura. Nel loro studio i ricercatori non hanno raccolto esemplari in natura per non danneggiare ulteriormente le popolazioni selvatiche, ma confrontando questi dati con le fotografie delle femmine osservate in mare, la situazione potrebbe essere anche peggiore di così.
Gli esemplari più grandi che hanno incontrato sui fondali sono persino più piccoli e più giovani di quelli analizzati nel loro studio. Questo vuol dire che in natura le femmine adulte rimaste potrebbero essere ancora meno longeve e meno prolifiche di quanto stimato, nonostante siano protette e la loro raccolta vietata. D'altronde, i dati commerciali delle conchiglie raccolte in Florida parlano chiaro e sono drammatici: nel 1996 i pescatori avevano raccolto 14511 esemplari, diventati 6124 nel 2000, 1461 nel 2015 e appena 67 nel 2020.
I ricercatori lanciano quindi l'allarme: se la raccolta degli esemplari non verrà regolamentata in maniera più stringente, la conchiglia che nel 1969 è stata dichiarata ufficialmente simbolo della Florida potrebbe sparire presto per sempre. I risultati sono chiari Triplofusus giganteus deve essere protetto a qualunque costo.
La foto di copertina è di Kevin Bryant