La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha votato per rafforzare le norme sulle emissioni industriali dell’Unione Europea, includendo per la prima volta nell’elenco delle fonti di inquinamento anche gli allevamenti intensivi di bovini ed equiparandoli, così, alle industrie maggiormente inquinanti.
I membri della Commissione sono stati chiamati a votare sull’inasprimento della cosiddetta Direttiva sulle emissioni industriali, l’insieme di norme sulla prevenzione e il controllo dell'inquinamento derivante da emissioni nell'aria, nell'acqua e nel suolo da parte di grandi impianti agroindustriali, e tra le proposte avanzate c’è stata quella di estenderla anche agli allevamenti di bovini su larga scala e di includere un maggior numero di allevamenti di suini e polli tra quelli intensivi, abbassando la soglia oltre la quale è necessario richiedere autorizzazioni per operare.
L’attuale Direttiva sulle emissioni industriali dell’UE prevede che gli allevamenti di suini e pollame siano considerati allevamenti intensivi se hanno più di un certo numero di animali, e che siano quindi soggetti a regole simili a quelle previste per le altre industrie inquinanti. La Commissione Europea ha quindi proposto di includere nella norma allevamenti di suini e pollame con più di 200 “unità di bestiame adulto” e, per la prima volta, anche gli allevamenti di bovini con 300 o più unità di bestiame adulto. La Commissione aveva inizialmente proposto una soglia di 150 unità per queste attività, soglia che è stata poi innalzata a 250. A 150 unità corrispondono un allevamento con 500 maiali, 150 mucche da latte, 10.700 galline ovaiole o 21.400 polli per la produzione di carne.
Il settore zootecnico responsabile del 54% delle emissioni di metano nell'UE
La parola adesso passa al Parlamento Europeo, che sarà chiamato a votare la proposta della Commissione sulla Direttiva emissioni industriali durante la sessione plenaria, dal 10 al 14 luglio. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, il settore zootecnico da solo è responsabile del 54% di tutte le emissioni di metano di origine antropica dell’UE, soprattutto da parte dei bovini, e del 94% delle emissioni di ammoniaca, oltre che una tra le principali cause della perdita di biodiversità. La presa di posizione della Commissione Ambiente Europea, dunque, sembra andare nella direzione di una maggiore regolamentazione degli allevamenti, a tutela sia dell’ambiente sia del benessere animale. Ma molto ancora c’è da fare.
Soddisfatte, anche se non ancora del tutto, le associazioni che si occupano di tutela animale: «L’innalzamento della soglia dettato dal voto purtroppo significa che la direttiva non sarà così efficace come avrebbe potuto essere nel controllo delle emissioni provenienti dall’allevamento animale – fanno sapere da Essere Animali – L’inclusione dei bovini invece è comunque un passo nella giusta direzione in quanto riconosce i grandi allevamenti di bovini come industrie inquinanti».
«I maxi allevamenti intensivi devono essere trattati come industrie inquinanti – ha detto Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia – Troppi animali in poco spazio è la ricetta perfetta per avere aria, acqua e suolo inquinati e per foraggiare i cambiamenti climatici. Le aziende agricole che lavorano in sicurezza entro i limiti naturali del Pianeta devono essere sostenute, mentre le fabbriche di carne inquinanti vanno consegnate alla storia».