Nei cani la coda come si sa ha molti usi. Serve come espressione delle emozioni e anche per comunicare agli esseri umani come ad altri cani le proprie intenzioni.
Per alcuni ricercatori che hanno passano anni a studiare l'anatomia dei cani durante tutte le complesse attività che svolgono durante la giornata, la coda dei nostri fidati amici a quattro zampe però non presenta un'importante funzione che invece è presente nelle code di altri animali, selvatici e domestici.
Secondo un articolo in pre stampa sul server Biorxiv, dal titolo "Tail wags the dog is unsupported by biomechanical Modeling of Canidae Tails Use during Terrestrial Motion", gli esperti descrivono come la modellazione di molteplici scheletri di cani, appartenenti a razze differenti, mostra che i movimenti della coda non fanno quasi alcuna differenza sulla loro traiettoria quando saltano in aria.
A differenza così dei gatti e di tanti altri animali che sfruttano la coda per ottenere un equilibrio migliore durante il salto o per ammortizzare una caduta, i cani secondo l'articolo non sfruttano la coda per queste funzioni. In pratica, gli scienziati ritengono che per un cane muovere la coda a metà o inizio salto cambia di poco o nulla la traiettoria, se non di una piccola frazione di grado, che può essere tra l'altro spiegata tramite la presenza del vento o la resistenza dell'aria.
«Sembra che gli impatti inerziali che il movimento della coda ha su manovre complesse come il salto abbiano poco o nessun effetto su questi animali», scrivono gli autori dello studio, capeggiati da Tom Rottier, fino a pochi mesi fa al Max Planck Institute di Stuttgart, in Germania, e ora all'Università di Manchester nel Regno Unito. «L'utilizzo della coda durante il salto raggiunge quantità molto basse di movimento del centro di massa in tutte le razze, con la più grande variazione segnalata in alcune razze di media taglia e comunque inferiore a un solo grado».
Per determinare il ruolo che la coda dei cani svolge nella stabilizzazione del corpo durante il "volo", i ricercatori tedeschi ed inglesi hanno preso moltissimi dati dagli studi antecedenti che analizzavano in modo dettagliato il modo con cui i cani si muovono e saltano usando una tecnologia molto nota per il mondo del cinema e dei videogiochi: il motion tracking. Questa tecnologia ha permesso di costruire così modelli di 25 diverse razze di cani mentre saltano. Quindi, ha permesso di eseguire migliaia di salti simulati, correlandoli a video reali, con una alterazione costante della posizione delle code, per vedere se il posizionamento avesse un effetto significativo sul salto stesso.
Un lavoro che per quanto aiutato dalla tecnologia è stato improbo e che alla fine ha dato un unico responso, sempre secondo i ricercatori del Max Planck Institute: la presunta correlazione fra movimento della coda nel salto e riposizionamento nello spazio non esiste.
Inoltre i ricercatori hanno scoperto che i cani non dotati di coda sono anche in grado di saltare abilmente, indipendentemente dal loro handicap. Ed ancora, sembrerebbe che più grande è il cane più piccola diventa la coda in proporzione al salto e al suo corpo.
Se si utilizzano gli stessi modelli utilizzati per il salto, introducendo un fluido dalle differenti proprietà rispetto all'aria, i ricercatori sono anche convinti che si possa studiare il comportamento della coda durante il nuoto. In questo caso potrebbe forse risultare molto più utile all'animale: la coda di molti cani di media e grande taglia infatti presenta una sufficiente lunghezza e potenza da poter essere utilizzata come una sorte di pagaia o timone. Relativamente ai "cani bagnino" infatti si ritiene che l'adattamento artificiale provocato dalla convivenza con gli esseri umani avrebbe infatti spinto questi animali a conservare le proprietà più utili all'uomo, per quanto l'antenato del cane moderno era probabilmente un lupo dotato anch'esso di una coda piuttosto simile all'attuale.
Per quanto riguarda però il nuoto, i risultati sono preliminari e i ricercatori si sposteranno su questo argomento solo dopo che avranno chiarito definitivamente la loro posizione inerente al ruolo della coda nel salto. Sperano di ottenere nuovi dati prima di pubblicare la notizia definitiva su qualche rivista ma per ora il pre print è stato approvato dalla comunità scientifica globale.