Quando cerchiamo informazioni su determinati animali spesso possiamo imbatterci in particolari ed evocativi termini latini. Questi nomi sono utilizzati dagli esperti di tutto il mondo per la corretta identificazione univoca degli organismi, nonché per la loro catalogazione nella classificazione scientifica.
La classificazione dei viventi è stato un rivoluzionario sistema di raggruppamento di tutti gli esseri viventi ideato nel Settecento da Carl Von Linnè (italianizzato in Carlo Linneo), medico, botanico e naturalista svedese. È opinione comune attribuire a Linneo tutti i meriti: in realtà molti grandi scienziati prima di lui, a partire da Aristotele, studiando le forme naturali e notando graduali somiglianze negli esseri viventi, tentarono delle classificazioni.
Ad oggi, per la sua praticità e soprattutto in seguito al suo utilizzo da parte di Charles Darwin nelle sue opere, questo metodo è globalmente adoperato da botanici, zoologi e microbiologi.
L'albero della vita
Classificare vuol dire riunire determinati elementi in categorie in base a delle caratteristiche comuni. Nel metodo linneano le categorie sono organizzate in maniera gerarchica. Ripercorrendo a grandi linee la storia evolutiva, esse sono come una sorta di “rami” principali e secondari dell’albero della vita. La prima categoria in termini di importanza è la specie: ogni animale, batterio, pianta o fungo ha una sua precisa specie di appartenenza. Essa comprende tutti gli individui simili tra loro, in grado di riprodursi e di generare prole feconda. Quanto più “strettamente” sono imparentate due specie, tante più ramificazioni condivideranno.
La nomenclatura binomiale
Ogni specie, vivente o estinta, è contraddistinta da un proprio nome latino, antica lingua franca degli studiosi, formato da due termini e pertanto detto "nomenclatura binomiale": il primo, con la lettera rigorosamente maiuscola, definito Genere ed il secondo, con la lettera minuscola, definito epiteto specifico. Il lupo, ad esempio, viene chiamato Canis lupus. I botanici sono solitamente molto più pignoli, arricchendo il nome specifico di ulteriori informazioni riguardante scopritore la data di descrizione. La pianta di pomodoro è quindi chiamata Solanum lypersicum, Linnaeus 1753.
Le categorie tassonomiche superiori
Risalendo la gerarchia delle categorie, si incontrano raggruppamenti via via sempre più inclusivi come i termini "Famiglia", "Ordine", "Classe" (come la classe dei mammiferi a cui appartiene la nostra specie) e "Regno", alcune delle più famose categorie tassonomiche superiori.
In ordine di importanza:
- Divisione
- Regno
- Phylum
- Classe
- Ordine
- Famiglia
- Genere
- Specie
Vi sono inoltre una serie di categorie intermedie di importanza relativa, come "Subphylum" o "infraordine".
Differenze tra membri di una stessa specie, spesso legate ad adattamenti locali, invece, possono portare all'individuazione di sottospecie, contraddistinte da un'ulteriore epiteto: essendo una sottospecie nostrana di orso bruno, l'orso marsicano è propriamente chiamato Ursus arctos marsicanus.
Continuando l’esempio precedente, lupi e volpi appartengono entrambi al Regno Animalia, phylum Chordata, Classe Mammalia, Ordine Carnivora, Famiglia Canidae, separandosi però a livello di genere. Attenzione però: non è possibile appartenere a due diversi gruppi tassonomici dello stesso tipo: essendo un mammifero, una balena non è assolutamente un pesce, e non possono esistere, come si pensava in epoca antica, i "piantanimali", enigmatici organismi citati nei codex medievali, a metà strada tra il regno animale e vegetale.
Due domini e sette regni
A partire dalla loro creazione, oltre due secoli fa, le categorie tassonomiche linneane hanno subito diverse modifiche, rispecchiando anche differenti scuole di pensiero dei diversi esperti.
L'ultima revisione (2004), attualmente condivisa dalla maggior parte degli scienziati, è quella del biologo britannico Cavalier-Smith, che individua due domini e sette regni: i regni dei batteri e degli archeobatteri appartenenti al dominio Prokaryota, ed i regni di piante, animali, funghi, cromisti e protisti appartenenti al dominio Eukaryota.
Ma come funziona la classificazione e come vengono scelti questi nomi?
Supponiamo di essere uno dei fortunati scopritori di un nuovo organismo: una muffa, una pianta tropicale o un piccolo crostaceo delle profondità marine. Vi sono una serie di regole da seguire però per potergli attribuire un nome ed inquadrarlo nelle giuste categorie tassonomiche. Per prima cosa, è importante essere certi di essere davvero i primi. Non è raro imbattersi in animali poco conosciuti che, grossolanamente, non venendo identificati, vengono rinominati più volte. In tal caso il nome corretto è il primo attribuito in ordine cronologico, mentre gli altri saranno sinonimi.
È importante quindi un accurato studio morfologico, etologico e genetico che ci dirà dapprima le somiglianze con altri organismi, e quindi le sue unicità. Magari la farfalla che abbiamo appena scovato ha una forma molto simile ad un genere già noto ma una colorazione e dei comportamenti totalmente unici. La inseriremo allora in quel genere e di conseguenza anche nelle categorie superiori, ma potremmo scegliere a nostro piacimento l’epiteto specifico, basandoci ad esempio su una caratteristica distintiva, omaggiando un nostro maestro o magari noi stessi! Infine, una Commissione Internazionale giudicherà il nostro lavoro, accogliendo o proponendo delle correzioni.
A partire dalla sua ideazione, con il progresso delle scoperte biologiche la classificazione dei viventi ha incluso sempre più organismi, comprendendo ora più di un milione e mezzo di nomi specifici. Stime caute suggeriscono però che possano esistere milioni di specie ancora da scoprire e da catalogare, mantenendo viva la speranza di ogni naturalista di poter mettere la propria firma sull'albero della vita.