Certe storie animali hanno il potere di lasciarci a bocca spalancata e quella che ha come protagonista la vanessa del cardo, una farfalla colorata e molto comune anche in Italia, è senza dubbio una di queste. Piccola, leggera, ma incredibilmente resistente, questa farfalla ha intrapreso un viaggio epico che probabilmente aiuterà a riscrivere i libri di etologia. Secondo infatti un nuovo studio pubblicato su Nature Communications, questa farfalla migratrice ha compiuto una traversata transatlantica da record, volando per oltre 4.200 km dall'Africa occidentale fino al Sud America, nella Guyana francese.
Ma attenzione, gli stessi autori dello studio ipotizzano addirittura che il punto di partenza potrebbe anche essere stato l'Europa, eventualità che estenderebbe la migrazione fino a oltre 7.000 km. Un'impresa che, considerando la dimensione e la fragilità di questi insetti, appare quasi inconcepibile. Il viaggio, che è durato dai 5 agli 8 giorni, ha visto queste farfalle sfidare le avversità dell'oceano Atlantico, un ambiente notoriamente inospitale persino per gli uccelli migratori. E invece la vanessa, già nota per le sue incredibili migrazioni, ha dimostrato ancora una volta le straordinarie capacità degli insetti.
Ma come hanno fatto queste farfalle a compiere un'impresa simile? Gli autori ipotizzano che la vanessa (Vanessa cardui) sfrutti le correnti d'aria e i venti favorevoli, salendo a grandi altezze dove può viaggiare più velocemente e con meno sforzo. Queste correnti, come quelle del cosiddetto strato d'aria sahariano che trasporta la polvere del deserto anche qui in Europa, sono essenziali per permettere a questi piccoli viaggiatori di coprire distanze così immense senza esaurire le loro riserve di energia.
I ricercatori hanno infatti calcolato che senza l'aiuto del vento una vanessa può volare battendo le sue delicate ali solamente – si fa per dire – per 780 km. Prima di partire, anche le vanesse del cardo accumulano quindi riserve di energia sotto forma di grassi, che utilizzano durante il volo proprio come fanno gli uccelli. Questi grassi sono essenziali per la loro sopravvivenza, poiché forniscono l'energia necessaria per mantenere il battito delle ali continuo e costante quando le correnti non bastano più a trasportarle.
Inoltre, durante il viaggio, i lepidotteri devono fare i conti anche con le condizioni meteorologiche avverse, la mancanza di punti di riferimento e la totale assenza di fonti di nutrimento o superfici su cui potersi anche solo posare. Tutto è partito da un'osservazione di vanessa del cardo effettuata nell'ottobre del 2013 su una spiaggia della Guyana francese, piuttosto lontano dall'areale della specie che include prevalentemente Europa e Africa, continenti tra cui fa normalmente su e giù durante le sue consuete migrazioni stagionali.
I ricercatori hanno poi ricostruito le traiettorie del vento per il periodo precedente all'arrivo e hanno trovato condizioni meteorologiche eccezionalmente favorevoli che potrebbero supportare una traversata transatlantica dall'Africa occidentale, ipotesi supportata anche dal polline africano trovato sulle farfalle. Tuttavia, i lepidotteri potrebbero persino essere partiti da molto più lontano. Analizzando gli isotopi nelle ali, una firma chimica che della regione di origine, i ricercatori ipotizzano che i bruchi potrebbero persino essere nati in Europa occidentale, forse in Francia, Irlanda, Regno Unito o Portogallo.
Questo punto di partenza estenderebbe la lunghezza della migrazione fino a 7.000 km o persino di più. La scoperta di questo straordinario viaggio ha perciò implicazioni enormi per la comprensione delle migrazioni animali. Sebbene molte specie di uccelli e mammiferi sono bene note e parecchio studiate per i loro lunghi viaggi migratori, questi risultati dimostrano che anche gli insetti possono coprire distanze altrettanto straordinarie. E questo viaggio potrebbe persino influenzare il modo in cui gestiamo la conservazione delle specie migratrici e degli habitat lungo le loro rotte.
Il volo della vanessa del cardo dall'Africa occidentale al Sud America rimane una delle imprese più impressionanti del regno animale. Non solo evidenzia la straordinaria capacità di adattamento e resistenza di questi insetti, ma sottolinea anche l'importanza delle correnti atmosferiche come vere e proprie autostrade invisibili che collegano il nostro pianeta. Anche animali fin troppo spesso sottovalutati e che pesano meno di mezzo grammo, sono in grado di compiere imprese degne dei più grandi esploratori della storia umana.
In un'epoca in cui le notizie spesso ci raccontano di crisi ecologiche e perdita di biodiversità, storie come questa ci ricordano la meraviglia e la resilienza della natura. Ci mostrano che, nonostante le difficoltà, la vita trova sempre un modo di prosperare e di superare anche le sfide più difficile. E mentre ci fermiamo ad ammirare questo incredibile viaggio, possiamo solo meravigliarci della straordinaria bellezza e complessità del mondo naturale che ci circonda.