Per combattere la pandemia di Covid-19 la Cina ha deciso di seguire misure drastiche, uccidendo gli animali domestici senza il consenso dei loro compagni umani. I casi si stanno moltiplicando e sui social network monta l’indignazione. L’edizione on line della Bbc riporta di un caso a Shangarao, nella Provincia di Jangxi, con un operatore sanitario che stava disinfettando un appartamento di una donna mentre picchiava a morte il cane con un piede di porco.
Il filmato, registrato da una telecamera di sicurezza, è stato rilanciato sulla piattaforma Weibo dalla stessa pet mate che ha riferito di essere in quarantena in un hotel che non ammette animali domestici. Le autorità locali si sono scusate per l’accaduto, sottolineando che per questa ragione uno degli operatori sanitari è stato licenziato. Ma hanno anche detto, raccontando della pulizia dell'appartamento, che il cane è stato oggetto di uno "smaltimento innocuo". Kodami ha visto il video che però decide di non rilanciare se non per una immagine.
Un’inchiesta del South Cina Morning Post, quotidiano di Hong Kong, racconta di Lisa Li, di Pechino. Lei sa che ammalarsi non le conviene. Segue tutta una serie di regole, tra cui il distanziamento, per proteggersi. «Se mi capita di prendere il Covid-19, cosa succede se il mio gatto muore di fame o viene ucciso mentre sono in quarantena?», si domanda.
Una residente di Chengdu, nel Sudovest della Cina, ha scritto sulla piattaforma social Xiaohongshu che i suoi gatti sono stati uccisi dopo essere stata trasferita da casa per la quarantena. Due mesi prima, una donna del Nordest, ha fatto altrettanto su Weibo: i suoi tre gatti erano stati soppressi dopo essere risultati positivi al virus Sars Cov-2. Non ci sarebbero cure per gli animali, e quindi, secondo gli operatori sanitari locali, l’eutanasia sarebbe l’unica opzione.
«Sebbene il pubblico sia stato finora generalmente tollerante nei confronti della strategia, le lamentele sono in aumento – si legge nell'inchiesta del quotidiano di Hong Kong – Le persone affermano sempre più di essere stanche dell'epidemia. Il trattamento approssimativo e generale da parte del governo locale e degli operatori della comunità per contenere il virus, compreso il cattivo trattamento degli animali domestici, è eccessivo», si legge sul giornale.
Ma gli animali domestici possono diffondere il virus? Per i Cdc, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione della malattia, il rischio che gli animali diffondano il virus agli esseri umani è molto basso. Come aveva spiegato a Kodami il professor Giovanni Di Guardo, già docente di Patologia generale e Fisiopatologia veterinaria dell'Università di Teramo, «in nessun’altra specie, oltre al visone, è stato notato che il virus muti e torni all’uomo. Per esempio, stando alle evidenze scientifiche, c’è stato un passaggio dall’uomo a un gatto, come quello della ‘variante inglese', ma non l'inverso. Ora è chiaro che vanno proseguiti gli studi».