La clonazione di maiali fa un altro passo avanti con la Cina che riesce a produrre sette suini grazie a un procedimento effettuato esclusivamente da un'intelligenza artificiale, una nuova fuga in avanti verso il futuro del cibo.
Nel marzo di quest’anno, un team di ricercatori del College of Artificial Intelligence (CAI) dell’Università di Nankai in Cina, ha ottenuto sette maialini sani, nati da una madre surrogata e ogni fase del processo di clonazione è stata automatizzata senza coinvolgere alcuna operazione umana.
I robot hanno esportato il nucleo di un ovulo e l'hanno sostituito con una cellula somatica, in grado cioè, di produrre qualunque tipo di tessuto animale, in modo da facilitare la clonazione. Il "somatic cell nuclear transfer" (SCNT), ovvero trasferimento del nucleo di cellule somatiche, questo il nome del procedimento, è davvero molto complesso e l'intervento umano rischia spesso di danneggiare o contaminare le cellule somatiche che sono molto delicate.
Inoltre, secondo Liu Yaowei, membro del team che ha sviluppato il sistema, l'uso dei robot avrebbe anche aumentato il tasso di successo della tecnica, poiché le macchine non commettono errori e non danneggiano le cellule durante il procedimento.
La prospettiva futura e il principale obiettivo è di sviluppare questo sistema automatizzato in maniera tale da creare una sorta di “kit di clonazione” che qualsiasi azienda o istituto di ricerca possa acquistare al fine di liberare gli scienziati dalla clonazione manuale, che richiede molto tempo e lavoro.
Come spiega il South China Morning Post, infatti, per clonare un embrione vitale in laboratorio la tecnica più comune è il trasferimento nucleare di cellule somatiche che richiede un lavoro minuzioso condotto al microscopio.
In realtà già nel 2017, lo stesso gruppo dell'Università di Nankai aveva già prodotto i primi maialini clonati al mondo ricorrendo all'aiuto dei robot, ma all'epoca alcune procedure, tra cui la rimozione del nucleo dell'ovocita, dovevano ancora essere eseguite da un essere umano. Oggi, invece, gli algoritmi di controllo sono stati talmente migliorati da permettere un'intera automatizzazione delle operazioni.
Dietro però al desiderio di implementare l'uso di questa tecnica innovativa, c’è anche una ragione economica: la Cina, infatti, è la maggiore consumatrice di carne suina al mondo. E per mantenere questo livello è costretta a importare milioni di tonnellate di carne, con conseguenti costi altissimi.
Con la clonazione i cinesi ambirebbero a diventare autosufficienti dall'estero cercando, in una decina d'anni, a produrre internamente il 95% del maiale consumato nel Paese. Viste anche possibili restrizioni alle importazioni dagli USA e da altri Paesi Occidentali.