Il mercato della carne vegetale sta crescendo in Europa e piano piano si sta facendo largo anche in Italia. Sempre più consumatori acquistano prodotti plant-based, spinti anche dalla scelta sempre più ampia resa possibile da imprese e startup come quella fondata da Marc Coloma e Bernat Añaños.
Per Coloma e Añaños il sistema alimentare attuale è obsoleto e non più sostenibile. Una convinzione che, pur non nuovissima ormai, ha portato i due attivisti a fondare Heura Foods, start-up spagnola di carne vegetale con sede a Barcellona, nonché l'azienda in più rapida crescita in Europa.
«Quando decidemmo di fondare Heura Foods, sapevo che volevo portare il mio attivismo verso il mondo aziendale – ha spiegato Coloma ai media spagnoli – E così ho trovato il modo. Credo veramente che quando si ha una buona ragione per fare le cose, si trovi sempre il modo per realizzarle».
La strategia è molto semplice: la carne vegetale è l’elemento indispensabile per fare la cosa giusta per gli animali e per salvare il pianeta. Ma, non è meno importante, anche per fornire un'alimentazione sana, e quindi il benessere, alle persone.
L’obiettivo della startup è replicare il 100% delle ricette preferite della cultura occidentale, oggi sono al 40% con la previsione di un aumento consistente nel prossimo anno. Il loro obiettivo è diventare un’alternativa sostenibile ai prodotti animali, dall’elevato valore nutrizionale e realizzata con materie prime di provenienza UE.
«Abbiamo creato una comunità internazionale di Good Rebels altamente impegnata, attivisti che hanno capito il potere del cibo plant-based e siamo felici di vederli unirsi per accelerare la transizione proteica», hanno fatto sapere dalla startup.
Anche l’Italia ha contribuito molto al successo del commercio di prodotti con carne vegetale, tanto che, insieme alla catena Hamerica’s, Heura Foods ha aperto a Bologna, meno di un anno fa, la prima burgeria esclusivamente plant-based.
L’Italia, infatti, è un mercato emergente per la carne vegetale: i dati diffusi recentemente di una ricerca di mercato realizzata da BVA-Doxa per Unione Italiana Food, mostrano come più della metà dei consumatori del Belpaese, in particolare gli under 35, acquisti abitualmente prodotti plant-based.
E non solo. Perché, sempre secondo la ricerca, chi li prova torna poi a consumarli. Secondo dati di NielsenIQ, fra marzo 2020 e marzo 2021, in Italia, sono stati venduti prodotti plant-based per oltre 200 milioni di euro, con una crescita del 10,9% rispetto all’anno precedente. A livello mondiale, secondo quanto riferisce la società di ricerche Imark, nel 2021 la dimensione del mercato dei prodotti a base vegetale ha raggiunto gli 8,5 miliardi di dollari e dovrebbe arrivare a 34 miliardi entro il 2027.
Heura è solo una, anche se molto rappresentativa, delle tante aziende che fanno parte della nuova onda “carne vegetale”. Del resto è noto a tutti, ormai, che il consumo di carne attuale non è più sostenibile. Lo chiedono il Pianeta, anche se poco lo stiamo ad ascoltare, gli animali e la nostra salute.
Basti pensare che l’allevamento di polli, manzi e maiali e la produzione dei loro mangimi, pesa per il 19,7% delle emissioni planetarie contro per esempio il 16,2% dei trasporti complessivi. Basti pensare alle condizioni degli allevamenti intensivi per capire che trucidare in quei modi disumani e inaccettabili gli animali non più accettabile.
E basti pensare alla nostra povera salute, appesantita dall’eccesso di proteine animali che consumiamo di qualità sempre più bassa, dovuta all’utilizzo in tutta la filiera di sostanze chimiche, dagli OGM agli antibiotici, estremamente nocive per l'essere umano.