Da Nord a Sud, dal Veneto alla Calabria passando per la Sardegna, la Toscana, il Lazio, l’Umbria e l’Abruzzo quest’anno la stagione della caccia anticipa la sua apertura ad oggi, 1 settembre. E nella quasi totalità delle Regioni si sparerà a specie di avifauna le cui popolazioni sono fortemente in declino.
«Una barbarie contro la natura», denuncia l’ENPA, «permessa dagli amministratori regionali che regalano ogni anno ai cacciatori una stagione venatoria più lunga». Senza peraltro considerare il disastro climatico, la distruzione degli habitat, gli incendi, la siccità, e nonostante la tutela dell’ambiente e della biodiversità sia entrata in Costituzione.
«Ma in campagna elettorale», sottolinea l’associazione, «la tutela della fauna è un argomento tabù». E, infatti, «il silenzio è stato fragoroso anche da quei candidati che propagandano amore per cani e gatti e dai quali ci piacerebbe sapere cosa pensano dei cani da caccia che riempiono i canili, abbandonati dai cacciatori perché troppo vecchi o poco abili a fiutare le tracce. O di quelli lasciati in gabbia in totale solitudine, durante il periodo in cui l’attività venatoria cessa».
Ma le domande che Enpa rivolge ai candidati sono diverse: «Ci piacerebbe sapere anche cosa provano nei confronti degli animali uccisi: specie per quelli in conclamato declino. O quelli, come ad esempio il colombaccio, che ha in questo periodo i piccoli nella fase di dipendenza dai genitori, destinati quindi a morire di fame, dopo una lunga agonia. È questo l’amore nei confronti degli animali tanto sbandierato?».
L’ENPA ricorda che la tutela della fauna ha la priorità rispetto a pratiche “ludico-ricreative” come la caccia, e che questa estate eccezionalmente calda ha già causato la morte di centinaia di migliaia di animali. Da tempo, la comunità scientifica ha espresso la propria contrarietà agli spari e alle preaperture, ma le Regioni hanno scelto di ignorare questi pareri e andare avanti per la loro strada.
«È ora che nell’agenda politica la fauna, l’ambiente e la biodiversità, proprio come vuole la Costituzione, trovino una giusta collocazione» conclude l’associazione. Ma di certo, sottolinea, «non quella data dalla Lega e FDI che promettono la revisione o meglio, la distruzione della legge 157 del 1992 per consentire più spari. Ora basta: gli animali non sono fantocci da esibire per i like. ».
Del resto sembra che tutti i politici dimentichino che la maggior parte degli italiani è contraria alla caccia.
Da un sondaggio realizzato dal WWF a febbraio, in occasione del 30esimo anniversario della Legge quadro sulla caccia e sulla tutela della fauna selvatica, è emerso infatti che il 76% degli intervistati è contro l’attività venatoria in Italia e sarebbe d’accordo nel vietarla in tutto il territorio nazionale.