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22 Dicembre 2023
17:03

La brutale società tutta al femminile dei suricati

I suricati vivono in gruppi sociali dominati da una femmina, che è spesso la madre della maggior parte dei piccoli. Un nuovo studio ha ora scoperto che questo status sociale privilegiato è legato a una migliore espressione genica legata alla risposta immunitaria dell'organismo.

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Nonostante il loro aspetto tenero e adorabile, i suricati resi famosi da Timon del film Disney Il Re Leone nascondono un segreto oscuro e brutale, almeno se visti dal nostro punto di vista. Queste piccole manguste diffuse nell'Africa sud-occidentale, vivono infatti in società matriarcali e quindi tutte al femminile, dove però le femmine dominanti sono disposte davvero a tutto pur di mantenere il controllo e il potere, anche uccidere le altre suricate e a mangiare persino i loro piccoli per eliminare nuovi potenziali rivali.

Ora, un gruppo di ricercatori potrebbero aver finalmente scoperto cosa aiuta queste matriarche assetate di sangue a conquistare e a mantenere il loro dominio su tutte le altre. Grazie a un nuovo studio preliminare – ancora in fase di revisione – e pubblicato sul server online bioRxiv, gli scienziati hanno infatti individuato una specifica firma genetica nel DNA legata alla dominanza femminile e che conferisce alle femmine al comando una sorta di super immunità dalle infezioni, aiutandole così a mantenere la loro posizione di potere.

I suricati (Suricata suricatta) vivono in gruppi sociali molto numerosi che possono raggiungere anche i 50 individui. Ogni gruppo è guidato da una femmina dominante, che è responsabile da sola anche fino all'80% di tutte le nascite. Se infatti una femmina subordinata prova ad accoppiarsi, può essere anche cacciata dal gruppo e quasi sempre, come accade per esempio quando un nuovo leone maschio prende il potere in un branco, i suoi piccoli vengono uccisi. Per di più, tutti i suricati del gruppo aiutano la matriarca nella cura dei suoi figli, consentendole quindi di riprodursi di più e vivere più a lungo degli altri.

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In virtù di queste dinamiche, nella società dei suricati esiste perciò uno sbilanciamento riproduttivo estremo a favore delle femmine dominati che è piuttosto raro anche in alti animali. Nello stesso gruppo, una suricata al comando può infatti dare alla luce anche 72 piccoli durante la sua vita, mentre quelle che si trovano più in basso nella scala sociale potrebbero persino non riprodursi mai. Anche per i maschi esiste un certo grado di distorsione riproduttiva, con quelli dominanti che sono generalmente i padri di un numero maggiore di piccoli.

Per provare a capire qualcosa in più sul comportamento sociale di questi animali, i ricercatori hanno studiato 129 suricati (69 maschi e 60 femmine), per un periodo di tre anni, che vivono all'interno della riserva del fiume Kuruman, nella provincia del Capo Settentrionale in Sudafrica. Qui hanno seguito e analizzato tutte le loro interazioni (soprattutto quello agonistiche), individuando così lo status social di ogni individuo, prelevando regolarmente anche campioni di sangue, soprattutto quando un subordinato diventava dominante e nelle settimane e nei mesi successivi a questo cambiamento sociale.

L'analisi dei campioni di sangue ha poi evidenziato che i maschi e le femmine con uno status sociale dominante avevano livelli più alti di cortisolo, un ormone associato allo stress. Tuttavia, le femmine mostravano anche livelli di androgeni più elevati, un ormone che è invece coinvolto nello sviluppo e nella riproduzione, nonché correlato con una massa corporea più massiccia.

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Nelle femmine dominanti, gli scienziati hanno anche trovato prove di una migliore risposta immunitaria rispetto ai maschi, suggerendo che i loro corpi siano geneticamente meglio preparati a combattere le infezioni. Questa migliore espressione genica legata alla risposta immunitaria dell'organismo, è molto simile a quella trovata anche nei babbuini maschi dominanti, dove la competizione fisica è cruciale per determinare le gerarchie sociale e l'accoppiamento. Questi risultati, suggeriscono quindi che una migliore risposta immunitaria e lo status sociale sono due elementi strettamente interconnessi tra loro.

Per gli autori, in conclusione, anche nei suricati – e probabilmente in molti altri animali sociali – lo status sociale dipende dall'energia e dalla forza necessarie per conquistare una posizione socialmente più favorevole, che se viene poi ottenuta, richiede un ulteriore ed enorme sforzo energetico per essere conservata e per riuscire a riprodursi più degli altri.

Nella brutale società tutta al femminile dei suricati, lo status sociale è importante quindi nel modo in cui i geni immunitari vengono regolati, e questa stretta relazione probabilmente dipende da come viene determinato lo status e da quanto intensamente lo status stesso modella la competizione riproduttiva.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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