Non sarà di certo l'animale più fotogenico del mondo, ma la sua riscoperta ha un valore inestimabile per tutto il mondo della conservazione. La blatta di Lord Howe o mangialegna (dall'inglese wood-feeding) era infatti considerata estinta sull'isola omonima da oltre 80 anni, fino a quando uno studente dell'Università di Sydney non l'ha ritrovata viva e vegeta lo scorso luglio. L'elusivo scarafaggio era un tempo piuttosto diffuso su tutto il gruppo di isole di Lord Howe, un arcipelago situato tra l'Australia e la Nuova Zelanda, ma si pensava fosse scomparso dall'isola principale almeno dagli anni 30, in seguito all'introduzione dei ratti avvenuta nel 1918.
Per molti decenni, infatti, le continue ricerche sull'isola non avevano dato alcun risultato e la specie, il cui nome scientifico è Panesthia lata, si pensava sopravvivesse solamente sulle piccolissime isole vicine di Blackburn e Roach. Le due popolazioni superstiti erano però geneticamente molto diverse da quella originaria di Lord Howe, si tratta perciò di una riscoperta estremamente importante per la conservazione genetica della specie. Il merito di tutto ciò va però soprattutto a Maxim Adams, lo studente di biologia che per primo ha ritrovato la blatta rediviva.
Adams si trovava sull'isola per condurre le sue ricerche sul campo, quando a un certo punto sollevando una roccia ai piedi di un grande ficus magnolioide (Ficus macrophylla), si è trovato davanti numerose blatte. Successivamente, insieme al professor Nathan Lo, sono rimasti un'intera settimana per continuare le loro ricerche, tuttavia non hanno trovato altri esemplari, cosa che conferma l'estrema rarità ed elusività della specie. Il legame tra la la blatta di Lord Howe e il Ficus macrophylla, non è però una novità per gli scienziati.
Studi precedenti condotti sull'isola di Blackburn, erano arrivati alla conclusione che ben il 60% della popolazione stimata (circa 10.000 individui) vivesse esclusivamente sotto un unico grande albero di ficus magnolioide. Per quanto riguarda le abitudini e la vita della blatta di Lord Howe, poco nulla si sa, proprio in virtù della sua rarità. Sappiamo che può essere grande dai 2,2 ai 4 cm, che la sua colorazione varia dal nero al bruno-rossiccio, che non vola e che passa buona parte del suo tempo nascosta tra le rocce, uscendo probabilmente di notte per mangiare legno e foglie in decomposizione al sicuro dai predatori.
Per digerire la cellulosa, Panesthia lata si lascia "aiutare" dai microrganismi specializzati preseti che vivono all'interno del suo apparato digerente. Abitudini alimentari del genere, hanno perciò un ruolo chiave nel favorire la decomposizione della materia organica e il riciclo dei nutrienti all'interno della catena alimentare, per cui la blatta è una specie fondamentale per l'intero ecosistema dell'isola. Infine, come accade per altre specie di blatte, le femmine danno alla luce piccoli quasi formati (stadio chiamato neanide), che le madri tengono con sé e accudiscono amorevolmente per un bel po' di tempo.
Questa specie potrà forse non essere carina e coccolosa, ma rappresenta un patrimonio biologico inestimabile per tutto il mondo. Sopravvive infatti esclusivamente su queste isole remote, insieme a circa 1.600 specie di invertebrati autoctoni, di cui circa la metà non si trovano da nessun'altra parte del mondo. Il gruppo di isole di Lord Howe, come altri ecosistemi rimasti per milioni di anni isolati dalla terraferma, hanno dato modo e tempo alle specie di evolversi in direzioni uniche, ma per questo piante e animali che vivono in questi luoghi sono estremamente fragili.
La blatta mangialegna non è infatti l'unica specie legata al nome dell'ammiraglio di Lord Howe. Sulle isole vivono tantissime piante e animali endemici e minacciati che portano questo nome, compreso l'insetto stecco gigante Lord Howe (Dryococelus australis). Questa specie era considerata completamente estinta (sempre a causa dei roditori introdotti dall'uomo) dal 1920, fino a quando nel 2001 non sono stati ritrovati appena 24 individui sul piccolo isolotto chiamato Piramide di Ball (un faraglione disabitato alto 562 m). Ora la specie è oggetto di un importante progetto di riproduzione in cattività finalizzato alla sua reintroduzione anche sull'isola principale, dove però dovranno necessariamente essere eradicati i ratti.
Anche per la blatta Panesthia lata era in programma un progetto di reintroduzione sull'isola di Lord Howe, ma grazie a questa improvvisa riscoperta avvenuta dopo oltre 80 anni, non ce ne sarà fortunatamente più bisogno.
In copertina una blatta di Lord Howe. Foto di Justin Gilligan/NSW Department of Planning and Environment