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25 Novembre 2022
12:36

La bertuccia Calogero rimarrà al Semproniano: la sentenza è definitiva

Rimarrà nel santuario toscano la bertuccia Calogero, sequestrata nel 2019 da un privato a Catania. La sentenza definitiva ha confermato l'affido alla LAV che insiste: «Sempre più urgente che il Governo definisca la "lista negativa" degli animali che non possono essere acquistati e detenuti da privati».

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Giornalista

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Calogero dovrà rinunciare alle lasagne e alla Coca-Cola, alimenti attraenti ma non proprio adatti ad una bertuccia e che era solito condividere a tavola con la famiglia siciliana che lo aveva comprato come animale da compagnia. Ma la sua nuova vita sarà sicuramente migliore, dopo il sequestro da parte dei Carabinieri Forestali del Nucleo Cites di Catania nel luglio 2019 in una villa di Belpasso in Sicilia e l’affidamento al centro di Semproniano. Per la detenzione illegale di questa bertuccia, infatti, il 18 novembre Il Tribunale di Catania ha condannato per il reato di detenzione irregolare di specie in appendice I CITES (Articolo 6 della Legge 150 del 1992) l’uomo che ha tenuto in casa per anni Calogero e contemporaneamente ha disposto la confisca definitiva dell’animale e l’affido alla LAV.

«Potrà finalmente vivere la sua vita in spazi adeguati alle esigenze etologiche della sua specie e in compagnia di suoi simili – commenta Roberto Bennati, Direttore Generale LAV – potrà continuare il lungo processo di riabilitazione che ha cominciato nel nostro santuario in Toscana, dove al termine di un periodo di vigilanza sanitaria e di controlli medico veterinari ha iniziato un lungo percorso di inserimento in una “famiglia” di primati, uno degli obiettivi del Progetto Born To Be Wild, insieme a Rocket Lucy, Buddy e Pepa».

Vivrà nell'aree delle bertucce nel santuario LAV di Semproniano

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Calogero (credits:LAV)

Ora che la sua vicenda giudiziaria si è conclusa, infatti, per Calogero è arrivato il tempo di ambientarsi definitivamente in quella che sarà la sua casa definitiva. «Vive nella vasta aree delle bertucce del centro – spiega Bennati – con i tre animali con i quali si è riuscito a reinserire formando un nucleo familiare di consimili». Non è un risultato scontato, quello del reinserimento, infatti Calogero non si è dimostrato compatibile con altri animali. «Parliamo di esemplari che possono avere gravissimi disturbi con comportamenti autolesionistici anche molto gravi.

Si tratta di un percorso di recupero molto lungo e delicato che coinvolge animali che sono stati costretti a vivere isolati dai loro simili ma che non sono predisposti per stare da soli». Per lui il ritorno alla vita completamente selvatica è da considerarsi impossibile? «Assolutamente – spiega Bennati. – Gli animali strappati così piccoli alle madri e vissuti sempre in cattività non hanno possibilità di riadattarsi. La soluzione migliore per loro è certamente un santuario dove potrà finalmente vivere la sua vita in spazi adeguati alle esigenze etologiche della sua specie e in compagnia di suoi simili».

Bertucce comprate in Marocco e rivendute in Europa

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Calogero (credits:@LAV)

Ma da dove arriva Calogero? E quale era la sua storia prima di venire liberato dai Carabinieri e condotto in Toscana? «Abbiamo la certezza che Calogero sia stato catturato in natura, come accade per la quasi totalità dei suoi simili, strappati alle madri da piccoli e portati in Europa per alimentare un business sommerso ma dalle dimensioni preoccupanti, molto spesso in mano alla criminalità organizzata – spiega Bennati. – Questo business ha fatto sì che questa specie, a grave rischio di conservazione, sia passata in pochi anni da oltre 25mila individui a circa 7mila, determinando l’esigenza di una tutela al massimo livello come prevede la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites)».

Un business crudele ma anche molto redditizio: «l’habitat delle bertucce è il territorio montagnoso dell’alto Marocco. È qui che la popolazione poverissima li ruba alla natura per rivenderli ai bracconieri che pagano tra i 50 e i 100 euro ogni esemplare. Una cifra altissima per quelle persone ma irrisoria per il bracconiere che può arrivare a rivenderli in Europa a cifre che vanno dai 2000 ai 3000 euro. Ad acquistarli in occidente sono persone che spesso non sanno neanche che la detenzione di una bertuccia è illegale, oppure che pensano di comprare un cercopiteco che non è considerato pericoloso e quindi si può detenere come animale da compagnia».

Animali che, oltre ad essere privati delle loro abitudini etologiche, vengono comprate a cifre incredibili perché rappresentano uno status symbol. «Pepa, un’altra bertuccia del Semproniano che ora vive con Calogero, è stata sottratta ad un boss che la deteneva come simbolo di prestigio. Calogero invece era stato acquistato proprio come animale da compagnia per il bambino della coppia».

Sempre più urgente la "lista negativa" degli animali esotici

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Calogero (credits:@LAV)

Grazie all’intervento dei Carabinieri Forestali del servizio Cites di Catania, alla Procura della Repubblica di Catania, al tribunale di Catania e all’associazione olandese AAP, partner di LAV nel progetto internazionale Born To Be Wild, la vita di Calogero è arrivata davvero ad una svolta. Ma in Italia sono migliaia gli animali detenuti illegalmente e sottratti alla propria natura. «Questa vittoria mostra quanto è necessario il raggiungimento della prossima importante tappa della campagna #acasaloro: è atteso per marzo 2023 l’intervento del Ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin per aumentare il numero delle specie esotiche e selvatiche previste dalla cosiddetta "lista negativa", ovvero quelle per le quali, dalle tigri ai coccodrilli, deve essere vietata la riproduzione e la detenzione anche se nate in cattività.

Si tratta di altri milioni di animali ogni anno, trattati come morbosi oggetti da collezione» spiega ancora Bennati che sottolinea «abbiamo chiesto al Governo di non aspettare marzo per l’adempimento previsto dalla legge. La “lista negativa” potrebbe e dovrebbe essere chiusa e definita anche prima di quella scadenza imposta dalla legge».

Senza questa lista, infatti, un dromedario o un cammello possono ancora essere considerati non pericolosi e quindi possono essere tranquillamente di proprietà di un privato. Così come diverse specie di serpenti o, addirittura, una zebra. «Ma ormai sappiamo che oltre ad una pericolosità fisica esiste e va considerata anche una pericolosità sanitaria. Dopo il Covid siamo consapevoli del pericolo che la presenza di alcuni animali può rappresentare». E che rende ancora più urgente il passo in avanti previsto dalla legge.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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