Le enormi e placide balene incarnano da sempre i più nobili e potenti simboli di libertà, pace, saggezza e rinascita. Non a caso vengono spesso definite giganti buoni e l'attrazione innata verso questi magnifici cetacei è pressoché presente in ognuno di noi. A volte però questo questo sentimento insito nella natura umana sembra essere persino ricambiato da questi grandi mammiferi marini.
In un bellissimo video girato di recente con un drone a Puerto Madryn, in Argentina, una balena franca australe (Eubalaena australis) sembra danzare elegantemente con interesse e curiosità intorno a una minuscola paddle, una pagaia in italiano, guidata da Analía Giorgetti. Le immagini sono così concilianti ed evocative che sono state commentate anche da Michele Serra ne L'amaca del 5 settembre.
Le spettacolari immagini riprese dai droni del fotogiornalista Maxi Jonas
Il mistero e la curiosità dei cetacei nei confronti dell'uomo
In una sua personalissima analisi lo scrittore e giornalista pone l'accento sull'effetto quasi sedativo che queste emozionanti riprese hanno sull'uomo, allontanandolo anche solo per un attimo dalle catastrofi e dalle brutte notizie di cui è ormai travolta la nostra quotidianità. La passione e l'interesse verso le altre forme di vita, d'altronde, sono una caratteristica intrinseca nell'uomo, che è stata descritta magistralmente dal grande naturalista americano E.O. Wilson con l'ipotesi della biofilia. Gli effetti riconcilianti verso la natura provocati dalle balene sembrano però non avere eguali, anche perché l'attrazione e la biofilia sembrano proprio essere reciproche.
Il Close-to-Boat Behavior, il comportamento di avvicinamento che molti cetacei mostrano nei confronti delle imbarcazioni, è un atteggiamento piuttosto comune tra balene e delfini. Chiunque organizzi o pratichi escursioni di whalewatching sa che (non sempre, ovviamente) questi giganti possono avvicinarsi alle barche per dare un'occhiata, a volte affacciandosi con la testa fin fuori dalla superficie (comportamento noto come Spyhopping). In questi casi l'esperienza di avvicinamento ai mammiferi è senza dubbio indimenticabile. Poco però si sa sui reali motivi che spingono questi enormi mammiferi ad avvicinarsi all'uomo e difficilmente riusciremo mai ad entrare nella loro mente per capire davvero cosa pensano.
«Le immagini sono bellissime e cariche di emozioni – spiega Giovanni Di Guardo, esperto di cetacei e già docente di Patologia generale e Fisiopatologia veterinaria all'Università di Teramo – ma sono anche ricche di mistero. Possiamo formulare una miriade di ipotesi, ma è chiaro che certamente la curiosità è una componente presente in tutte le specie animali e può essere di certo una buona giustificazione».
Le ben note e complesse capacità cognitive delle balene ci spingono infatti ad azzardare le più fantasiose e immaginifiche ipotesi. La balena sa che le tavole da surf, i paddle e le altre imbarcazioni non sono vive? Riesce a immaginare la vita fuori dall'acqua? È interessata davvero a questo strano essere vivente bipede? Non lo sappiamo, ma quel che certo è che anche storicamente i grossi cetacei, almeno fuori dalla letteratura e delle fiabe, non hanno quasi mai mostrato atteggiamenti realmente aggressivi.
I rischi dell'avvicinamento ai cetacei
Sempre secondo Michele Serra questa balena franca australe non intende infatti ingoiare la ragazza anche se, sempre secondo la sua personalissima analisi, potrebbe farlo in un sol boccone. A dire il vero il cetaceo non avrebbe mai potuto ingoiare la paddler, come abbiamo già spiegato nel recente incidente avvenuto a Cape Cod. «La balena non aveva certamente intenzioni agonistiche, perché semplicemente non facciamo parte neanche lontanamente della loro dieta e non rappresentiamo una minaccia – racconta Di Guardo – I misticeti non sono predatori apicali e si nutrono prevalentemente di krill, che filtrano grazie ai loro fanoni specializzati».
L'approccio potrebbe essere invece molto più rischioso per gli stessi cetacei, a volte avvicinati con fin troppa molestia. Da tempo si discute infatti sul possibile impatto che l'avvicinamento turistico sempre più frequente può generare sulla balene. Rumori, comportamenti aggressivi e disturbo prolungato potrebbero interferire con le normali attività di foraggiamento o di migrazione dei grandi cetacei e non di rado possono causare anche pericolosi e involontari incidenti con imbarcazioni e bagnanti troppo audaci. Ma i rischi per i mammiferi marini potrebbero persino aumentare nel prossimo futuro. «Questi incontri stanno diventando sempre più frequenti – spiega Di Guardo – e da patologo sono molto preoccupato per le possibili malattie e infezioni che potremmo trasmettere a questi animali, già pesantemente minacciati dall'inquinamento e dalla plastica. Di recente abbiamo dimostrato che diverse specie sono potenzialmente suscettibili anche al SARS-CoV-2, e questa potrebbe rappresentare un'ulteriore minaccia nell'immediato futuro».
Come in tutte le situazioni complesse e potenzialmente rischiose serve quindi consapevolezza e il giusto e rispettoso approccio nei confronti della fauna selvatica, come ricordiamo sempre sulle pagine di Kodami. L'incontro in mare con un balena, o con un qualsiasi altro essere vivente, è un'esperienza indimenticabile non solo fortemente auspicabile, ma anche di fatto inevitabile. Come ha raccontato in un'intervista a Kodami Filelfo, autore de L’assemblea degli animali citato anche da Michele Serra, «Alzate lo sguardo e pensate agli altri: animali umani e non». Avere dunque gli strumenti e il buon senso per poter comprendere e tracciare i limiti da non valicare è l'unica strada per una sana e fruttuosa convivenza per tutti che ci consenta di godere alla massimo della spettacolare relazione tra uomo, animali e natura. E come emerge anche dalle parole dello stesso Serra ne abbiamo un disperato bisogno.