Kira torna a casa 7 anni dopo il rapimento. I suoi pet mate: «È bastato uno sguardo per riconoscerci»

La cagnolina Kira è tornata a casa sua, in Puglia, ben 7 anni dopo essere stata rapita. Nel settembre del 2022 era stata rintracciata in Polonia, poi è arrivata in un canile in Germania. Grazie a un lavoro di squadra, ora è di nuovo con la sua famiglia.

14 Marzo 2023
17:28
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Kira, una cagnolina di razza Amstaff, cresciuta insieme ai suoi pet mate Paola e Andrea da quando aveva appena 20 giorni, era scomparsa nel lontano 2016 dalla sua abitazione a San Pietro Vernotico, in Puglia.

Il ricongiungimento con la sua famiglia che per sette lunghi anni ha sperato di poterla rivedere è avvenuto grazie all’impegno e alla collaborazione tra l’associazione "Arpat Italia, ricerche microchip" e “Etera, l’albero della vita”.

Kodami ha provato a mettere insieme i pezzi di questo grande puzzle raccogliendo le testimonianze di tutti coloro che hanno avuto un ruolo centrare nel ritrovamento di Kira. L’inizio di questa storia è a San Pietro Vernotico, un Comune in provincia di Brindisi in Puglia, quando la vita della famiglia Corianò è stravolta da un rapimento vero e proprio all'interno di una proprietà privata: Kira, una cagnolina di cinque anni era stata rapita da ignoti, probabilmente perché "di razza pura".

«Volevamo ritrovarla a tutti i costi – racconta la sua pet mate Paola De Simei – E' sempre stata una cagnolina speciale, soprattutto con nostro figlio che adorava e non potevamo accettare di non rivederla più. L’abbiamo cercata dovunque e non abbiamo mai perso le speranze».

Dal giorno del suo rapimento fino al ritorno a casa dopo sette lunghi anni, chissà Kira cosa avrà visto e quali esperienze avrà fatto prima di essere rintracciata, grazie alla presenza del microchip, in Polonia nel settembre 2022 ed in seguito in Germania, lì dove si è formata una grande rete di solidarietà per consentire il ritorno nella sua terra di origine.

Quando per la prima volta Kira era arrivata in un rifugio della Polonia, i volontari, nonostante avessero rilevato immediatamente la presenza del microchip, non erano riusciti ad accedere al database dell’anagrafe canina italiana e l’unica soluzione che si era prospettata per quel cane a cui la vita aveva concesso solo spiacevoli avvenimenti era stata quella dello stazionamento in struttura, in attesa di una eventuale adozione.

Poi, proprio come nelle più belle fiabe, anche per Kira sembrava essere arrivato finalmente un lieto fine: dopo solo tre mesi dal suo arrivo in Polonia, una signora si era interessata a lei decidendo di adottarla.

Finalmente fuori dal rifugio, anche se lontana dai suoi affetti più grandi da cui era stata strappata con la forza, per Kira quell'adozione sembrava essere l’ultima della sua vita. E invece no, non è andata così, perché forse il destino aveva ancora in serbo per lei il meglio.

Infatti dopo un estremo sforzo per riadattarsi ancora a nuove abitudini e a nuovi affetti, Kira era stata lasciata in un canile tedesco dall’adottante.

In Germania però i volontari sono riusciti a fare qualcosa in più rispetto a quello che avevano tentato di fare in Polonia: il microchip di Kira li ha insospettiti a tal punto da chiedere aiuto ad una grande associazione impegnata nella ricerca di cani che vengono ritrovati ma di cui è difficile intercettare dati sul microchip proveniente da nazioni diverse da quelle in cui si trovano.

Si sono rivolti così a Arpat, diretta da Sandrine Arpat Pole. «Sono stata contattata dalla Germania dalla volontaria Michelle con cui collaboro già per altri casi – racconta la donna, il cui lavoro è stato fondamentale nel ritrovamento di Kira – Il microchip risultava registrato in Polonia, tuttavia con una ricerca approfondita ho scoperto che c’era qualcosa di più: i dati mi riportavano in Italia. Mi è bastato qualche minuto in più per risalire al nome delle persone di riferimento e ai diversi appelli che negli anni avevano fatto sui social per ritrovare la loro compagna».

Da quel momento Sandrine prova in tutti i modi a rintracciare i pet mate e ci riesce. Questi, increduli, chiedono più informazioni sulla loro amata cagnolina di cui pensavano si fossero perse le tracce per sempre. E’ bastata poi una foto per far dire a Paola ed Andrea: «E’ lei, è la nostra Kira».

Dalla prima telefonata di Sandrine risalente al 18 febbraio fino al ritorno a casa del 6 marzo è stato un susseguirsi di emozioni e un concentrato di collaborazione tra tante persone che hanno permesso che il miracolo avvenisse.

L’associazione “Etera, l’albero della vita” in particolare ha avuto un ruolo fondamentale: il presidente Emanuele Gemma e tutti gli altri volontari della squadra sono stati il collante tra Sandrine, la famiglia di Kira e la burocrazia tedesca che si è rivelata abbastanza ingarbugliata per permettere il ritorno di un cane il cui microchip era registrato in Italia.

Nonostante le mille difficoltà legate al rilascio di permessi e il tempo che si è reso necessario per mettere in regola la scheda sanitaria, il 6 marzo Kira è arrivata tramite una staffetta in Italia. Ad aspettarla c’era la sua famiglia che aveva sognato quel momento per tanti, troppi anni.

«Ci è bastato uno sguardo per riconoscerci – racconta Paola – Kira ha dimostrato di non averci dimenticati, è tornata ad essere un’amica per mio figlio ed oggi è ancora più affettuosa con noi e non ci lascia un secondo».

Il primo riconoscimento degli odori e degli spazi a lei familiari, le prime carezze e il risentire le voci dei suoi umani: per Kira è avvenuto un miracolo, frutto di una serie di destini che si sono fortunatamente intrecciati.

«E’ importante raccontare questa storia ed è importante farlo bene, soprattutto per il rischio che c’è di non rivedere mai più i propri compagni animali scomparsi a causa di una falla del sistema italiano di anagrafe canina – conclude Sandrine – L’Italia, insieme alla Romania, è l’unico paese che non aderisce al sistema Europetnet che è un gruppo con base in Europa che consente di rintracciare informazioni su cani ritrovati e il cui microchip non risulta registrato nel paese di reperimento».

La vita di Kira sarebbe potuta terminare con uno stazionamento, forse l'ennesimo, in un canile della Germania, paese lontano migliaia di chilometri dalla sua casa, se non fosse stato per la caparbietà di tutte le persone che si sono messe a disposizione per aiutare. Quanti animali, come lei, potrebbero oggi ritrovarsi nella stessa situazione? Quanti microchip rilevati all’estero, intestati in Italia, non sono mai stati analizzati a causa di questo problema di non registrazione su un sistema internazionale? Questi sono dati che non possediamo e che è molto difficile reperire, tuttavia come ci conferma Sandrine: «Con il nostro lavoro dall’inizio del 2023 ben 170 cani hanno fatto ritorno nelle proprie famiglie, una tra questi è Kira».

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Federica Gennaro
Volontaria
Dottoressa in giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo e volontaria animalista siciliana, sono operativa sul territorio nella gestione del fenomeno del randagismo. La scrittura e l'amore per gli animali sono da sempre le mie più grandi passioni e grazie a Kodami ho la possibilità di esprimerle al meglio.
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