Il colosso americano KFC sta per sbarcare a Napoli, proprio nel cuore del centro storico, tra l'affollatissima via Toledo e piazza Carità, a pochissimi passi da un altro noto fast food, Burger King. «Ti aspettiamo presto per provare l'irresistibile pollo fritto del Colonnello» è la scritta impressa sulle vetrine che annuncia l'imminente apertura. O meglio, era così fino a ieri. Perché dalle prime luci dell'alba di questa mattina gli slogan e i colori inconfondibili del Colonnello sono improvvisamente mutati, dal rosso al verde, dal pollo fritto a quello vegano. L'inaspettato cambio di rotta non è però merito di un improvviso rimorso di coscienza del noto fast food, ma il risultato di un'operazione di "benvenuto" condotta da Napoli Animal Save, il gruppo locale del movimento animalista nato a Toronto nel 2010.
Alle 5:00 di questa mattina gli attivisti e le attiviste del gruppo antispecista hanno messo in atto una cosiddetta "operazione di disruption" creativa e non violenta, applicando degli adesivi di protesta sulle vetrine del locale. Da un lato per incentivare una svolta green e più sostenibile per l'azienda americana, dall'altro per mostrare ciò che c'è dietro la produzione del pollo fritto, le vittime animali. Sulle vetrine sono stati infatti applicate anche le foto che mostrano il lato oscuro dell'industria del pollo e degli allevamenti intensivi.
«Queste aziende sono il simbolo del capitalismo che vede gli animali solo come merce su cui lucrare. Crediamo nella conversione del sistema di produzione e vogliamo che sia a base vegetale. Negli Stati Uniti le catene di fast food, come la stessa KFC, stanno iniziando a proporre le alternative vegane. Chiediamo a chi ha investito in questa attività a Napoli lo stesso, che si aprano gli occhi su cosa si sta investendo da un lato (la morte di migliaia di animali) e dall'altro la possibilità di ravvedersi e di cambiare rotta», commenta Connie Dentice di Napoli Animal Save.
L'azione di protesta messa in atto a Napoli trae ispirazione da ciò che è accaduto un paio d'anni fa ad Atlanta. Nel 2019 KFC ha infatti promosso per un periodo limitato un'alternativa vegana al classico pollo fritto. La scorte andarono esaurite nel giro di poche ore e fu acquistato l'equivalente in pollo classico di una settimana. Il messaggio del mondo animalista è quindi piuttosto chiaro: passare a una dieta a base vegetale è possibile, e anche il mercato sembra dimostrarlo.
Al di là di come la pensiate, il futuro del Pianeta e della nostra società dovranno necessariamente passare per una drastica riduzione del consumo di carne. Tutti i nuovi report sugli effetti del cambiamento climatico di origine antropica stanno rivedendo in negativo le conseguenze nefaste che l'innalzamento delle temperature causerà sull'ambiente e sulle nostre vite. L'industria della carne considerando il ciclo completo è, di fatto, una delle fonti principali di gas serra (il 14,5% secondo la FAO, tra il 15 e il 18% secondo il rapporto speciale dell'IPCC su clima e suolo) e gli allevamenti intensivi, il consumo di suolo, i trasporti e tutto ciò che ruota intorno alla produzione animale rappresentano un sistema inefficiente e ormai non più sostenibile.