Le immagini parlano da sole. Nell'ultimo video inviato dalla clinica di Bari ai volontari della Lega del cane di Trani che lo hanno salvato una settimana fa, Kei è arzillo e impaziente di uscire a fare una passeggiata. I segni del maltrattamento sono ancora evidenti: le ferite da taglio sulla schiena, le ossa a filo di pelle e la coda spezzata. Vicino al corridoio dove gironzola sorvegliato dai veterinari, la sua gabbia è aperta e ancora sono accese le lampade a infrarossi per mantenere la sua temperatura corporea costante.
Fino a sette giorni fa, il cane di Barletta, in Puglia, aveva conosciuto soltanto violenza da parte degli umani che lo hanno picchiato, ferito e umiliato, fino a quel gesto estremo e vigliacco di chi non si è fatto scrupoli e lo ha buttato a bordo di una strada dentro una valigia. In questi giorni, grazie agli animalisti e allo staff medico, Kei ha invece finalmente assaporato il piacere di una carezza, delle buone crocchette e sguardi affidabili attorno a lui.
«Ci dicono che ormai si è impadronito di tutto e tutti: chiede attenzioni, desidera fare le sue uscite e forse inizia anche un po’ ad annoiarsi», raccontano con un sorriso, finalmente, i volontari che lo hanno recuperato. Lato sanitario, dopo un'altra ecografia e i raggi toracici, i medici decideranno il giorno dell'operazione per rimuovere in endoscopia le pietre rimaste ferme nello stomaco: Kei, abbandonato a se stesso, si è nutrito di sassi. Per il giovane Pitbull questa situazione è da allerta rossa: se le pietre dovessero spostarsi nell'intestino sarebbe necessario un intervento chirurgico invasivo che non riuscirebbe a sopportare.