«Free the Animals parla di eroi che indossano un passamontagna e che infrangono finestre e leggi per salvare gli animali. Ma non si parla solo di questo. Perché Free the Animals è un invito a tutti noi ad agire. Che si tratti di farlo con tronchesi e piede di porco o con una penna, ognuno di noi può e deve combattere l'ingiustizia e lottare per la liberazione degli animali ogni volta che ne ha l'occasione».
È questo che Joaquin Phoenix, premio Oscar e animalista convinto da tempo, scrive nella prefazione del libro scritto da Ingrid Newkirk, fondatrice e presidente del gruppo PETA, di cui ha acquistato i diritti cinematografici per portare la storia sul grande schermo.
Pacifista e attivista contro lo sfruttamento intensivo degli animali, dal mercato delle pellicce, alle industrie farmaceutiche, fino agli allevamenti lager, Newkirk ha sempre creduto nell’azione del singolo come contributo per la costruzione di un mondo migliore.
E proprio per questo ha ceduto i diritti a Phoenix: «Spero davvero che non diriga soltanto il film, ma che reciti anche. Penso che vincerebbe un altro Oscar» ha detto l’attivista. «Joaquin capisce ciò che affrontano gli animali, vive e respira i diritti degli animali, fa parte del suo stesso essere. Mi è stato detto che non permetterebbe mai l'uso di animali veri nel film, sapendo quanto può essere stressante per loro il set, un luogo totalmente inadatto alla loro natura, tra caos, rumore e luci abbaglianti».
Il libro racconta la storia di una giovane poliziotta, Valerie, il cui mondo viene sconvolto quando si ritrova alle prese con un gruppo di attivisti che hanno salvato e liberato alcune scimmie da un laboratorio dove venivano usate per test scientifici. L’incontro diventa fatale: conoscere queste persone disposte a rischiare la propria libertà per la causa animalista cambia completamente il suo modo di vedere. Tanto da unirsi a loro e vivere anche lei in fuga da quella legge che ha giurato di far rispettare.
L’attore nella prefazione spiega ancora una volta il motivo per cui è un fervente attivista per i diritti degli animali. E perché, soprattutto, per la causa non contano solo i grandi gesti, ma servono altrettanto i gesti che ognuno di noi può fare nel proprio piccolo.
«Devo essere sincero, non so se sarei in grado di intrufolarmi con una telecamera in un laboratorio della Johns Hopkins University, dove gli animali vengono mutilati e sottoposti a torture, ma di certo so che la mia voce può raccontare i filmati e i video degli attivisti investigatori. Non so neanche se sarei in grado di bucare le reti per impedire la pesca intensiva, ma so di poter fingere di annegare in una vasca d’acqua in un video della PETA per incoraggiare le persone a empatizzare di più con i pesci. E, sicuramente, so di non poter salvare ogni mucca dall'essere munta fino a morire, ma so di poter salvare Indigo e Liberty (le due mucche che l’attore ha liberato da un macello di Los Angeles, la cui storia è diventata un cortometraggio, ndr)».
E continua: «A volte mi viene chiesto perché vado alle veglie che gli attivisti fanno davanti ai macelli o perché non compro lana o pelle. La risposta è semplice. Ho visto le torture che vengono fatte agli animali per prendere loro, o meglio per rubare loro, ciò che a loro appartiene. Ho visto in quale orrore e paura vivono nei laboratori. Sapendo tutto questo, ho l'obbligo morale di agire. E so che è così che si sentivano anche gli eroi di questo libro».
Phoenix chiude quindi con un appello: «A volte le persone mi chiedono come posso sostenere chi trasgredisce la legge. Rispondo sempre citando il presidente John F. Kennedy: «Coloro che rendono impossibile la rivoluzione pacifica, renderanno inevitabile la rivoluzione violenta». Ebbene, l'ALF (Animal Liberation Front) non ha mai fatto del male a nessun essere vivente, ma agisce perché troppe poche persone stanno facendo qualcosa in modo legale per porre fine all'ingiustizia di questi trattamenti sugli animali. Ognuno di noi può e deve fare qualcosa nel proprio piccolo. Ognuno di noi può e deve aiutare a correggere questi torti. Per favore, unisciti a me».
Vegano da quando aveva 3 anni e attivista per i diritti animali e l’ambiente, Joaquin Phoenix ha spesso utilizzato la sua enorme visibilità per accendere i riflettori su questi temi. Nel 2020, poi, esce il cortometraggio “Indigo”, il racconto di un’esperienza che ha travolto l’attore che mai aveva visto dal vivo degli animali in un macello prima di quel momento.
Un'esperienza così forte che, vincitore dell’Oscar come miglior attore protagonista per il film “Joker”, il discorso di ringraziamento sul prestigioso palco, lo ha utilizzato per parlare di diritti animali e specismo.