A Francoforte, nel quartiere Fechenheim, si può incontrare Jenny. Una cavalla araba dal mantello grigio che da 15 anni, ogni mattina, si fa un giro in città. Le sue passeggiate sono iniziate quando il proprietario, l'80enne Werner Weischedel, ha smesso di cavalcarla. A Jenny piace salutare tutte la facce familiari lungo il percorso e fermarsi a prendere premietti e carezze dai suoi umani preferiti. Al suo capestro sono attaccati una mediaglietta e un biglietto con scritto: "Il mio nome è Jenny. Non sto scappando, sto solo passeggiando e i miei proprietari lo sanno".
Nonostante la stazione di polizia locale riceva spesso telefonate che segnalano la sua presenza, in tutto questi anni la cavalla non ha mai causato o è stata coinvolta in un incidente. Un veterinario la visita regolarmente e, oltre a trovarla in ottima salute fisica, non riscontra alcun problema d'ansia per la sua vita "cittadina".
Jenny va avanti indietro anche otto volte al giorno ma rientra sempre per il pranzo, come se avesse un orologio. «Se qualcosa non le piace o si sente a disagio, ad esempio se c'è brutto tempo, rientra nella sua stalla», racconta a Kodami il papà di Jenny. «Sceglie da sola i suoi percorsi e spesso segue quello più frequentato, che costeggia la via del tram e porta in campagna: lì ha una vasta area a disposizione».
Abituati a gatti e cani, all'inizio i residenti del borgo tedesco non credevano ai loro occhi ma col tempo si sono abituati a incontrare una cavalla alla fermata del tram: «Le reazioni adesso sono costantemente positive – dice Werner Weischedel – il 99% delle persone la conosce». Ma qual è in assoluto la cosa che piace a Jenny? «La libertà. Può mangiare ciò di cui ha bisogno adesso, può camminare e trottare quando ne ha voglia: lo adora».
Jenny è diventata una star. Il regista Michael Jung è rimasto colpito dalla storia della cavalla e del suo proprietario e nel 2020 ha girato un film "The Walk": «Sepolto tra le macerie della seconda guerra mondiale, Werner sopravvisse – racconta Michael Jung – con l'aiuto di un cavallo ha trovato un modo per gestire il trauma. La vita di Werner è un modo per guardare alla Germania del dopoguerra, non solo alla rinascita dell'industria, ma al venire a patti con la sofferenza che W.G. Sebald ha detto essere il vero segreto nascosto dei tedeschi del dopoguerra».