Lo sanno tutti. Se qualcuno ci augura un «In bocca al lupo» la risposta immediata è «Crepi il lupo», o almeno questa dovrebbe essere, secondo il modo di dire comune e diffusissimo in Italia. Eppure, il velocista da medaglia d'oro Marcell Jacobs ha dato una risposta diversa al giornalista del Tg1 che gli ha rivolto questo augurio.
«Viva il lupo, sempre», ha detto Jacobs al termine dell'intervista. Ma come mai questo cambio di direzione?
In Italia il lupo è diventato una specie protetta solo a partire dai primi anni '70, ma la convivenza tra gli uomini e questi bellissimi carnivori non è mai stata semplice e continua a non esserlo. Basti pensare alle recenti notizie di maltrattamenti nei confronti dei lupi, ancora troppo diffusi in Italia. L'accezione negativa del modo di dire ne è una prova: la nostra società è fin troppo abituata a guardare ai lupi come ai "cattivi" delle storie, le fiere indomabili che mangiano i bambini e distruggono le fatiche dei pastori uccidendo le loro pecore.
Gli animalisti e gli esperti, generazione dopo generazione, hanno cercato di diffondere informazioni corrette sottolineando l'importanza fondamentale che questi carnivori hanno nel nostro ecosistema. Come spiega egregiamente il tenente Ravaglioli del NIPAAF di Belluno «Il lupo rappresenta un elemento imprescindibile per i nostri ambienti in quanto occupa il vertice delle catene alimentari ponendosi cosi come bioindicatore (ossia indice vivente) di salute dei nostri ecosistemi forestali. Il ruolo svolto da questo grande predatore è di fondamentale importanza perché con la sua azione predatoria regola la densità delle popolazioni degli ungulati il cui sovraccarico potrebbe portare a problemi di rinnovazione forestale nei nostri boschi e a un indebolimento delle stesse popolazioni predate che, a causa dell'eccessiva competizione intra e interspecifica per risorse comunque limitate, risulterebbero certamente più vulnerabili a qualsiasi fattore sfavorevole».
Può una sola parola cambiare il sentimento comune sui lupi? Quel "viva" che sostituisce il "crepi" si è già fatto strada tra i più giovani, i quali fanno anche riferimento a un'interpretazione più recente della vicenda: dire «Viva il lupo» significa celebrare la nostra famosa Lupa della leggenda. Lupa diede i natali alla città di Roma, allattando i gemelli Romolo e Remo e prendendoli in bocca per trasportarli e proteggerli, così come anche cani e gatti (ma non solo) fanno con i propri cuccioli.
A questo punto, non ci resta che augurare a Jacobs il nostro «In bocca al lupo» e ringraziarlo per aver riportato alla luce una tematica così importante nel nostro Paese.