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21 Giugno 2021
10:56

Israele mette al bando la vendita delle pellicce

Israele è il primo Paese al mondo ad aver bandito la vendita di pellicce. E’ il frutto di una forte pressione esercitata direttamente al Governo dall'organizzazione no-profit Peta (People for the Ethical Treatment of Animals). Non ultimo, un appello diretto al primo ministro Benjamin Netanyahu dal vicepresidente senior dell’associazione, Dan Mathews e dal direttore onorario, l’attrice Pamela Anderson.

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Israele è il primo Paese al mondo ad aver bandito la vendita di pellicce. La decisione è il frutto di una forte pressione esercitata direttamente sul Governo dall'organizzazione no-profit Peta (People for the Ethical Treatment of Animals). In ordine di tempo, ultimo è stato un appello diretto al primo ministro Benjamin Netanyahu dal vicepresidente senior dell’associazione, Dan Mathews, e dal direttore onorario, l’attrice Pamela Anderson.

Da anni gli attivisti locali chiedevano questo provvedimento a gran voce, firmato ora dal ministro dell’Ambiente Gila Gamilel. «Abbiamo fatto la storia, la pelliccia non è più di moda. L'industria del commercio della pelliccia provoca inimmaginabili sofferenze agli animali e questo decreto trasformerà il mercato della moda israeliana rendendolo migliore sul piano del rispetto delle norme ambientali».

Entro sei mesi il decreto entrerà in vigore, ma c’è un’eccezione: non si applicherà per motivi scientifici e religiosi. Quindi, non sarà vietata l’importazione degli Shtrimel, i cappelli ortodossi indossati durante lo Shabbat e le altre festività ebraiche. In Israele proprio la questione religiosa è al centro di una battaglia condotta dalla Società israeliana per la protezione degli animali. Gli Shtrimel sarebbero a loro dire un «modo primitivo» per la pratica dell’ebraismo.

Peta invita le altre nazioni a seguire «le orme di Israele». «Ammassare animali malati e stressati in condizioni antigieniche negli allevamenti di animali da pelliccia crea il terreno fertile perfetto per malattie mortali – sottolineano – Il nuovo coronavirus è stato trovato in allevamenti di visoni in una dozzina di Paesi: Canada, Danimarca (dove una variante della malattia nei visoni ha infettato l'uomo), Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia, e gli Stati Uniti, con un conseguente massacro di massa d'emergenza di decine di milioni di animali».

La coscienza anti-pellicce sta crescendo: due anni fa, nel 2019, la California bandì la loro vendita (che sarà effettiva dal 2023). E’, però, uno degli Stati degli Usa. Ecco perché la prima nazione al mondo ad aver sostenuto questa campagna è proprio Israele.

La prima ad abbandonare le pellicce fu Gucci, poi tutti gli altri

Diversi marchi di moda stanno abbandonando le pellicce a favore di altre fibre: tra i primi, la casa Gucci. Miuccia Prada non le usa più dal 2019 grazie a un'intesa con la Fur Free Alliance. Pamela Anderson è stata una delle attiviste che maggiormente si è impegnata contro questa pratica. Nel 2018 arrivò a scrivere proprio a Prada puntando l'attenzione su quelle campagne che si spacciano come ‘etiche'. «La pelliccia prodotta ‘eticamente' è paragonabile a un ‘omicidio misericordioso': non esiste – scrisse – Anche in quei Paesi che partecipano al programma Origin Assured dell'industria delle pellicce, che afferma che gli animali sono trattati ‘umanamente' prima di essere macellati, le indagini della Peta e di altri gruppi per la protezione degli animali hanno ripetutamente dimostrato che la crudeltà è diffusa. I consumatori sanno che non esiste un modo "gentile" di uccidere gli animali per la loro pelliccia, e i leader dell'industria della moda se ne sono accorti: Burberry, Giorgio Armani, Versace, Gucci, Michael Kors, Ralph Lauren, Stella McCartney e molti altri le hanno vietate».

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