«Ispra ed Europa non permetteranno mai l'abbattimento di 8 orsi». Ne è certa la consigliera trentina di Verdi-Sinistra, Lucia Coppola che ieri ha votato contro il ddl n. 11 che va a modificare legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9 relativa alle misure di prevenzione e d'intervento previste per i grandi carnivori. L'unico voto contrario espresso dal consiglio insieme a quello del consigliere di Onda, Filippo Degasperi.
«Secondo me non cambierà niente rispetto alla legge nove del 2018 che ha permesso l'abbattimento di M90 – continua Coppola – Ispra e la Direttiva Habitat non consentiranno mai l' abbattimento di 8 orsi a prescindere. Si tratta oltre tutto di una razza fragile a causa dell'inbrinding, cioè della consanguineità. Quindi a rischio estinzione. L'orso rimane nella piena disponibilità dello stato. Ed è specie massimamente protetta da molte leggi».
L'orso bruno europeo non è di per sé una specie in via d'estinzione, ma lo era la popolazione sulle Alpi del Trentino. Negli anni Novanta era rimasto solo uno sparuto gruppo composto da tre maschi, destinati quindi a sparire dalla zona. Così è stata data vita al progetto Life Ursus per ripopolare la regione. Il Parco Adamello Brenta con la Provincia Autonoma di Trento e l’Ispra, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, ha quindi rilasciato 10 orsi provenienti dalla Slovenia.
Prima della sua attuazione, l'iniziativa era ben vista dalla popolazione che vedeva negli orsi un motore turistico importante. Due sondaggi realizzati dall'istituto Doxa nel 1997 e nel 2003 hanno rilevato che oltre il 70% degli intervistati delle valli del Trentino occidentale si dichiarò favorevole alla presenza dell’orso, ad eccezione degli abitanti delle città di Trento e Rovereto.
Dopo il 2004 la gestione del Life Ursus è passata in capo alla Provincia Autonoma. Per gli esperti del Parco dell'Adamello Brenta questo trasferimento di competenza equivale alla fine del progetto, come aveva spiegato a Kodami Andrea Mustoni, coordinatore Tecnico del Life Ursus e responsabile comunicazione scientifica del Parco:«Ciò che è accaduto dopo il 2004 non può essere chiamato Life Ursus, ma è il progetto di gestione e conservazione degli orsi in Trentino». Mustoni, considerato il padre del Life Ursus, in un lungo sfogo aveva criticato duramente la gestione politica di un piano scientifico: «Sono convinto che l'errore sia stato quello di gestire, dopo il 2004, in maniera ordinaria una situazione che era ancora straordinaria e richiedeva sforzi economici e di risorse umane. In queste situazioni è indispensabile lavorare con una comunicazione seria, sincera, massiccia e trasparente che raggiunga tutti i livelli della popolazione. Questo non l'ho visto».
Da due dei plantigradi rilasciati tra il 2000 e il 2001, la femmina Jurke e il maschio Joze, è nata JJ4, l'orsa che il 5 aprile 2023 ha tolto la vita ad Andrea Papi. Il 26enne di Caldes, stava correndo nei boschi della sua Val di Sole quando ha incontrato JJ4 con i suoi due cuccioli, forse cogliendola di sorpresa.
Papi è così diventato la prima vittima di orso di cui ha memoria l'Italia unita, e il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha iniziato la sua personale crociata nei confronti degli orsi, dopo anni di immobilismo sul tema, come rileva Coppola: «A parole hanno dichiarato disponibilità a fare prevenzione. È passato il mio Odg [proposta n.d.r.] sulla diffusione dei bidoni anti-orso. Anche in abitazioni privati e alberghi se sono in prossimità dei boschi».
Al ritorno dei plantigradi in Trentino non è seguito un adeguamento strutturale del territorio, come l'installazione di cassonetti anti-orso, bidoni inaccessibili ai selvatici che così, non potendosi nutrire dei rifiuti antropici, si tengono lontani dalle città. Ma nulla è stato fatto per evitare una pratica ancora più pericolosa: «Non è passato l'emendamento sul divieto alla pasturazione da parte dei cacciatori degli ungulati – ricorda Coppola – Fonte di avvicinamento ai paesi degli orsi in cerca di cibo».
Lo stato del conflitto tra persone e selvatici è quindi ben lontano dall'essere risolto con gli strumenti a disposizione della minoranza politica: «Vigileremo sulla cartellonistica, conferenze, materiale informativo. Non è passata la mia proposta di allargare il Casteler e di recintare ampi spazi di territori selvaggi e fuori dalle rotte turistiche, luoghi dedicati, lontani dai paesi, per orsi confidenti o pericolosi», conclude la consigliera.