Sono 961 le orche identificate nelle acque islandesi da Orca Guardians Iceland, organizzazione no profit che si occupa di ricerca e salvaguardia delle orche nei mari di Islanda. Lo studio è il risultato di una ricerca decennale (2011 – 2021) ed è appena stato pubblicato dall’organizzazione in collaborazione con l’istituto Náttúrustofa Vesturlands.
Il catalogo è frutto di cinque anni di analisi e raccoglie circa 300 mila fotografie scattate nell’ultimo decennio durante i viaggi di osservazione delle orche, organizzati da Laki Tours a largo della penisola islandese di Snæfellsnes.
L’obiettivo della ricerca? «Identificare e registrare, sia da terra sia da mare, il maggior numero possibile di orche che si muovono annualmente nell’area di Snæfellsnes – spiega Marie Mrusczok fondatrice di Orca Guardians Iceland – Questo aiuterà a identificare possibili habitat critici, importanti zone di alimentazione e modelli comportamentali della popolazione islandese di orche e fornirà quindi una conoscenza cruciale per le misure di conservazione».
Un enorme lavoro di studio, classificazione e ricerca con l’aiuto anche dei volontari
Tutto il progetto di ricerca parte dall’osservazione spontanea delle orche presenti davanti all’Islanda. «Ho cominciato raccogliere sistematicamente i dati dal 2014 – spiega Marie Mrusczok fondatrice di Orca Guardians Iceland – Ma era dall’inverno del 2010 che, grazie ad alcuni pescatori, era stata notata la presenza di un gruppo cospicuo di orche arrivate per la riproduzione sulla costa occidentale islandese, in particolare davanti alla penisola di Snaefellsnes».
Dal 2014, grazie alla collaborazione con Láki Tours Whale Watching, si comincia a raccogliere dati con regolarità: «Ho compilato il catalogo da sola e ho scattato la maggior parte delle immagini, ma a volte ho avuto l’aiuto dei volontari di Orca Guardians. Ho anche ricevuto immagini inviate da altri luoghi intorno all’Islanda, anche dalla Scozia e dall’Italia, dove sono state registrate alcune delle nostre orche islandesi». Un enorme lavoro di raccolta dati, classificazione e approfondimento al quale Marie si è dedicata per molto anni. «Il catalogo 2022 comprende tutto il lavoro di identificazione che ho fatto dal 2014. C'era un catalogo nel 2017 che comprendeva tutto il lavoro 2014-2017, e la versione ampliata/aggiornata ora include anche tutto il lavoro di identificazione degli ultimi 4 anni. Un lavoro che ha richiesto molto tempo: è senza dubbio il più grande progetto che ho seguito finora nella mia vita».
Come si riconoscono le orche?
A rendere unica ogni orca è la forma della pinna dorsale e le sue cicatrici. L’osservazione, e le fotografie che testimoniano le differenze, sono quindi particolarmente attente a questi elementi. «Le tecniche di identificazione applicate per questo catalogo sono state sviluppate da Michael A. Bigg 1982 per le orche del nord-ovest del Pacifico – spiega Marie Mrusczok che racconta di essersi appassionata al mondo delle orche sin da piccola e che, ovviamente, i film della serie Free Willy hanno fatto la loro parte per il nascere di questa passione. – Oltre alla forma e alle cicatrici della pinna dorsale, si considera anche la forma, la pigmentazione e i modelli di cicatrizzazione della zona della sella».
Le immagini di identificazione delle orche trovate nelle acque costiere della penisola di Snæfellsnes sono state raccolte da febbraio 2011 a dicembre 2021. «Io ho imparato il lavoro di identificazione lavorando nella protezione delle orche sulla costa occidentale del Canada (Vancouver Island) nel 2011. Lì ho imparato sia come scattare buone fotografie di orche sia come analizzarle poi al computer».
I lunghi viaggi delle orche tra Islanda, Spagna, Italia e Libano
il catalogo è il risultato dell'analisi di circa 330.000 immagini di identificazione, con un totale di 987 orche identificate e catalogate. «Il lungo lavoro di identificazione in corso – racconta ancora la fondatrice di Orca Guardians Iceland – ha rivelato movimenti lungo il litorale islandese, così come movimenti di andata e ritorno e di sola andata delle orche verso aree al di fuori dell'Islanda. Ci sono oltre 30 individui documentati che viaggiano tra la Scozia e l’Islanda: sono stati visti ripetutamente in Islanda durante i mesi invernali e in Scozia in estate. Nel 2019 e 2020, inoltre, si è scoperto che quattro orche hanno percorso una distanza di sola andata di oltre 8.000 km dall'Islanda attraverso la Spagna e l’Italia fino al Libano. Questa scoperta è stata unica nel suo percorso e nella sua portata, essendo il più lungo movimento di sola andata mai registrato per le orche nel mondo».
Studiare le orche rispettando il loro ambiente
Ma come si può studiare le orche, o qualsiasi altro animale marino, senza disturbarle nel loro habitat e senza influenzare e disturbare la loro vita? Marie Mrusczok è molto sensibile a questo argomento. «Ho fondato Orca Guardians Iceland nel 2016 insieme a tre co-fondatori per proteggere le orche in Islanda attraverso la ricerca non invasiva e l'educazione. Questo significa che facciamo ricerca senza fare alcun danno ai loro corpi e seguiamo un rigoroso codice di condotta quando le osserviamo dalla barca per non disturbarle nel loro comportamento naturale. Allo stesso tempo, lavoriamo anche nella divulgazione pubblica, raccontando alla gente delle orche e di come possono proteggerle da casa attraverso le loro azioni quotidiane – spiega – Le orche sono per noi individui con tratti del carattere unici e promuoviamo con loro soltanto incontri rispettosi e attenti. Le fotografie del catalogo sono state raccolte sia tramite incontri a terra sia in barca. Mentre gli avvistamenti da terra possono essere considerati non invasivi per loro natura, la raccolta dei dati dalla barca è stata invece effettuata in stretta osservanza di un codice di condotta. Raccogliamo dati sulle barche di Láki Tours Whale Watching soltanto durante le ore di funzionamento dell’azienda, proprio per minimizzare un possibile impatto negativo e per evitare di avere più più di una barca in prossimità delle orche in qualsiasi momento».
Malgrado il covid le uscite in barca per gli avvistamenti non si sono fermate. Tra marzo e giugno del 2021, per non interrompere la ricerca e continuare a raccogliere dati, l’organizzazione ha deciso di continuare con le uscite in mare malgrado la mancanza di passeggeri e di gite in barca, conseguenza della pandemia di covid 19. «Siamo usciti con una delle barche di whale watching per cinque ricerche a Breiðafjörður. Durante tutti gli incontri in mare, i modelli comportamentali degli degli animali sono stati monitorati da vicino per qualsiasi segno di sofferenza, nel qual caso la distanza dagli individui è stata aumentata o l’area lasciata completamente».
Come fare whale watching responsabile in Islanda
«È possibile vedere le orche in Islanda attraverso un whale watching responsabile. Questo significa scegliere un operatore responsabile che sa come manovrare intorno alle orche in modo che non si sentano disturbate. Orca Guardians Iceland lavora a stretto contatto con Láki Tours whale watching in Islanda occidentale, sulla penisola di Snæfellsnes. Láki Tours è un leader nel whale watching responsabile e ci fornisce una piattaforma per la nostra ricerca. Raccogliamo dati a bordo dei loro viaggi tutto l'anno, così quando le persone vengono come passeggeri del tour per vedere le orche, possono vedere come facciamo la ricerca e imparare di più sulle specifiche orche che hanno visto nel loro tour. E, se vogliono, possono adottare un'orca che hanno visto e imparare tutto su quell’individuo.
Foto di copertina: Orche al largo dell'Islanda (credits:OrcaGuardianIceland)