Il suo nome è Francesco D’Addato, fa il volontario da 4 anni, da quando un conoscente gli aveva chiesto se volesse dare una mano nel rifugio per cani gestito da un’associazione. Vive a Trinitapoli, comune pugliese commissariato dall’aprile 2022 per infiltrazioni mafiose. Quando si avvicinò a questo mondo, in paese erano attivi questo rifugio e il vecchio canile comunale. Una situazione che in questo lasso di tempo non è cambiata in meglio. Anzi, probabilmente le difficoltà si sono moltiplicate come i cani che vivono per strada. Ormai provato dall’impossibilità di fare qualcosa in più si è rivolto a Kodami per raccontarci la sua storia.
«Quando ho iniziato si faceva fatica ma bene o male si combinava qualcosa – ci spiega – oggi al rifugio ci sono 8 cani, c’è il costo dell’affitto, il costo dell’acqua e questi animali hanno bisogno di trovare una famiglia. Anche se questi sono stati recuperati sul territorio non risultano intestati al Comune. Tutti se ne lavano le mani».
A Trinitapoli c’è un canile comunale che anni fa è stato sottoposto a ordinanza di chiusura, anche se ci sono ancora cani all’interno. Un cane che viene accalappiato sul territorio va al Rifugio San Francesco gestito dalla Lega Nazionale del Cane a Trani. Qualche tempo fa anche 5 cani del rifugio dove Francesco dà una mano sono andati lì. Erano quelli di cui il comune risultava proprietario. Di quei 5 cani 3 erano femmine ed erano state sterilizzate, i 2 maschi invece dovevano partire al Nord con un’associazione che nel frattempo, però, stava avendo altri problemi. Questi animali, insomma, sono stati ancora una volta poco fortunati perché proprio quando toccava a loro sono state bloccate le partenze.
Come dicevamo la situazione è precipitata dopo il commissariamento del comune: «Per noi è cambiato che ci è stato tolto il contributo per via di alcune irregolarità formali – ammette l’uomo – l’associazione a cui facevamo riferimento era iscritta a livello comunale, mentre nell’albo regionale mancava la necessaria registrazione, perché erano assenti alcune firme che non erano mai arrivate dalla sede nazionale. Non si può dire nulla ai commissari, hanno fatto il loro lavoro. Sono stati chiamati qui per mettere le cose in ordine. Solo che in mezzo a questa cosa ci siamo trovati noi volontari e i cani che seguiamo».
Viene da chiedersi coma mai, allora, il gruppo dei volontari, che nel frattempo perdeva ogni giorno dei pezzi, non si sia rivolto a qualche altra organizzazione per provare a regolarizzare la propria situazione: «In primo luogo ci sono delle ragioni numeriche – continua Francesco – qualcuno si è trasferito, nuovi volontari non se ne trovano, ho contattato parecchie associazioni nazionali però c’è bisogno di un gruppo di persone che operino nel territorio. Si può provare a creare un’associazione indipendente ma servono anche lì persone operative. Siamo tutti animalisti ma all’atto pratico, se c’è da investire del tempo, sembra qualcosa di impossibile. Al momento bisogna ringraziare se i cani hanno un pasto, c’è un’altra persona che si occupa delle spese del rifugio che arrivano a quasi 500 € al mese. Non potremo continuare così all’infinito, però».
Il sogno di Francesco è che questa situazione, prima o poi, venga in qualche modo risolta: «Spero che si riesca a realizzare una struttura sanitaria comunale in grado di far fronte a tutti i problemi – conclude – che ci sia una convenzione con una clinica o con un veterinario privato che, in caso di emergenza, consenta di prestare immediate cure agli animali che si trovano in difficoltà sul territorio. Qualcosa che vada oltre il servizio fornito dalla ASL veterinaria e dai vigili urbani perché, come in tutti i piccoli comuni, questo tipo di servizio di sera non è attivabile. Spero che ci sia una reimmissione sul territorio dei cani liberi da sempre, non è giusto recuperarli per chiuderli in una struttura. Sono cose che ci dovrebbero essere in un paese civile. Oltre che avere una associazione attiva con tutte le carte in regola su Trinitapoli. So che i commissari stanno portando avanti il progetto del rifugio ma i tempi sono lunghi e le emergenze sul territorio sono all’ordine del giorno. Sarebbe utile una campagna di sterilizzazione. Educare il cittadino a comportarsi in maniera responsabile. E sapere se ci si ritrova davanti un animale ferito come ci si deve comportare. Purtroppo ad oggi molti animali muoiono perché non ricevono alcun tipo di soccorso.
Abbiamo provato a contattare, anche per iscritto, i Commissari del Comune di Trinitapoli per capire se ci sono spiragli per la realizzazione di una nuova struttura comunale. Molti comuni hanno sfruttato l’occasione dei tanti canali di finanziamento aperti, vedi per esempio il PNRR, per realizzare le opere per le quali la amministrazioni risultavano già fortemente in ritardo, secondo quelle che erano le indicazioni contenute in leggi e regolamenti che da anni hanno tracciato la strada da seguire. Speriamo di ricevere una risposta, premesso che comunque i volontari hanno in piedi un’interlocuzione con loro per provare ad affrontare la problematica.
Al momento, invece, ci sono 8 cani nel rifugio. L’appello di Francesco è rivolto a singoli cittadini ma anche ad altre associazioni per dare una mano nel trovare loro una casa. Il suo numero di telefono è 3512865289 e nel corpo dell’articolo ci sono le fotografie di alcuni degli animali attualmente in attesa. L’invito, eventualmente, va anche a chi in qualche modo possa fornire consigli o suggerimenti per provare a risolvere le questioni burocratiche, molto complesse, che evidentemente da semplice volontario non riesce a superare in autonomia o con le poche persone ancora disposte a impiegare un po’ di tempo per gli animali.