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7 Dicembre 2023
18:27

“Io non combatto”: il progetto di Fondazione Cave Canem e HSI fa tappa nelle scuole medie

Durante il laboratorio "Io non combatto" gli alunni delle scuole medie hanno scoperto il tema dei combattimenti tra cani e del possibile legame con la devianza minorile, e conosciuto anche la cagnolina Zoe, salvata da questo circuito criminale grazie al lavoro di Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem.

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Chiara Muzzini/Fondazione CAVE CANEM

È possibile parlare a ragazzini di età compresa tra gli 11 e i 13 anni di cani da combattimento e della loro riabilitazione dopo lo sfruttamento? Sì, secondo Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem.

Le due associazioni nel pomeriggio di ieri hanno dato vita al laboratorio "Io non combatto", destinato proprio agli alunni delle scuole medie per affrontare assieme a loro i temi interconnessi dei combattimenti tra cani, della legalità e della sensibilità nei confronti degli animali.

In Italia, la legge punisce chi organizza e dirige i combattimenti; alleva, addestra e fa partecipare gli animali; scommette sul risultato dei combattimenti; promuove o riprende queste attività; e chi le compie con persone armate o minori. La presenza di bambini o ragazzi è particolarmente grave perché può sviluppare insensibilità verso la sofferenza degli animali, entusiasmo per la violenza e mancanza di rispetto per la legge. Questo può portare alla devianza e alla delinquenza, che, secondo gli psicologi dell’età evolutiva, può svilupparsi nella fascia di età compresa fra i 10 e i 14 per i soggetti esposti a determinati comportamenti violenti, fino a diventarne assuefatti.

I ragazzi hanno anche potuto incontrare Zoe, salvata da un circuito di combattimenti e accolta dalle due associazioni nel rifugio Valle Grande di Roma, dove ha intrapreso e concluso con successo un percorso di recupero psico-fisico, condotto dal team di educatori cinofili specializzati di Mirko Zuccari, dog trainer manager della Fondazione. «Con la presenza di Zoe – hanno spiegato i referenti delle due associazioni – il tema trattato non è rimasto solo astratto ma ha assunto il volto di un individuo concreto e reale. La vittima non è più un cane qualunque ma quel cane e la sua non è solo la storia di una vittima, bensì una di riscatto, di dignità restituita».

Per accompagnare il confronto con i ragazzi è intervenuta la psicologa Roberta Costagliola, specializzata nello sviluppo dell’età evolutiva: «Il tema del combattimento tra cani è sì un argomento molto delicato ma che va assolutamente affrontato con i giovani di oggi – ha dichiarato l'esperta – troppo spesso portati a vivere situazioni di vita devianti, in ambito sociale e relazionale, spesso sprovvisti degli strumenti giusti per fronteggiarle e fuggirle. Quindi si finisce per emulare i comportamenti dei “più forti” ma che risultano scorretti, lesivi, per loro e per gli altri, finendo inevitabilmente nel buio circuito della devianza minorile da cui risulta sempre più difficile uscirne. Con questo laboratorio abbiamo provato a lavorare sulle emozioni di giovani ragazzi davanti alla proiezione di video racconti con protagonisti i cani, con l’intenzione di sollecitare reazioni ed emozioni, dando a loro un nome. Un lavoro autoriflessivo gestito in piccoli gruppi con la possibilità di condivisione e collaborazione, ma anche un lavoro sull’empatia nei confronti dei cani, spostando il focus sulle vittime per far capire loro cosa realmente si prova ad essere dalla parte dei “più deboli”».

In questo contesto è stata presentata anche una brochure dedicata agli alunni, che oltre a spiegare, con un linguaggio consono all’età dei lettori, cosa sono i combattimenti tra cani, interroga i ragazzi sul ruolo dei cani e degli animali nella società, del loro rapporto con essi e del contributo che possono dare per diffondere una cultura di rispetto e compassione verso gli animali.

Sul tema sono intervenute anche Federica Faiella, presidente della Fondazione Cave Canem e Martina Pluda, direttrice per l’Italia di HSI/Europe: «I combattimenti tra animali sono una pratica criminosa ed estremamente crudele che non risparmia nessuno. In primis i cani costretti a combattere, allenarsi e riprodursi per alimentare questi circuiti. In secondo luogo, bambini e ragazzi esposti a questa barbarie e quindi al rischio di emulare comportamenti criminali ed entrare in una spirale di delinquenza e violenza. Invitiamo gli istituti scolastici di tutta Italia a portare il tema e la brochure nelle classi per sensibilizzare e far riflettere i ragazzi. Siamo disponibili a presentare il nostro progetto nelle scuole che lo richiederanno e ringraziamo la Biblioteca Aldo Fabrizi che per prima ci ha voluto accogliere».

Infine, agli alunni è stata presentata anche una brochure, che oltre a spiegare cosa sono i combattimenti tra cani, interroga i ragazzi sul ruolo dei cani e degli animali nella società, del loro rapporto con essi e del contributo che possono dare per diffondere una cultura di rispetto e compassione verso tutti gli esseri viventi.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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