Le autorità dell’Australia orientale hanno dato l’autorizzazione a migliaia di agricoltori di usare esche tossiche più del doppio delle normali. I coltivatori sono infatti in ginocchio a causa dei topi. Ai Governi del Queensland e del Nuovo Galles del Sud stanno chiedendo un’assistenza per cercare di superare la "piaga".
Da mesi sono colpiti da una distruzione dei raccolti, con danni a orzo e grano a causa dell’invasione dei roditori, che procreano sin dalla sesta settimana di vita e che partoriscono nuovi cuccioli ogni 21 giorni. Ma non è la prima volta che avvengono episodi simili in Australia.
Per cercare di fronteggiare quest’emergenza, il Csiro, l'Agenzia scientifica australiana, ha avviato alcune ricerche che hanno spinto le autorità a emettere un permesso di emergenza ai produttori di esche per raddoppiare il contenuto di fosforo di zinco. Infatti, gli animali sviluppano una certa avversione alle trappole e, dunque, renderebbero presto inefficace il sistema di contenimento. Un sondaggio condotto su 1100 agricoltori australiani ha fatto emergere come il 94% di loro abbia acquistato esche con una spesa fino a circa 150 mila dollari: un terzo di loro ha riportato perdite sulle coltivazioni tra 50 e 150 mila dollari.
Furono i primi coloni a portare, a fine Settecento, le specie dei topi europei in Australia, alimentando così la crescita di quegli esemplari in Oceania. Le “piaghe” si verificano circa ogni quattro anni e i roditori possono raggiungere anche i 3mila esemplari per ettaro. I primi fenomeni avvennero a metà Ottocento ma è stato nel 1917 che ci fu uno degli episodi più grandi, sempre nel Queensland. A seguire i casi si sono moltiplicati nello Stato di Victoria e nel Nuovo Galles del Sud. Uno tra gli episodi più recenti è avvenuto nel 1993, con attacchi a porcilaie e allevamenti di pollame.