L'insolita invasione di gazze marine nei mari italiani continua a stupire e col passare dei giorni si stanno moltiplicando a dismisura le segnalazioni in tutte le regioni. I numerosi avvistamenti di questo uccello marino dall'aspetto simile a quello di un pinguino e che nidifica lungo le coste dei freddi mari del Nord, stanno destando enorme curiosità sia tra gli esperti che tra i comuni cittadini. Lo sa bene chi è abituato a frequentare gruppi social e mailing list legate al mondo dell'ornitologia e del birdwatching, ormai pieni zeppi di foto di gazze avvistate in tutto il Paese.
Comprendere i motivi dietro questa inaspettata invasione è però molto complicato, ne avevamo già parlato con l'ornitologo Rosario Balestrieri, ma proprio per tentare di capirne di più sul caso ornitologico dell'anno, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli ha appena annunciato il lancio del monitoraggio della gazza marina nei mari italiani attraverso la citizen science, la scienza partecipata che coinvolge i cittadini. Un progetto nato in collaborazione con Lega Navale Italiana a cui chiunque frequenti il mare può partecipare inviando le sue segnalazioni compilando un apposito form online.
La gazza marina (Alca torda) è un uccello molto simile a un pinguino che non ha però perso la possibilità di volare. Ha abitudini pelagiche e frequenta quindi il mare aperto e nidifica soprattutto lungo le coste e sulle isole dell'Europa nord-occidentale, in Groenlandia e in America nord-orientale. In inverno si allontana dalla costa e si disperde nell'Atlantico settentrionale, giungendo talvolta a Sud fino alle Canarie ed entrando raramente e con pochi individui nel Mediterraneo occidentale.
In Italia la si osservava sporadicamente in inverno nel Mar Ligure, dove anche quest'anno sono arrivate le prime numerose segnalazioni. Ma in questi ultimi giorni, però, si stanno susseguendo numerose osservazioni in tanti altri mari italiani, come il golfo di Napoli o nelle acque pugliesi nel tarantino, dove non si vedeva una gazza da quasi un secolo. Capire cosa c'è dietro questa anomala migrazione "di invasione" è però molto difficile e potrebbe dipendere sia da condizioni climatiche estreme che dalla mancanza di cibo, variabili che possono spingere gli uccelli marini a cercare nuove aree in cui svernare.
Purtroppo però, insieme agli avvistamenti stanno crescendo anche le segnalazioni di esemplari morti, feriti o rimasti impigliati in reti, lenze e ami da pesca. Nei giorni scorsi un individuo senza vita è stato recuperato in Campania, altri sono finiti al CRAS in Liguria e Toscana per aver ingerito un amo e un altro ancora è stato addirittura catturato e fatto dondolare da un pescatore in Calabria. L'autore del gesto ha persino realizzato un video mentre fa penzolare la gazza all'amo per un periodo di tempo piuttosto prolungato.
Questo importante monitoraggio potrebbe quindi non solo aiutare a capire qualcosa in più su questa invasione, ma anche contribuire a salvare eventuali esemplari in difficoltà e segnalare maltrattamenti e zone rischio, e ognuno di noi può partecipare. La citizen science si basa infatti proprio sulla partecipazione collettiva e non accorre avere alcuna specifica preparazione: chiunque ami, viva o frequenti il mare, anche se non appassionato di birdwatching, può contribuire nella raccolta di dati importanti su questa specie e che altrimenti andrebbero persi.
Pescatori, diportisti, fotografi, subacquei, sportivi o semplici passeggeri di traghetti, chiunque osservi o abbia osservato una gazza marina nelle acque italiane, per lavoro o diletto, è perciò fortemente invitato a compilare il form e a inviare le sue segnalazioni alla Stazione Zoologica Anton Dohrn. In questo modo tutti possiamo contribuire a monitorare e capire qualcosa in più su questa pacifica e insolita invasione invernale, senza dubbio il fenomeno ornitologico italiano dell'anno.
L’iniziativa è coordinata dall'ornitologo Rosario Balestrieri della Stazione Zoologica Anton Dohrn e Giovanni De Martino della Lega Navale – Sezione di Napoli.