Il Tribunale di Belluno ha emesso una condanna nei confronti di Luca Ghedina, fratello del celebre sciatore Kristian, che aveva inseguito in auto un gruppo di lupi sulle Dolomiti lo scorso gennaio. L'uomo, allevatore e boscaiolo, riprese tutta la scena in un video che diventò immediatamente virale scatenando tantissime polemiche. La denuncia per maltrattamento animale era stata presentata dall'ENPA.
L'inseguimento era avvenuto nei pressi del valico alpino Passo Tre Croci, a Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno. Nel video si vede l'autore che, visibilmente infastidito dalla presenza degli animali, commenta più volte e in maniera aggressiva il pericoloso tallonamento, aggiungendo: «Adesso li scanno» mentre suonando ripetutamente il clacson spinge i lupi al limite guidando a una velocità di circa 50 km orari. Colpevole di aver inseguito, stressato e messo in pericolo i quattro lupi e se stesso, l'uomo era già stato pesantemente multato per aver violato diverse norme del codice della strada.
Ghedina era evidentemente frustrato e arrabbiato per aver subito a suo dire dei danni a causa dei lupi, ma non è certamente con questi comportamenti inqualificabili e pericolosi che si risolvono i conflitti con i grandi carnivori. Di questo episodi e della possibile e inevitabile convivenza ne avevamo parlato anche con Paola Fazzi, biologa ed esperta di lupi.
Si tratta di una vittoria molto importante – ha dichiarato Carla Rocchi, presidente ENPA – perché sottolinea quanto un comportamento del genere sia inaccettabile e ringrazio l'avvocata Claudia Ricci per aver portato avanti questa battaglia. Quello che abbiamo visto in quel video è esattamente tutto quello che non bisogna fare se si incontrano questi animali che, ricordiamo, sono particolarmente protetti e considerati beni indisponibili dello Stato. Costretti a correre a 50 chilometri orari per oltre due chilometri, sono stati obbligati dall'inseguitore ad un grande sforzo, consumando energie in un periodo già di per sé avverso. Dal video si capisce che l'uomo ha subito dei danni a causa dei lupi ma questo non può essere una giustificazione per un comportamento tanto sbagliato, pericoloso e inutilmente crudele».
Strumenti di prevenzione come le recinzioni e i cani da guardiania hanno dimostrato più volte, e inequivocabilmente, che proteggere il bestiame dagli attacchi dei carnivori è possibile. Solamente attraverso il dialogo costante tra allevatori, comunità, istituzioni ed esperti si potrà arrivare a una pacifica convivenza che metterà fine a episodi tanto tristi e pericolosi.