I modelli e i comportamenti migratori dei singoli pesci possono influenzare intere popolazioni, rivestendo un'importanza cruciale nell'ambito dell'ecologia e dell'evoluzione di alcune specie. La comprensione di questi comportamenti è perciò essenziale per la gestione e la conservazione delle popolazioni di animali migratori e minacciati, come il tarpone (Megalops atlanticus), una specie di pesce minacciata che vive aree lungo le coste e tra le lagune dell'oceano Atlantico.
Un nuovo studio ha infatti presentato dati molto dettagliati raccolti nel corso di cinque anni, offrendo una visione più approfondita dei tempi e delle distanze percorse nella migrazione dei tarponi. Tra le scoperte chiave figura l'identificazione di due distinti sottogruppi di tarponi, con implicazioni significative per gli sforzi di conservazione per salvare questa specie. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Marine Biology.
«Ogni pesce racconta una storia», afferma Lucas Griffin, ricercatore post-dottorato in conservazione ambientale presso l'UMass Amherst e autore principale dello studio. «Eppure finora non sapevamo molto del tarpone». Nonostante la sua iconica presenza nelle acque salate del sud-est e del Golfo, il tarpone è stato finora poco studiato. Questa specie, rinomata per il suo spirito combattivo e per la resistenza, è considerata "vulnerabile" dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, e le sue popolazioni sembrano subire molto le pressioni legate alla pesca, alla degradazione della qualità dell'acqua e alla perdita di habitat.
Dato che i tarponi vivono a lungo (fino a 50 anni o più) e percorrono lunghe distanze durante le loro migrazioni, sono particolarmente suscettibili a numerose minacce lungo il corso delle loro vite. Pertanto, acquisire una migliore comprensione dei loro movimenti è cruciale per la conservazione di questa specie. In questo contesto, un team di ricercatori dell'Università del Massachusetts ha intrapreso un ambizioso progetto di monitoraggio dei movimenti del tarpone per un periodo di cinque anni. Hanno utilizzato tecnologie avanzate, tra cui un ricevitore acustico e piccoli trasmettitori acustici applicati sui pesci.
Ogni volta che un pesce contrassegnato attraversava l'area di copertura del ricevitore, veniva registrata la data, l'ora e l'ID di quell'individuo specifico. Questi dispositivi, che garantiscono un monitoraggio continuo per almeno cinque anni, sono di dimensioni ridotte e non ostacolano la libertà di movimento dei pesci. Come spiega Danylchuk, uno degli scienziati coinvolti, questa metodologia rappresenta il modo più accurato e a lungo termine per comprendere i dettagli relativi alle migrazioni del tarpone, sottolineando l'efficacia della telemetria acustica.
La realizzazione di questo progetto è stata un notevole sforzo, principalmente a causa del carattere vivace del tarpone, che dimostra grande resilienza quando viene catturato. Tuttavia, il duro lavoro ha dato i suoi frutti: il team è riuscito a catturare 200 pesci, di cui ben 109 sono stati monitorati nel corso degli anni. Ogni volta che uno di questi pesci passava vicino a uno dei migliaia di ricevitori distribuiti, veniva registrato, contribuendo a creare un database con oltre 500.000 rilevamenti.
Come afferma Griffin, uno dei ricercatori coinvolti, questo costituisce il database più ampio mai creato sui movimenti dei tarpon. E i risultati ottenuti hanno rivelato importanti nuove informazioni sulla loro migrazione, identificando due distinti sottogruppi di tarpon. Sebbene fosse noto che molti individui si radunano intorno alle Florida Keys in primavera per la riproduzione, questa ricerca ha svelato che un gruppo migra principalmente lungo la costa sud-orientale, mentre un secondo gruppo si dirige verso il Golfo del Messico. Questa scoperta implica che i due gruppi si trovano di fronte a differenti minacce e sottolinea la necessità di adottare misure di conservazione specifiche per proteggere efficacemente questa specie.