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30 Agosto 2024
12:21

Inizia la caccia: dal primo settembre si spara in 16 regioni italiane

Ai primi di settembre si ricomincerà a sparare in 16 regioni italiane in occasione delle preaperture della stagione venatoria. Nel mirino ci saranno anche le tortore selvatiche e altre specie considerate in cattivo stato di conservazione in Europa.

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Tra domenica 1 e lunedì 2 settembre le doppiette dei cacciatori torneranno in azione in 16 regioni italiane per le preaperture della stagione venatoria. Si tratta di aperture anticipate, previste in via eccezionale, che riguardano alcuni degli uccelli considerati cacciabilie e che possono variare da regione a regione.

Nel mirino ci sono gazze, ghiandaie, cornacchie grige, colombacci, quaglie, alzavole e marzaiole, ma ci sono anche lo storno in Toscana e alcune province lombarde, e, soprattutto, la tortora selvatica, una specie in cattivo stato di conservazione, classificata come minacciata a livello globale e inserita nella categoria “Vulnerabile’” dalla Lista rossa europea.

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La tortora selvatica

La tortora selvatica sarà cacciabile in Basilicata, Calabria, Marche, Puglia, Sicilia e Sardegna, sfidando le precise indicazioni europee di non cacciare la specie per salvaguardarne la popolazione che frequenta la “flyway”, cioè la via di migrazione dell’Europa orientale.

A renderlo noto è la Lipu-BirdLife Italia che denuncia l'abitudine delle Regioni di ricorree abitualmente alla preapertura a volte su specie in stato di conservazione negativo come la tortora selvatica. Le preaperture sono «uno strumento di deroga, del tutto facoltativo, da usare dunque con molta cautela».

Su molte regioni l'associazione è quindi intervenuta in coordinamento con altre sigle della tutela ambientale, con ricorsi al Tar come quelli che hanno portato alla sospensione, lo scorso 20 agosto, della caccia alla tortora in Veneto, il 24 agosto delle preaperture in Campania e due giorni fa della preapertura alla tortora in Umbria.

«Nell’anno più caldo della storia, in piena crisi ambientale, siccità e crisi della biodiversità – dichiara Giovanni Albarella, responsabile Antibracconaggio e Attività venatoria della Lipu buon senso avrebbe voluto che la caccia in preapertura venisse sospesa in tutto il paese. Comunque, ai ricorsi presentati si aggiungeranno nuove segnalazioni alla Commissione europea, che vede la caccia italiana sotto osservazione con una procedura di infrazione e una procedura Pilot, la quale potrebbe presto trasformarsi anch'essa in infrazione».

Le preaperture, previste dall’articolo 18 della legge quadro sulla caccia, colpiranno 14 specie, 5 delle quali in cattivo stato di conservazione e concentrate in Europa, come appunto tortora selvatica, quaglia, marzaiola, beccaccino e germano reale, e altre in stato di conservazione cattivo e non concentrate in Europa e per le quali servirebbero quindi importanti politiche di conservazione.

Sul tema, l'Italia è stata già oggetto di due procedure di infrazione volute proprio dalla Commissione europea, come rileva Albarella: «Quest’ultima contesta all’Italia, e a molte sue regioni vari elementi quali l’esercizio venatorio durante la migrazione pre-riproduttiva, oltre che la caccia su specie in cattivo stato di conservazione in assenza di piani di gestione o con piani di gestione non efficacemente applicati, nonché lo scarso impegno dell’Italia a fronteggiare il bracconaggio». «Forse solo con una nuova condanna da parte della Corte di Giustizia – conclude il rappresentante della Lipu – la caccia italiana potrebbe riportarsi nell'alveo della legalità».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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