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4 Settembre 2023
17:44

Influenza aviaria uccide quasi cento leoni marini in Argentina

Epidemia di aviaria in Argentina: gli esperti hanno scoperto che la malattia, che di solito colpisce gli uccelli, sta avendo un effetto devastante anche sulla fauna marina e che si è diffusa in questa specie a causa di una trasmissione interspecifica.

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Sono almeno cento i leoni marini rinvenuti morti al largo delle coste argentine, nella provincia di Rio Negro a Sud, e decine di altri corpi sono stati registrati sulle coste di Mar del Plata e Necochea, a 500 chilometri a sud di Buenos Aires. Dalle analisi eseguite sui corpi, gran parte presentavano, come denunciato dalla Segreteria del Ministero dell'Ambiente, sintomi compatibili con l’influenza aviaria.

Gli esperti hanno scoperto che la malattia, che di solito colpisce gli uccelli, sta avendo un effetto devastante anche sulla fauna marina e che si è diffusa in questa specie a causa di una trasmissione interspecifica, ovvero evidentemente dovuta a qualche contatto tra i leoni marini e degli uccelli infetti presenti nella zona. Le conseguenze di questa epidemia sono disastrose, per i leoni marini in primis, ma non solo: questi animali, infatti, sono fondamentali per l’equilibrio della catena alimentare, poiché si nutrono di pesci di piccole dimensioni, mantenendo così sotto controllo la loro popolazione. La loro scomparsa potrebbe quindi avere un impatto negativo sull’intero ecosistema marino.

«Siamo di fronte ad un ceppo molto aggressivo – ha spiegato il presidente della Fundación Fauna Argentina, Juan Lorenzani – gli animali si infettano rapidamente e iniziano subito con i primi sintomi, che sono per lo più tremori che possono arrivare a convulsioni». Il biologo ha spiegato di non aver mai visto nulla di simile: «È molto triste perché non possono essere isolati o vaccinati. Siamo di fronte a un nuovo fatto della natura che non possiamo fare altro che studiare».

Lo specialista ha precisato che la presenza di influenza aviaria nei leoni marini è iniziata lo scorso febbraio in Perù e Cile, dove hanno dovuto lanciare "un'allerta sanitaria" a causa del gran numero di esemplari infetti. Peraltro, aggiunge Lorenzani «questa specie di mammiferi non hanno difese sufficienti contro questo tipo di virus che provoca loro gravi effetti muscolari, neurologici e respiratori».

Il virus nella sua variante H5N1 è un sottotipo di influenza aviaria altamente patogeno che ha registrato i suoi primi ritrovamenti in Sud America negli uccelli selvatici alla fine del 2022 in Perù. In Argentina, i primi casi tra gli uccelli si sono verificati nel febbraio 2023 nell’area naturale Lagunas de Pozuelos, nella provincia di Jujuy. Anche se la trasmissione dagli uccelli ai mammiferi presuppone un possibile "rischio maggiore di contagio" per l'uomo, gli specialisti hanno convenuto che quest'ultimo è un rischio "poco frequente". Esiste, ma la probabilità non è alta.

Le autorità di tutte le zone costiere colpite del Paese, poiché l'unico modo in cui può esserci un contagio nell'uomo è attraverso il contatto diretto con l'animale, hanno chiesto alla popolazione di non recarsi sulle spiagge dove sono apparsi leoni marini senza vita e soprattutto di non farlo con animali domestici come i cani per evitare, eventualmente, che qualcuno possa entrare in contatto con il virus. Hanno inoltre ricordato a produttori, istituzioni e persone in generale, l’importanza di notificare se vengono identificati un’elevata mortalità di specie sensibili, o segni nervosi, digestivi e/o respiratori negli uccelli selvatici o negli uccelli domestici commerciali o da cortile.

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Simona Sirianni
Giornalista
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