Sono ben 24 gli esemplari di volpe (Vulpes vulpes) in cura al Cras di Calimera, il Centro Territoriale di Accoglienza della Fauna Selvatica Omeoterma in Difficoltà del Salento, in provincia di Lecce. Gli incidenti, con l’aumento del traffico dovuto alla stagione turistica, sono sempre più frequenti e la maggior parte di questi animali è stata investita dalle auto e poi lasciata agonizzante sulla strada.
Simona Potenza, faunista responsabile di mammiferi e uccelli presso il Cras di Calimera, racconta a Kodami qual è la situazione in Salento: «In estate gli incidenti aumentano con il turismo. In più, questo periodo, per le volpi, coincide con quello delle cucciolate: al momento abbiamo in cura 24 esemplari ed è in arrivo il venticinquesimo. È una cifra record mai registrata prima».
Le volpi sono portate al centro una dopo l’altra: l’ultima è arrivata appena domenica scorsa da Novoli, vicino Lecce, preceduta di alcuni giorni da un altro cucciolo recuperato da una coppia di ragazzi ad Alezio, poco distante da Gallipoli. In arrivo un esemplare travolto questa notte a Taviano, nell’estremo sud della provincia, attualmente ricoverato presso l’ambulatorio veterinario locale.
«La maggior parte degli animali ha subito traumi da impatto con i veicoli mentre attraversava la strada, soprattutto di notte, per l’esattezza 15 dei cuccioli di volpe che abbiamo in cura», continua Potenza. «Gli altri, invece, hanno perso la loro casa: quando vengono sradicati gli alberi, come gli ulivi, si distrugge l’intera tana e con questo vengono messi in pericolo cuccioli piccolissimi ancora in lattazione, persino con gli occhi ancora chiusi. Ad esempio, a Pasquetta, hanno sradicato un ulivo e dell’intera cucciolata è sopravvissuto solo un volpacchiotto».
È uno dei primi ad essere arrivato quest'anno, racconta Potenza, ed è ancora in cura presso la struttura. Dopo di lui ne sono arrivati altri 8 con un trascorso simile, altri ancora trovati da cani, due non ce l’hanno fatta perché presentavano fratture scomposte alla colonna vertebrale.
La prima cosa da fare in caso di incidente è telefonare al centro di recupero fauna selvatica (Cras) più vicino ma «purtroppo il centro non è aperto h24. Bisogna cercare di mettere gli animali in sicurezza, chiamare le forze dell’ordine o qualcuno che possa fermare il traffico sulle strade, specialmente di notte. Le nostre cure sono gratuite, ma chi investe questi animali molte volte non si ferma neppure a soccorrerli», aggiunge Potenza.
In alcuni casi, come negli incidenti notturni, il recupero da parte del centro non può essere immediato e gli animali che hanno bisogno di cure urgenti devono essere trasportati in un ambulatorio veterinario. Per fortuna esistono anche persone che non si voltano dall’altra parte e che, anzi, mobilitano animalisti e amministratori locali, come nel caso di Alezio, riuscendo ad affidare la fauna ferita alle cure dei veterinari in breve tempo.
Il Cras di Calimera non ospita solo volpi: tra gli animali presenti in struttura ci sono anche testuggini e tartarughe marine (queste ultime per avere ingerito plastica o per essere state colpite dalle eliche delle imbarcazioni), un giovane tasso, trovato anche lui a bordo strada dopo essere stato investito, e numerosi volatili tra cui una gallinella d’acqua, ritrovata a Lequile da un fioraio all’interno di uno dei cesti di fiori che aveva utilizzato per una cerimonia.
«Abbiamo anche diverse civette e assioli», aggiunge Potenza, questi rapaci notturni, infatti «cacciano gli insetti di cui si nutrono a bordo strada. Quando poi si avvicina un’auto a grande velocità vengono storditi dai fari e spesso colpiti dai parabrezza perché non riescono ad allontanarsi in tempo. Una delle civette che abbiamo in cura è stata colpita talmente forte da avere il becco storto. Ora sta meglio e per fortuna, dopo 10 giorni di cure, ha ripreso a nutrirsi in autonomia nonostante lo sfregio permanente».
Ma la fauna locale, purtroppo, non deve fare i conti solo con il turismo e gli incidenti, sono giorni, infatti, che numerosi incendi devastano il Sud Italia riducendo ulteriormente gli habitat disponibili per gli animali.
«È complicato rilasciare i nostri ospiti in natura», spiega Potenza. «Tra gli incendi così diffusi e lo sradicamento degli alberi l’ambiente è diventato davvero poco ospitale. In più aumentano i casi di animali tenuti in casa: qualche giorno fa ci è arrivato un falco di palude con un enorme callo osseo sull’ala, che gli impedisce di volare. Aveva il piumaggio completamente devastato dalla permanenza in una gabbia inadeguata e dall’alimentazione errata. Sono arrivati altri uccelli in condizioni simili, destinati a morire perché con fratture multiple o casi in cui non riescono a sostenersi con le zampe e premono sullo sterno, sviluppando problemi respiratori. È difficile poter rilasciare in natura esemplari in queste condizioni. La gente crede di poter tenere un animale in casa cercando le cure su Google, ma si trovano anche tante informazioni sbagliate».
Simona Potenza e gli altri volontari del Cras spesso si trovano ad avere a che fare con animali così piccoli da non poter essere liberati immediatamente e devono sostituirsi alle madri naturali, specie quando i cuccioli sono ancora in periodo da lattazione.
«I piccoli di volpe ancora non sono pronti», conclude Potenza. «Preferiamo aspettare ancora un po’: alcuni cuccioli sono stati “imprintati” al contatto con gli esseri umani in casa e in questo periodo c’è molta pressione turistica, quindi c’è il rischio che tornino a cercare cibo dall’uomo, gettando via tutto il lavoro fatto per reinserirli in natura. Inoltre questo caldo anomalo non aiuta i piccoli animali ad abituarsi all’ambiente nuovo».
A settembre, verosimilmente, saranno state liberate tutte le volpi. Nel mentre ringraziamo il Cras di Calimera e tutti gli altri centri di recupero della fauna selvatica, messa in pericolo dall’uomo e dalle sue azioni, come incendi e incidenti, che ogni giorno salvano numerose vite e sensibilizzano all’amore verso gli animali.