«Corri veloce Lilla, da quelle parti di palline ne troverai tantissime». Con un riferimento alle adorate palline da tennis, passatempo preferito, i volontari dell'associazione Amici di Fiocco di Rieti hanno salutato Lilla, morta per un incendio divampato nei pressi del rifugio in cui abitava con un’altra trentina di cani.
Lilla è morta quando le fiamme, partite da un campo di frumento vicino alla struttura, hanno lambito il suo box: «L’incendio è certamente di origine dolosa – spiega a Kodami Patrizia De Acutis, presidente dell’associazione Amici di Fiocco – È stato appiccato nei campi in prossimità del nostro rifugio, che è un ricovero privato in cui accogliamo principalmente cani anziani, con disabilità o che provengono da storie difficile e il suo reinserimento è complesso. Lilla era con noi da tre anni, aveva iniziato un percorso con un’educatrice e aveva qualche criticità comportamentale. Con le palline da tennis, però, si calmava sempre, erano la sua grande passione, ed è anche per questo che abbiamo deciso di salutarla così. Diverse volte abbiamo chiesto ai nostri sostenitori palline usate da regalare proprio a lei».
L’incendio è scoppiato nel pomeriggio del 20 giugno. A dare l’allarme è stato un uomo che ha notato il fumo e le fiamme e ha chiamato i vigili del fuoco: all’arrivo dei soccorritori per Lilla, il cui box è proprio ai margini della struttura, non c’era ormai più nulla da fare, mentre gli altri cani sono fortunatamente scampati al rogo e non sono rimasti feriti.
«Il box di Lilla è proprio a ridosso del punto in cui è divampato l’incendio – spiega De Acutis – Per gli altri cani è stata una sorta di miracolo. Intorno alla recinzione è tutto nero, è un po’ come se ci fosse stato un muro tra la parte bruciata e quella interna. Lilla era con noi da tempo, una mattina ce la siamo ritrovata davanti al cancello, qualcuno ha voluto lasciarcela senza dire nulla. È un enorme dolore il modo in cui è morta».
Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri, in collaborazione con guardie zoofile e guardaparco: «La nostra struttura sorge in una riserva, dove è assolutamente vietato accendere fuochi. Non c’è alcun dubbio che sia stato un incendio doloso – prosegue De Acutis – Secondo gli investigatori non era comunque finalizzato a colpire il rifugio. La nostra zona è molto ventosa, e con questa siccità le fiamme hanno impiegato poco a propagarsi».
I danni alla struttura sono stati fortunatamente circoscritti, e i lavori di ricostruzione inizieranno non appena verrà metabolizzato lo choc per la tragica morte di Lilla: «Dobbiamo comprare pali di legno e rete elettrosaldata per ripristinare la recinzione, breccia per metterla intorno al perimetro in modo da isolare dalle sterpaglie, e dobbiamo acquistare la seconda telecamera – conclude De Acutis, che negli ultimi giorni ha ricevuto decine di messaggi di solidarietà e vicinanza e offerte di contribuire alla ricostruzione – Ci siamo presi qualche giorno per riprenderci, poi ci rimboccheremo le maniche. Nel frattempo speriamo venga fatta giustizia e sia trovato il responsabile».