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20 Luglio 2022
16:06

Incendio a Bibione, danno incalcolabile per la biodiversità e la fauna dell’area protetta

Un incendio a Bibione ha divorato ettari di terreno, portandosi via arbusti il fitto sottobosco e causando la morte di un gran numero di animali tra tutti quelli che abitano il sottobosco. Ma qualcuno ce l'ha fatta.

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Sarebbe morta sicuramente per denutrizione, ma sono riusciti a salvarla allattandola con un piccolo biberon come quello che si usa per i bambini appena nati.  Si tratta di un cucciolo di femmina di capriolo scampato all’inferno di fiamme che lo scorso weekend ha distrutto decine di ettari di pineta e terreno agricolo a Bibione, una frazione di San Michele in Tagliamento, in Veneto.

La conta dei danni è sconfortante: l’incendio, infatti, ha divorato ettari di terreno, portandosi via arbusti il fitto sottobosco e causando la morte di migliaia di animali, almeno cinquemila, tra tutti quelli che abitano il sottobosco, secondo le stime fornite dal sindaco Flavio Maurutto.

La piccola di capriolo, però, ce l’ha fatta. Trovata fortemente deperita la notte del 17 luglio dal Servizio Regionale antincendio e dai volontari della Protezione civile ai margini dell’area boscata, la cucciola di circa un mese, è stata nutrita dagli agenti della polizia metropolitana e affidata quindi al medico del servizio veterinario che ne seguirà lo svezzamento fino alla liberazione.

Il feroce rogo ha colpito in pieno la riserva naturale nella zona del faro di Bibione, provocando un danno incalcolabile in un'area di estrema bellezza e tutelata sia dal punto di vista della biodiversità e faunistica.

I lavori di bonifica proseguono senza sosta da parte dei volontari della Protezione civile, i quali al contempo controllano che non si accendano  nuovi focolai. È chiaro che il grande caldo di questi giorni e il secco, non aiutino, rendendo l’area ancora più vulnerabile.

Domenica, a fuoco spento, una prima ricognizione del disastro aveva stimato che, a rimanere carbonizzati, fossero stati circa 40 ettari, ovvero la gran parte dell’appezzamento agricolo coltivato a frumento, vicino alla pineta. Se così fosse stato, si sarebbe dovuto parlare di almeno 5mila animali uccisi.

Tra questi, sicuramente coloro che non sono riusciti a mettersi in salvo perché più lenti, come le tartarughe terrestri e altri rettili, o più piccoli come quelli nei nidi. Più facile, sicuramente, la fuga per mammiferi e volatili, anche se quelli più giovani, come il cucciolo di capriolo, potrebbero non avercela fatta.

Fortunatamente, però, da accertamenti più precisi, sembra che la superficie andata a fuoco sia meno. Come ha riferito il sindaco di San Michele al Tagliamento, dovrebbero essere 10 gli ettari distrutti. Una gran buona notizia per gli animali, ma molto meno meno per la biodiversità che si è vista cancellare arbusti tipici della pineta come il ginepro, il sommaco e la fillirea. Ed è proprio sul recupero e sul ripristino di queste parti fondamentali di ecosistema che sarà necessario concentrare adesso il massimo sforzo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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