Nella notte tra sabato 17 e domenica 18 febbraio è andata a fuoco l'ambulanza veterinaria della Clinica Veterinaria di Russi, in provincia di Ravenna. Il mezzo utilizzato per soccorrere gli animali è andato in cenere.
Le cause sono in corso di accertamento da parte dei Carabinieri della compagnia di Ravenna, ma secondo il personale della clinica l'episodio sarebbe di natura dolosa: «L’ambulanza era regolarmente revisionata e possedeva un meccanismo di distacco delle batterie quando ferma – fanno sapere – Sono partite le denunce verso ignoti e confidiamo nell’indagini».
Il servizio di soccorso degli animali è stato quindi momentaneamente sospeso, in attesa di un piano B. Le immagini della carcassa del veicolo infatti non lasciano adito a dubbi: il mezzo è ormai inservibile.
«Siamo dispiaciuti soprattutto per il legame affettivo che si crea con un mezzo di soccorso con il quale ogni giorno cerchiamo di essere vicini a chi ne ha più bisogno», hanno detto i veterinari della clinica.
Perdere un mezzo di medicina veterinaria d'emergenza è un grande problema soprattutto perché sono davvero pochi quelli in circolazione. I mezzi per l'emergenza veterinaria sono spesso l'ultimissima voce di bilancio delle amministrazioni locali e il servizio viene spesso delegato a cliniche e società private, con tutti i limiti che comporta.
Immediatamente il Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Ravenna si è espresso con parole di solidarietà e vicinanza ai colleghi della Clinica veterinaria. «Confidiamo nell’attività investigativa delle Forze dell’Ordine e nella collaborazione di tutti, cittadini e istituzioni – ha dichiarato la presidente dell'Ordine Alessandra Valeriani – al fine di isolare chi, attraverso la violenza, tenta di intimidire e minacciare i medici veterinari impegnati nello svolgimento del proprio dovere al servizio della collettività».
Quanto accaduto a Russi potrebbe essere una nuova pagina della violenza diretta al personale sanitario: «È purtroppo una realtà che coinvolge anche i medici veterinari, in particolare i colleghi che prestano il loro prezioso servizio in orari notturni di reperibilità per le urgenze. Chiediamo alle istituzioni preposte di intraprendere azioni concrete atte a contrastare tali fenomeni a tutela dell’intera categoria».