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25 Gennaio 2021
9:10

Inaugurata La Collina di Argo, il “canile dinamico” di Napoli

È stato inaugurata La Collina di Argo, primo centro di accoglienza comunale per cani a Napoli. Un "canile dinamico" che punta a diventare un presidio di sanità, cultura e legalità oltre la semplice accoglienza. L'assessore alle Pari Opportunità Menna: «Puntiamo a creare uno spazio di cultura per far capire che l'essere umano ha bisogno di convivere in armonia con l'ecosistema e con gli animali e vogliamo offrire una serie di servizi pubblici ai cittadini in difficoltà».

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Bob Marley è indeciso, non sa se avvicinarsi o restare al sicuro nel suo box. Il suo stato d'animo oscilla tra la curiosità e il leggero timore. Tutte quelle persone vocianti e irrequiete sono lì per lui, e per tutti gli altri cani che da oggi saranno ospitati nel nuovo centro di accoglienza del comune di Napoli appena inaugurato: La Collina di Argo. Bob Marley è stato chiamato così per via di quei curiosi ciuffi neri che ricordano tanto la capigliatura del grande artista giamaicano. Chissà qual è la sua storia e, soprattutto, quale sarà il suo futuro. Lui è uno dei primi sedici cani ospitati nella struttura, definita come "canile dinamico" della città, ovvero che punta ad essere un luogo di passaggio per tutti gli animali che vi troveranno rifugio.

All'inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il sindaco Luigi De Magistris e l'assessore alle Pari Opportunità con delega alla Tutela degli animali, Lucia Francesca Menna, che ha creduto fortemente in questo progetto. Il centro ha una superficie di circa 600 mq e potrà ospitare fino ad un massimo di 100 cani.

L'assessore Menna: «Non solo un canile: creare uno spazio di cultura»

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L'obiettivo della struttura è quello di diventare un punto di riferimento e un presidio locale di sanità, cultura e legalità non solo per gli animali ma per l'intero tessuto sociale partenopeo. Così ha commento l'assessore Menna: «Gestire il fenomeno del randagismo non è solo una questione di sterilizzazione, ma bisogna fare in modo che i cani non vengano più abbandonati. Vogliamo implementare la cultura e far capire che l'essere umano ha bisogno di convivere in armonia con l'ecosistema e con gli animali per poter vivere in salute e quindi questo centro è stato pensato, non solo come punto di accoglienza per l'adozione di cani, ma anche come un luogo a forte impatto sociale. Vogliamo offrire una serie di servizi pubblici oltre la semplice accoglienza. Stiamo progettando la possibilità di allestire uno spazio per potere creare una pensione per cani accessibile a tutti, con servizi disponibili per coloro i quali amano gli animali ma non possono sostenerne le spese. Tra l'altro stiamo lavorando con i colleghi di sanità pubblica sulla possibilità di istituire una farmacia solidale per farmaci veterinari al pari di quella per gli esseri umani».

Un percorso sociale che vedrà al centro del progetto anche i detenuti e le persone in difficoltà delle zone limitrofe.

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L’assessore alle Pari Opportunità con delega alla Tutela degli animali, Lucia Francesca Menna

«Questo luogo è stato concepito per permettere ai cani la possibilità di esprimere la loro vocazione antica: essere un ponte di relazione per cui avrà anche una forte valenza sociale». I cani al centro di tutto, dunque, secondo le parole dell'assessore Menna: «Nel nostro centro di accoglienza si costruiscono percorsi educativi individuali per ogni animale ospitato. Non sarò un canile sanitario, ma accoglieremo solamente cani abbandonati o provenienti da altri canili, che hanno avuto un buon processo di attaccamento con la loro madre e che quindi devono soltanto fare un percorso per poter essere accolti in famiglia.
Non ci sarà permanenza per molto tempo nella struttura. Immaginiamo un turnover rapido quando tutto questo partirà».

Il sindaco De Magistris, alla sua seconda inaugurazione del centro di via Janfolla, in realtà, mostra orgoglio e soddisfazione e racconta di aver accolto nella sua famiglia da poco più di un mese un meticcio: «Questa amministrazione ha sempre messo al centro dell'attenzione i diritti di tutti. Questo è solo l'inizio di un percorso che d'ora in avanti avrà un punto di riferimento importante per la tutela dei diritti dei cani e non solo.»

Il progetto vedrà il coinvolgimento di tanti soggetti impegnati sul territorio e focalizzati sulla tutela, la gestione e l'accudimento di cani e gatti: CRIUV – Regione Campania, Università degli studi di Napoli Federico II, Dipartimento Medicina Veterinaria Produzioni Animali, Ordine dei medici veterinari della Provincia di Napoli. Accanto all'Amministrazione Comunale ci sarà anche la Fondazione Cave Canem, organizzazione impegnata nella gestione del randagismo e nella prevenzione dell'abbandono, che collaborerà con interventi di co-progettazione, occasioni di formazione, pratiche socialmente innovative. È già attivo, infatti, un avviso pubblico per la ricerca di volontari pronti a collaborare al progetto.

Un progetto che parte da lontano e che non ha avuto vita facile

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La struttura ha avuto un percorso difficile e molto lungo. Il progetto, partito nel lontano 2002, sembrava essere finalmente pronto nell'ottobre del 2018, quando c'era stata la prima presentazione. Poi non se n'è saputo più nulla, tutto sembrava essersi arenato, almeno fino ad oggi. Questa volta pare sia arrivata la volta buona, anche se lo spazio indubbiamente avrebbe potuto essere creato differentemente. L'area è grande e la presenza del cemento non aiuta: più verde proprio a tutela del benessere dei cani e anche per consentire più facilmente un percorso di conoscenza degli ospiti da parte degli adottanti sarebbero state le scelte auspicabili. Oggi, però, il canile apre le sue porte a chi vorrà avvicinarsi alla possibilità di costruire una relazione con un cane che necessariamente, secondo quanto è nelle intenzioni delle stesse istituzioni cittadine, deve essere solo un luogo di passaggio. Del resto la Campania è una di quelle regioni che ha emanato una legge locale in cui vi è proprio la tutela del benessere dei cani relativamente anche alla istituzione della figura dei cani di quartiere e della convivenza sul territorio con i cani liberi. Un dettato normativo il cui senso è proprio quello di evitare accalappiamenti indiscriminati di animali che troppo spesso, ovunque in Italia del resto, passano l'intera esistenza reclusi in gabbia, dimenticati dagli esseri umani che li hanno confinati lontani dalla loro vista.

Gestire il fenomeno del randagismo, la reimmissione sul territorio e garantire i diritti degli animali inseriti nel tessuto sociale della città è oggi un dovere civile e morale per qualsiasi società che si rispetti. Del resto, siamo già in ritardo e non c'è più tempo da perdere. Le premesse e le promesse ci sono, l'amministrazione dichiara di credere fortemente in questo progetto. Ora, Bob Marley e noi tutti, aspettiamo sopratutto quello che succederà da domani.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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