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15 Luglio 2021
11:33

Come abituare il gatto al trasportino

Abituare il gatto al trasportino in previsione di una vacanza o di una visita dal veterinario non è certamente un compito semplice. I gatti sono animali diffidenti e schivi nei confronti di oggetti sconosciuti, ma ci sono alcuni consigli e suggerimenti che potrebbero rendere questo processo meno stressante e più facile sia per lui che per noi.

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Riuscire a convincere un gatto a entrare nel trasportino potrebbe sembrare un'impresa titanica, se non impossibile. I gatti sono felini diffidenti e schivi per natura, non amano essere manipolati e soprattutto sono piuttosto sospettosi nei confronti degli oggetti che non conoscono. E poi diciamolo, a chi piace essere infilati in un luogo chiuso e buio contro la propria volontà? Il trasportino è però un elemento indispensabile se dobbiamo spostarci, andare in vacanza o far visita al veterinario ed è obbligatorio per i viaggi in auto. Vediamo quindi quali piccoli accorgimenti e strategie possiamo mettere in pratica per rendere questo evento un po' meno traumatico e stressante sia per noi che per il gatto, tenendo presente che questi sono suggerimenti generali e che è la personalità del gatto a fare la differenza.

Come scegliere il trasportino più adatto

Sul mercato oggi esistono tantissime tipologie di trasportini per gatti, che possono cambiare molto in base ai materiali e alla destinazione d'uso. La scelta dev'essere fatta sia tenendo presente l'uso che vogliamo farne, sia considerando le caratteristiche fisiche e caratteriali del gatto. Possiamo suddividere i trasportini per il nostro piccolo felino soprattutto in base al materiale in queste quattro categorie:

  • Trasportino rigido: è il classico trasportino realizzato in materiali rigidi come plastica e metalli, simile a quello utilizzato per i cani. Solitamente hanno un solo sportellino sulla parte anteriore, ma ne esistono con doppia apertura, sia frontale che superiore. Avere anche un'apertura dall'alto può essere molto comodo, soprattutto quando effettuiamo un controllo dal veterinario. La rigidità e i materiali consentono sia di pulirlo più facilmente sia di proteggere maggiormente il micio dagli urti per gli spostamenti più lunghi. È sicuramente una delle scelte più comode e pragmatiche;
  • Trasportino morbido: una delle alternative più diffuse e comode. Vengono realizzati in stoffa o tessuti sia naturali che sintetici e possono avere diverse forme e grandezze. I materiali morbidi e leggeri e la tracolla permettono di trasportare il gatto sia a piedi che coi mezzi pubblici, per questo risulta molto comodo soprattutto per spostamenti brevi. Se invece dobbiamo muoverci su distanze maggiori e abbiamo a disposizione un'auto è certamente preferibile scegliere quello rigido, più sicuro e resistente;
  • Trasportino per aereo: questo trasportino rigido è pensato soprattutto per i lunghi viaggi in volo. Sono simili a quelli rigidi, ma possiedono parti rinforzate per gli urti, sono molto più spaziosi e di solito hanno anche degli alloggi specifici per il cibo e l'acqua. Se dobbiamo viaggiare in aereo è questa la scelta più consigliata, ma potrebbe risultare comoda anche per l'uso quotidiano per i gatti di grosse dimensioni, che spesso ci stanno a fatica nei normali trasportini;
  • Trasportino a zaino: di recente si stanno diffondendo sempre più anche gli zainetti. Morbidi, rigidi o composti da entrambe le tipologie di materiali possono essere traspiranti o dotati di sistemi di ventilazione, e spesso hanno un oblò da cui il gatto può affacciarsi. Possono essere comodi per spostarsi a piedi o in bici su brevi distanze, ma gli spazi piuttosto ristretti non sono sempre il massimo per il gatto, soprattutto per gli adulti di grandi dimensioni;

Ci sono poi varianti trolley o con rotelle di tutte e quattro queste categorie, compresi veri e propri passeggini, forse non proprio il massimo in termini comodità e dimensioni.

Come abituare il gatto al trasportino

Una volta scelto il trasportino più adatto alle nostre esigenze e a quelle del gatto, è arrivato il momento di farlo entrare evitando il più possibile stress, morsi e graffi. Abituare un gatto al trasportino è un processo non immediato e universale. Occorre tempo, pazienza e dipende molto dal temperamento del micio. Possiamo però partire da alcuni consigli e suggerimenti, che come sempre vanno valutati attentamente col proprio veterinario.

Il primo incontro

Il trasportino non può essere tirato fuori dal nulla solamente quando è arrivato il momento di usarlo. Il gatto lo considererebbe un oggetto estraneo, sconosciuto e da cui stare ben alla larga. Teniamolo quindi in bella vista e sempre a disposizione del micio, che così avrà tutto il tempo per familiarizzare e prendere confidenza con quello strano oggetto. In questo modo potrà entrare e uscire quando vuole e "farci amicizia" in totale autonomia. Ovviamente un gatto adulto impiegherà molto più tempo di un cucciolo, quindi se viviamo con un micio molto giovane iniziamo fin da subito ad abituarlo alla presenza del trasportino. Per incoraggiarlo ad entrare possiamo provare a lasciare una copertina a cui è già abituato o del cibo al suo interno.

Cibo e acqua

Se il nostro compagno felino dovesse mostrarsi diffidente nei confronti del trasportino, possiamo provare a spronarlo avvicinando gradualmente le ciotole dell'acqua del cibo all'ingresso. In questo modo l'animale assocerà al cibo e in generale a qualcosa di positivo quello strano oggetto, arrivando a capire in maniera indipendente che in fin dei conti non è quel luogo pericoloso che temeva fosse.

Premi e rinforzi positivi

Quando il gatto inizia ad entrare e a passare del tempo all'interno del trasportino, approfittiamo per gratificarlo con dei premi. Carezze, snack e cibo preferito aiutano il micio ad associare il trasportino a qualcosa di positivo, invogliandolo a ripetere l'esperienza e facilitando il processo di familiarizzazione col nuovo oggetto.

Quando chiudere lo sportellino

Quando il gatto si è abituato a entrare e uscire dal trasportino in maniera indipendente, occorrerà abituarlo alla chiusura dello sportellino. Un buon metodo per non stressarlo troppo è quello di provare a chiuderlo inizialmente per piccoli periodi di tempo senza portarlo in giro. Osservando attentamente il suo comportamento e lo stato di stress, possiamo col tempo estendere pian piano il periodo di permanenza, permettendogli di abituarsi gradualmente.

Prove di passeggiata

Una volta che il micio si trova a suo agio all'interno del trasportino dobbiamo abituarlo agli spostamenti e alle inevitabili oscillazioni. Si può iniziare facendo delle prove, spostandosi in casa o a piedi, e allungando di volta in volta il tempo trascorso in movimento. Allo stesso modo si può fare per abituarlo all'auto: piccoli spostamenti di prova in previsione di viaggi più lunghi sono un buon metodo per abituare il gatto a essere scorrazzato in giro col trasportino.

Stimoli e incoraggiamenti olfattivi

Se poi il gatto non volesse proprio saperne di avvicinarsi al trasportino, esistono preparati a base di feromoni in forma di spray o diffusori che potrebbero tranquillizzarlo e invogliarlo attirando la sua curiosità. Un'alternativa ai feromoni potrebbe essere anche l'erba gatta, spesso davvero irresistibile per i felini. Questi stratagemmi non sempre funzionano o perlomeno non su tutti i gatti, valutiamo quindi attentamente queste possibilità consultando il nostro veterinario.

In ogni caso se il nostro gatto mostra segni di forte stress e aggressività, insistere o forzarlo può solo peggiorare le cose. Per abituarlo a entrare nel trasportino serve tranquillità e fiducia, e un veterinario comportamentalista in grado di suggerirvi un percorso strutturato e personalizzato può essere sempre di grande aiuto. Decisiva sarà inoltre l'individualità e l'esperienza personale di ogni singolo animale. Ci sono gatti che entrano del trasportino fin da subito e senza troppi sforzi e altri invece che non riusciremo a convincere proprio mai. È anche questo che rende il gatto uno degli animali più affascinanti e venerati di sempre.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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