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31 Luglio 2021
8:27

In UK un programma per cliniche cat-friendly

La possibilità di avere un gatto collaborativo durante una visita veterinaria dipende da innumerevoli fattori. Alcuni di questi, tuttavia, possono essere gestiti non solo attraverso una migliore preparazione al viaggio verso l'ambulatorio da parte dei petmate ma anche curando l'esperienza dell'attesa e della visita stessa. Un programma inglese istruisce i veterinari su come organizzare realtà “cat friendly”.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La possibilità di avere un gatto collaborativo durante una visita veterinaria dipende da innumerevoli fattori. Alcuni di questi, tuttavia, possono essere gestiti non solo attraverso una migliore preparazione al viaggio verso l'ambulatorio da parte dei petmate ma anche curando l'esperienza dell'attesa e della visita stessa. Un programma inglese istruisce i veterinari su come organizzare realtà “cat friendly”.

La visita veterinaria può essere spesso fonte di ansia e di paura per i gatti che si ritrovano a dover affrontare un viaggio in auto – al quale magari sono poco abituati – e una visita medica da parte di un estraneo, in un luogo dove possono incontrare anche altri animali sconosciuti.

Le strategie che i petmate possono applicare per gestire al meglio l'uscita da casa, il trasporto e l'attesa in sala d'aspetto sono tante (dalla familiarizzazione preventiva col trasportino fino all'utilizzo di feromoni anti-stress diffusi nell'abitacolo dell'auto) e oggetto di intensa divulgazione. Tuttavia, anche il veterinario, e il suo ambulatorio nel complesso, possono contribuire a fare in modo che l'esperienza del gatto sia meno traumatica possibile o, addirittura, a lasciare nel gatto un ricordo positivo.

Perché è importante il ricordo positivo

I gatti sono animali dalla sensibilità spiccata e a loro bastano pochi dettagli dell'ambiente per fotografare una situazione e stabilire in poco tempo se piace o no, se suscita emozioni positive o negative. Le emozioni negative sono quelle che rimandano al micio l'idea di minaccia per la propria incolumità, mettendolo sulla difensiva. Quando in un gatto si riattiva il ricordo spaventoso legato ad un ambulatorio veterinario, la sua predisposizione sarà quella di chiudersi, di non collaborare o persino di reagire aggressivamente ai tentativi di contatto e lo farà con sempre maggiore veemenza ogni volta che l'esperienza si ripeterà.

Di conseguenza, occuparsi dello stato emotivo del gatto durante una visita è un elemento fondamentale per conquistare la collaborazione di un gatto che si lasci visitare e manipolare anche in futuro, così come per ottenere la fiducia del petmate e stabilire un rapporto di assistenza continuativo.

Il progetto Cat Friendly Clinics

In UK esiste un progetto culturale rivolto alle cliniche veterinarie che si chiama Cat Friendly Clinic (CFC) e che stabilisce una serie di linee guida per l'organizzazione di cliniche (e in generale ambienti ambulatoriali) con i più alti standard di accoglienza dei gatti. La proposta del progetto è molto ampia ed articolata (coinvolge anche la formazione del personale, gli stabulari, il trattamento del dolore, le attrezzature, ecc.) ma alcune indicazioni riguardano così da vicino la percezione felina da poter essere realizzate immediatamente da chiunque, anche senza aderire al programma, riuscendo a fare subito la differenza. Andiamo allora a vedere alcune di queste raccomandazioni.

La sala d'attesa

La sala d'attesa è il luogo dove i gatti accumulano ansia e tensione a causa dei rumori, della vista e dell'odore di altri mici, di cani ed estranei. Una sala d'attesa cat-friendly dovrebbe permettere la separazione dei petmate di cani e di gatti, proprio per evitare che la vista reciproca possa innescare stati di ansia e paura. Laddove questo non fosse strutturalmente possibile, ai petmate di gatti dovrebbe almeno essere possibile posizionare i trasportini sulle sedie oppure, meglio ancora, su dei ripiani sollevati dal suolo, perché l'altezza è sempre un potente antistress per questi animali.

In ogni caso, i veterinari dovrebbero invitare i loro clienti a non appoggiare mai il trasportino per terra con il gatto dentro per non farlo sentire in trappola ed estremamente vulnerabile.

L'ambiente della visita

La visita dovrebbe tenersi in una situazione di calma e in assenza di stimoli disturbanti come luci, rumori o odori sgradevoli al gatto.

Le linee guida suggeriscono, inoltre, di evitare di tirare fuori dal trasportino o sollevare un gatto per la collottola: è una manovra inutilmente rude e rischia di compromettere quel clima di fiducia che tanto faticosamente si sta cercando di costruire.

Le manipolazioni

Le linee guida raccomandano di avere un approccio “cat friendly”, in grado di mostrare empatia e gentilezza durante le manipolazioni e i contenimenti. Lo stress conseguente a visite fisiche, esami e procedure dovrebbe essere tenuto al minimo ed è necessario occuparsi sempre degli stati di ansia e di paura del gatto, rispondendo in maniera adeguata per rassicurarlo.

Ambulatori come poli culturali

In Italia esistono già alcune cliniche che hanno aderito al CFC, il che non può che farci piacere. Sarebbe interessante se un programma simile venisse attuato anche in Italia, magari tarato su quella che è la realtà del nostro Paese, fatto prevalentemente di numerosissimi, piccoli ambulatori e di poche cliniche di grandi dimensioni, che potrebbero diventare non solo luoghi di cura ma anche di promozione e sviluppo culturale della relazione uomo-animale.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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