Un team composto da otto istruttrici ucraine e sedici cani da Pastore Belga Malinois appositamente formati sono al centro di una nuova missione di bonifica delle mine e degli ordigni inesplosi in Ucraina.
Ad annunciarlo è stata la delegazione Ue a Kiev, svelando una nuova iniziativa umanitaria che si avvale di un contributo finanziario europeo da 2 milioni di euro. Cani e istruttrici si sono formati per cinque mesi in Cambogia e sono adesso pronti a entrare ufficialmente in servizio come cani antimina negli oblast di Mykolaiv, Kherson e Kharkiv. Qui si daranno da fare per battere a tappeto i terreni in cerca di ordigni inesplosi, sfruttando il loro fiuto per segnalare i punti in cui è necessario intervenire per bonificare.
Molte delle istruttrici avevano precedentemente studiato cinofilia all'Università nazionale agraria di Sumy, in Ucraina, e durante il corso per conduttori cinofili sono state anche preparate circa lo sminamento manuale: «Voglio davvero aiutare il mio paese, sostenere le persone e fare la differenza – ha detto Karina Buchma, istruttrice di Leopoli – Sono cresciuta con i cani e ho studiato, quindi questo è il ruolo perfetto per me. Il cane con cui lavoro principalmente si chiama Tina e, naturalmente, li amiamo molto e abbiamo un legame molto speciale con loro».
I cani integreranno gli sforzi di bonifica nei territori ucraini liberati, migliorando la velocità e la precisione con cui si possono identificare le aree contaminate, specialmente nelle comunità con vegetazione fitta o terreno impervio. In determinate condizioni infatti le squadre cinofile di rilevamento tecnico sono in grado di ispezionare grandi tratti di terreno molto più rapidamente degli sminatori umani, identificando oggetti esplosivi e aiutando a confermare se il terreno è sicuro.
Prima di questa nuova squadra “professionale”, a tenere banco era stato Patron, il Jack Russell Terrier mascotte dello State Emergency Service of Ukraine, i Servizi d’emergenza del Paese. Con il suo pet mate e conduttore, individuava gli esplosivi fin da quando era un cucciolo ed è stato protagonista di numerose imprese – immortalate in vari video – in cui, con il suo mini-giubbotto antiproiettile e lo stemma della squadra degli esperti anti esplosivo, passa al setaccio le diverse aree per la bonifica.
Un lavoro che gli ha tributato il titolo di ambasciatore di buona volontà dell’UNICEF, grazie a cui «coopererà con l’associazione nell'ambito dell'educazione al rischio di mine e sulla sicurezza, nonché fornendo supporto psicosociale e di salute mentale a bambini, adolescenti, giovani, a chi si occupa di loro e agli educatori».
Al netto della popolarità e dell’enorme utilità del servizio svolto dai cani, resta comunque opportuna una riflessione sull’impiego di questi animali, ovviamente ignari dei pericoli cui vanno incontro, in nome della relazione instaurata con il proprio conduttore-pet mate. Se è vero infatti che gli animali artificieri al servizio dell'uomo per lo sminamento contribuiscono a salvare migliaia di vite ogni anno, è necessario quantomeno domandarsi quanto sia etico sfruttarli per questo genere di attività, che un alcuni casi potrebbe essere affidata alla tecnologia preservando non solo gli esseri umani, ma anche gli animali.