Squadre di monitoraggio Grandi carnivori della Provincia autonoma di Trento presidieranno il territorio ogni giorno fino alle ore 22. La decisione arriva dall'amministrazione provinciale allo scopo di «presidiare le zone dove più numerosi ed eclatanti sono stati gli avvistamenti di orsi, a partire da quello di Malé che sta suscitando molto clamore», si legge in una nota.
Il riferimento è al caso di Malé, piccolo Comune trentino dove un orso è stato ripreso per le strade da alcune persone in auto tra sabato 15 giugno e domenica 16, intorno alle 2 di notte. Ben oltre quindi l'orario di monitoraggio previsto. L'orso è infatti attivo prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne.
Per quanto riguarda l’episodio di Malé la Provincia fa sapere che «proseguono gli accertamenti alla ricerca di tracce utili a poter risalire all’identità dell’animale, con l’obiettivo di attuare la procedura di cattura al fine di applicare il radiocollare».
Come riporta il Pacobace (il Piano Piano per la conservazione dell’orso bruno), l’applicazione del radiocollare assicura la possibilità di localizzare l’animale e di seguirne gli spostamenti, permettendo così l'azione di prevenzione dei rischi e un più rapido intervento nel caso di insorgenza di situazioni critiche, facilitando eventuali azioni di dissuasione.
In relazione all'avvistamento di Malé, gli uffici provinciali hanno spiegato che «la velocità con cui si è verificato l’episodio non ha consentito di mettere in atto azioni di dissuasione, che peraltro i Forestali sono pronti ad attuare nell’ipotesi, non così facile, che l’esemplare fosse di nuovo avvistato». Il controllo del Servizio faunistico viene infatti eseguito su singole segnalazioni, attraverso l’attivazione del personale più vicino alla zona dove il fatto viene rilevato.
Il radiocollare permette quindi la più veloce individuazione dell'animale per l'eventuale dissuasione, ma anche per l'abbattimento, come mostra il caso dell'orso M90, oggetto di un abbattimento lampo a febbraio 2024. «Per ogni attività in ogni caso rimane come punto di riferimento il protocollo Pacobace che prevede una serie di azioni – ricorda la Provincia – compresa la rimozione dell’animale ritenuto pericoloso».
Secondo il Pacobace, la pericolosità di un individuo è in genere direttamente proporzionale alla sua abituazione all’essere umano. In altri casi, la pericolosità prescinde dall’assuefazione all’uomo ed è invece correlata a situazioni particolari, ad esempio un’orsa avvicinata quando è con i piccoli o un orso sorpreso quando difende la sua preda o la carcassa su cui si alimenta.
L'orso non è di per sé aggressivo o interessato all'uomo, anzi, come riporta la Provincia stessa nella pagina dedicata al comportamento, «è schivo e diffidente, difficile da incontrare. Ha indole per lo più pacifica; può attaccare solo se provocato, o spaventato a sorpresa a breve distanza».
Le probabilità di incontro aumentano esponenzialmente se i rifiuti urbani sono facilmente accessibili, soprattutto in orario notturno, quando i plantigradi sono più attivi. Non è raro che questi animali attraversino i paesi durante la notte: i confini amministrativi delle città non hanno significato per loro le strade, sono spazi da percorrere non dissimili da molti altri presenti nel loro ampio home range. Per questo, in aree in cui è plausibile la presenza di orsi, è importante dotarsi di appositi cassonetti anti-orso che evitino che l'animale torni per mangiare dei rifiuti umani associando la presenza dell'uomo al cibo.
Sempre gli esperti della Provincia ricordano come sia «fondamentale proseguire con l’intervento di sostituzione da parte dei Comuni dei cassonetti per i rifiuti, rendendo pertanto inaccessibili quelli dell’umido». Avrebbe dovuto essere questa la prima misura da contemplare sul territorio dopo la reintroduzione dell'orso bruno sulle Alpi trentine nei primi anni Duemila.
Intanto, l’assessorato alle Foreste e Grandi carnivori, guidato da Roberto Failoni, ha «inviato agli organi statali la richiesta di poter mettere a disposizione lo spray antiorso, a favore anzitutto di chi opera per ragioni professionali nei boschi ed in montagna, con l’obiettivo di assicurare prioritariamente la sicurezza di cittadini ed ospiti».